Se l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha il compito di assicurare alle popolazioni del mondo il più alto livello di salute, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (in inglese Wto), è chiamata a supervisionare e siglare gli accordi commerciali vincolati per gli Stati membri. Il tema è delicatissimo, a maggior ragione se guardiamo al periodo storico in cui stiamo vivendo. Anche se l’argomento non trova più molto spazio, tra Stati Uniti e Cina è sempre in atto quella che alcuni esperti hanno ridefinito nuova Guerra Fredda. Il testa a testa sino-americano ha fatto tremare il mondo intero, e non poteva essere altrimenti vista la stazza delle due parti in causa.

Il terreno di scontro più aspro è quello del commercio. Donald Trump, nel tentativo di restituire all’America la grandeur degli anni migliori, ha scelto di tutelare l’economia statunitense imponendo dazi sulle importazioni Usa provenienti dalla Cina. Pechino ha risposto con altri dazi, e così via in un crescendo che, come nel più classico degli effetti a cascata, ha generato scompiglio in tutto il pianeta. Ecco: l’Omc si è ritrovata tra le mani una Trade War, o guerra dei dazi, che in futuro potrebbe anche trasformarsi in un conflitto armato.

La nuova guida del Wto

Lo scorso maggio il Direttore generale dell’Omc, Roberto Azevedo, ha annunciato la decisione di voler fare un passo indietro. A quel punto, l’agenzia avrebbe dovuto nominare un successore ad interim, in attesa della decisione finale. Così non è stato a causa degli Stati Uniti, che hanno bocciato la proposta ponendo un veto insormontabile. È quindi partita un’estenuante trattativa per trovare l’erede del brasiliano Azevedo. Con il passare dei mesi, la lista dei candidati si è assottigliata sempre di più fino a lasciare in gara due donne: la sudcoreana Yoo Myung-hee e la nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala, già raccomandata a ottobre dai massimi funzionari dell’Omc. Donald Trump si è opposto fino all’ultimo all’elezione di Okonjo-Iweala, ma il veto di Washington è caduto in seguito alla decisione del neo presidente Joe Biden.

Complice il ritiro dalla corsa di Miss Yoo, per la candidata nigeriana vincere è stato un gioco da ragazzi. La dottoressa Okonjo-Iweala è così diventata la prima donna e la prima africana a guidare la World Trade Organization. Entrerà in carica a partire dal primo marzo. Il suo mandato, rinnovabile, scadrà il prossimo 31 agosto 2025. “Un Wto forte è essenziale se vogliamo riprenderci completamente e rapidamente dalla devastazione causata dalla pandemia del Covid-19. Insieme possiamo rendere il Wto più forte, più agile e più adatto alle realtà di oggi”, ha subito dichiarato la nuova Direttrice dell’Omc. La sua nomina ha ricevuto il plauso della comunità internazionale, a cominciare dai massimi vertici dell’Unione europea.

“Non vediamo l’ora di collaborare alla riforma del Wto, per rendere l’orgnizzazione adatta alle finalità e agli obiettivi del mondo di oggi”, ha affermato il commissario europeo per il commercio, Valdis Dombrovskis. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha scritto su Twitter che Ngozi Okonjo-Iweala “porta una vasta esperienza e competenza in un momento in cui l’Organizzazione necessita di riforme e può contare sul pieno sostegno dell’Unione europea”. Non sono infine mancati i complimenti da parte del delegato americano al Wto, David Brisbee: “Gli Stati Uniti si impegnano a lavorare strettamente con il nuovo direttore generale, che potrà contare sugli Stati Uniti come partner costruttivo”.

Il rischio di un Ghebreyesus bis

Considerando che il Direttore generale dell’Omc detiene il ruolo più importante nell’organizzazione, e che è responsabile della supervisione di un elevato numero di funzioni amministrative, c’è chi pensa che Ngozi Okonjo-Iweala possa rappresentare una sorta di “Ghebreyesus al quadrato”. Dal momento che Okonjo-Iweala si è proposta come la “candidata delle riforme”, e alla luce della Trade War in corso, c’è chi pensa che la nuova Direttrice possa in qualche modo essere troppo morbida nei confronti della Cina.

Così come l’Oms di Ghebreyesus non avrebbe svolto al meglio il suo operato sanitario, peccando, secondo Washington di un’eccessiva accondiscendenza nei confronti di Pechino, l’Omc potrebbe fare altrettanto in ambito economico. I falchi americani hanno già fatto risuonare i primi campanelli d’allarme. Il recente accordo stipulato tra l’Unione europea e la Cina, unito al fatto che nel 2020 il Dragone, per la prima volta, ha superato gli Stati Uniti nel commercio con l’Ue (586 miliardi di euro a fronte dei 555 miliardi di euro degli Stati Uniti), non fa dormire sogni tranquilli gli ex uomini di Trump. I quali temono che Biden possa prestare il fianco a una situazione potenzialmente dannosa.

In ogni caso, Okonjo-Iweala è stata nominata due volte ministra delle Finanze (2003-2006 e 2011-2015) e una volta ministra degli Affari esteri (2006) in Nigeria. Tra i suoi successi troviamo la riduzione di 30 miliardi di euro del debito estero nigeriano e l’aver triplicato il tasso di crescita del Paese degli anni in cui era in carica. L’economista, 66 anni, ha trascorso gran parte dei 25 anni della sua carriera all’interno della Banca mondiale, scalandone i vertici: direzione operativa, direzione delle risorse umane e gestione del portafoglio di sviluppo di aree come l’Asia meridionale, l’Europa e l’Asia centrale. Adesso, tra mille diffidenze e altrettante tensioni, avrà il compito di dirigere l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

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