In un primo momento era il Sars-CoV-2 a far tremare i governi dell’Europa e del mondo intero. I malati, gli ospedali affollati, i decessi e, più in generale, una crisi sanitaria senza precedenti: tutti hanno dovuto pagare un prezzo salatissimo. Il problema è che, dopo la tempesta iniziale, quegli stessi Paesi devono fare i conti con una crisi economica altrettanto grave.
Non è finita qui perché da Bruxelles emergono chiari segnali di panico, almeno a sentire quanto trapela dai palazzi del potere Ue. Secondo quanto riferito dall’agenzia Adnkronos, che ha citato un alto funzionario in vista della riunione dell’Eurogruppo che si terrà domani in videoconferenza, il contraccolpo economico causato in Europa dalla pandemia di Covid-19 sarà “straordinariamente profondo”.
Non solo: le previsioni si muovono in direzione “negativa” ed è “chiaro” che la crisi sia tutt’altro che finita, ha aggiunto la fonte. ”Non abbiamo cifre nuove, ma l’impressione generale è che le previsioni si stanno muovendo verso una direzione negativa – ha aggiunto – ogni volta che c’è un revisione, è un po’ più negativa del dato precedente”.
La seconda ondata e l’Italia
Nonostante le cancellerie dell’Ue discutano, ormai da settimane, di aiuti, fondi e iniezioni di denari vari, uno spettro si aggira per i corridoi dei palazzi di Bruxelles. Si tratta della questione relativa alla seconda ondata di Covid, che non sappiamo ancora se sarà un problema o no. Insomma, facendo una sintesi del tutto, ha precisato la fonte, “non sappiamo se sarà una crisi straordinariamente profonda ed è chiaro che non è ancora finita”.
Scendendo nel dettaglio, l’Italia è uno dei Paesi più colpiti dalla crisi economica innescata dalla pandemia. Almeno, questo è il pensiero di vari economisti interpellati dall’Agi per commentare gli ultimi dati forniti dall’Ocse sul Belpaese. In altre parole, l’Italia è il malato più “grave” ed è “in fondo alla classifica”.
Per questo bisogna agire rapidamente e in modo adeguato, anche perché l’impatto del Covid si continuerà a sentire anche senza una seconda ondata del virus “se non si guariranno patologie pregresse” ovvero le mancate riforme strutturali che penalizzano il nostro Paese a cominciare da fisco, burocrazia e mercato del lavoro.
Possibili soluzioni
L’unico modo che ha l’Europa per uscire da un possibile effetto domino è puntellare, subito, le economie più fragili. Ha poco senso, ad esempio, mettere a disposizione dei Paesi membri il Recovery Fund soltanto nei prossimi mesi. L’emorragia va bloccata all’istante, prima che sia troppo tardi. Sempre interpellato dall’Agi, è interessante leggere le dichiarazioni rilasciate da Fabrizio Pagani, vado globale Strategie del fondo d’investimento statunitense Mzinich.
La ripartenza di Roma si gioca tutta (o quasi) “su un ambizioso programma di riforme strutturali, per usare le parole dell’Ocse”. Sono tre i punti più importanti. Si parte con le raccomandazioni sul sistema sanitario, “perché metterci mano può già voler dire limitare i danni di una seconda ondata di Covid”. Il secondo aspetto è quello sul commercio internazionale: “Le nostre esportazioni valgono molto sul nostro Pil – spiega – e qui i danni che l’emergenza virus ha fatto non sono del tutto chiari”. L’ultimo dato, “ma non certo per importanza – sottolinea – “è l’invito a fare le riforme strutturali che da tempo sono necessarie”, a partire da “fisco, mercato del lavoro e burocrazia“.