Controlleremo che l’Italia presenti un piano di riforme adeguate, in linea con quanto deciso in sede europea. Dopo di che Roma potrà aggrapparsi al Recovery Fund e ricevere gli aiuti economici provenienti da Bruxelles, anche se questi denari non saranno disponibili prima del 2021. In poche parole è questo l’avvertimento lanciato al governo italiano da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea.

Calcolatrice alla mano, ricordiamolo, in ballo ci sono 750 miliardi di euro (209 miliardi destinati all’Italia): 390 saranno erogati attraverso sussidi a fondo perduto mentre i rimanenti 360 tramite prestiti a lunga scadenza, in un periodo compreso dal 2026 al 2046. Il rubinetto dell’Ue potrà tuttavia aprirsi soltanto se i singoli governi saranno in grado di impacchettare e presentare strategie di allocazione delle risorse in linea con i diktat decisi a Bruxelles negli scorsi mesi. Ricordiamo inoltre che per ottenere un prefinanziamento pari al 10% dei fondi l’esecutivo giallorosso deve presentare i progetti entro il 15 ottobre.

In ogni caso l’Italia non pensi di fare la furba o di non mantenere la parola data. Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Timmermans è stato chiarissimo: “I piani nazionali per il Recovery Fund vanno presentati molto in fretta e devono riflettere gli orientamenti europei per i quali sono stati definiti”. Sottolineando per l’ennesima volta come il Recovery Fund rappresenti un’occasione da non sprecare, l’olandese ha ribadito un concetto con cui dovrà presto fare familiarità Giuseppe Conte: l’Europa controllerà che gli Stati rispettino le regole.

L’avvertimento di Timmermans

Detto altrimenti, i Paesi membri dell’Ue destinatari degli aiuti provenienti dal Recovery Fund dovranno investire in settori come l’adeguamento tecnologico, la crescita sostenibile per la società e l’ambiente. Guai a sprecare i soldi in progetti fini a se stessi, e guai a gonfiare ulteriormente il debito pubblico. Anche perché, assicura Timmermans, la crisi provocata dalla pandemia di Covid non terminerà a breve. È poi arrivata una timida, prima stoccata all’Italia, quando il vicepresidente della Commissione europea ha spiegato che “alcuni paesi, per ragione culturali, faticano ad accettare il cambiamento di abitudini”.

Tornando al tema dei finanziamenti, la Commissione controllerà che si “vada nella giusta direzione”, seguendo l’agenda del New Green Deal. E qui l’Italia viene citata espressamente da Timmermans: “Mi auguro il governo insista nel percorso di riforme necessario già prima della pandemia e rispetti gli impegni che ha preso sinora”. Un avvertimento paterno, che tuttavia nasconde una sorta di minaccia velata.

Ci sono due aspetti da considerare. Primo: nelle stanze di Bruxelles il debito italiano continua a essere visto come uno spauracchio. In merito a ciò Timmermans ha fornito il suo punto di vista: “La risposta è nelle scelte che aiutano l’industria a ristrutturarsi per creare opportunità di lavoro. Il riapparire della fiducia, con la ripresa, renderebbe più gestibile il debito. Con la giusta azione nei settori rilevanti, la chimica come l’auto e le costruzioni, in un paio d’anni la situazione potrà cambiare”.

Il tempo stringe

Arriviamo quindi al secondo aspetto da considerare: la questione tempo. Timmermans ha lasciato intendere che quando le cose andranno meglio la Bce comprerà meno titoli e il Patto di stabilità tornerà stringente. L’ex ministro olandese ha quindi chiosato sulle regole di bilancio europee: “Dobbiamo riflettere e vedere se e come adattarle ai tempi. Tenendo però presente quello che si è visto durante la pandemia: i paesi più disciplinati dal punto di vista del bilancio hanno avuto meno problemi a spendere”.

L’Italia, insomma, deve fare di tutto per evitare di aumentare il suo debito, anche se il debito in sé non è un problema nel caso in cui l’economia sottostante si rivelesse “solida”. I fondi europei del Recovery Fund, ha quindi concluso Timmermans, sono “abbondanti” e l’Europa “integrerà il lavoro della Bei ma anche quello delle banche private”. Non solo: Bruxelles sosterrà anche gli interventi verdi sulle abitazioni e sulle imprese. In mezzo a tante rassicurazioni, l’Italia si ricordi che resta l’osservata speciale numero uno.