Due aeroporti giganteschi, pronti a macinare ogni record. Cina e Turchia non hanno badato a spese per la realizzazione di due scali enormi. Il primo, a Pechino, vedrà la luce alla fine di giugno e aprirà i battenti per settembre. L’altro, a Istanbul, è stato inaugurato pochi giorni fa ma sarà operativo del tutto entro il 2028. Questi due aeroporti, oltre a essere infrastrutture avveniristiche, sono la metafora perfetta per descrivere le ambizioni di due Paesi pronti a ridisegnarsi un ruolo di primo piano nello scacchiere geopolitico globale.

L’Istanbul New Airport

Si chiama semplicemente Istanbul New Airport ed è situato nella medesima città. Il nuovo aeroporto della Turchia si estende lungo un’area più ampia dell’isola di Manhattan. Ma soprattutto, una volta che lo scalo sarà veramente pronto, potrà accogliere 200 milioni di passeggeri ogni anno. La collocazione di una simile infrastruttura a Istanbul è strategica ed indica le velleità di Recep Tayyip Erdogan. Il Presidente turco intende trasformare la Turchia in un crocevia fondamentale tra oriente e occidente. Un hub capace di accogliere quanti più voli possibile, grazie all’offerta proposta dalla Turkish Airlines, la compagnia aerea di stato locale.

La Turchia verso una nuova era

Il rinnovamento di Turkish Airlines e la modernità dell’Istanbul New Airport. Il binomio introduce la Turchia verso una nuova era, quella in cui Istanbul – secondo i calcoli di Erdogan – sarà davvero considerata una potenza. È il sogno del Sultano, che per costruire l’aeroporto ha sborsato la bellezza di 11 bilioni di dollari di denaro pubblico. Il risultato è sbalorditivo: un’area di 76.5 chilometri quadrati, sei piste, quattro terminal, 233 aree parcheggio per gli aeroplani. E ancora 500 desk per il check in e 225.000 dipendenti. Uffici, residenze, hotel, un centro medico, negozi e outlet carichi di merci di lusso. Questo gioiello architettonico è stato inaugurato lo scorso ottobre ma lavorerà a pieno regime – a meno di imprevisti – solo nel 2028. Il percorso graduale, intanto, è già iniziato.

La Turkish Airlines si rinnova

Certo, l’opera è impressionante. Ma dietro tonnellate di vetro e acciaio si nasconde una potente arma di soft power del governo turco. Colpire l’immaginario dei passeggeri e ammaliarli con i servizi della compagnia aerea di Stato. Urlare al mondo che la Turchia non è più quel Paese arretrato e carico di problemi. Son obiettivi potenzialmente raggiungibili, operazioni di marketing neanche troppo complicate. Ma non basta un aeroporto per sedersi al tavolo dei grandi. E allora Erdogan è pronto a puntare anche sul rinnovo di Turkish Airlines, che ha intenzione di fagocitare le quote di mercato di Emirates, Etihad e Qatar Airways. Come? Affidandosi al nuovo aeroporto, che offrirà 3.000 voli al giorno. Così la Turkish vedrà il suo giro d’affari aumentare di pari passo con nuove rotte da battere.

Il Beijing Daxing Airport

Allo stesso tempo anche la Cina è alle prese con il suo aeroporto. A differenza della Turchia, il Dragone può già contare su scali moderni ma i cinesi non sembrano conoscere limiti. E allora ecco il mastodontico progetto per il Beijing Daxing Airport, circa 47 chilometri quadrati. Lo scalo si aggiunge al Beijing Capital Airport e aprirà ufficialmente il prossimo settembre. Neppure il ritrovamento di un antico cimitero della dinastia Qing durante gli scavi ha rallentato i lavori, che devono finire puntuali per l’inaugurazione del sito. Da un punto di vista logistico, il Daixing Airport dovrebbe aiutare la Cina a decongestionare lo spazio aereo, affollatissimo ma ancora piegato alle esigenze dell’esercito. Costo dell’opera: oltre 10 miliardi di euro. Piena operatività: nel 2040.

Più che aeroporti

Sia l’Istanbul New Airport che il Beijing Daxing Airport sono due biglietti da visita più che normali aeroporti. Due timbri sulla storia lasciati da Erdogan e Xi Jinping. Entrambi vogliono ridisegnare i ruoli dei Paesi che governano, e per farlo si affidano anche alle infrastrutture. Soprattutto Xi, che ha nella Nuova Via della Seta il suo cavallo di battaglia. Erdogan, al contrario, ha subito enormi critiche per la creazione di un simile scalo. Non solo per l’enorme cifra investita, ma anche per le modalità di realizzazione, con decine e decine di operai morti in cause non chiare. Intanto è iniziata la sfida a distanza fatta di numeri e proiezioni,basata su stime e aspettative. Quale sarà l’aeroporto più grande: quello di Istanbul o di Pechino?

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