Il Meccanismo europeo di stabilità è sempre più al centro del dibattito pubblico. Adesso che la riforma del Fondo salva-Stati è stata posticipata a data da destinarsi, il governo italiano ha pensato di far rientrare il Mes dalla finestra, depurandolo di ogni imperfezione.
L’idea partorita da Conte e Gualtieri è quella di utilizzare quest’ultimo – o direttamente o indirettamente tramite la Banca europea degli investimenti – per far fronte alla crisi economica provocata dal nuovo coronavirus. Abolendo vincoli di bilancio degli Stati e il requisito della condizionalità, ritiene il governo italiano, il Mes potrebbe essere riadattato alle esigenze dei Paesi membri dell’Eurozona.
Come? Con somme da reperire mediante l’emissione obbligazionaria e la Banca centrale europea a fare il ruolo di investitore. Ci sono almeno due aspetti da considerare, a cominciare dal fattore tempo.
I pericoli del Fondo salva-Stati
Appena un mese fa è saltato un accordo sul bilancio 2021-2027 dell’Ue e ora, al cospetto di un’emergenza epica, è quasi utopico pensare che ogni governo sia d’accordo sul da farsi. Infatti i Paesi nordici hanno subito alzato le barricate: il Mes non si tocca e che ognuno si tenga il proprio debito.
Arriviamo poi al secondo aspetto, quello giuridico: il Mes, sottolineano gli esperti, senza condizionalità non è più il Mes. Creare un altro fondo è impossibile, visto che tanto il trattato che disciplina il Meccanismo europeo di stabilità quanto il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (art. 136, paragrafo 3 del Tfue), vietano tale eventualità. Quest’ultimo, in particolare, recita che “la concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità”.
Discorso a parte merita il metodo. Per attuare il piano sognato da Conte sarebbe necessario seguire un procedimento apposito. Dal momento che il Mes prevede di stipulare un protocollo di intesa con il Paese richiedente, il governo sarebbe costretto a informare il Parlamento all’inizio di un processo di adesione. Come se non bastasse sarebbe doveroso sottoporre la questione a una ratifica parlamentare. Ma al momento, conferma un portavoce del Mes, non ci sono richieste formali o discussioni in corso con l’Italia.
Riprendere i 58 mld del Mes
Dulcis in fundo, è difficile aspettarsi un’ulteriore concessione di Bruxelles dopo la sospensione del Patto di stabilità e la discesa in campo – seppur tardiva – della Banca centrale europea. Ancorare l’Italia alla condizionalità del Mes potrebbe essere un mezzo suicidio. Esiste tuttavia una possibilità che prevede l’utilizzo del Mes in modo intelligente e indolore.
Si tratterebbe di smantellare il Meccanismo europeo di stabilità. Detto altrimenti, in due step: rompere il salvadanaio con una “potenza di fuoco” pari a 410 miliardi di euro e riprendere i soldi che il nostro governo ha versato nel fondo. Calcolatrice alla mano, 58,2 miliardi. Stiamo parlando di una somma che potrebbe consentire di assegnare mille euro al mese a 5 milioni di poveri o, addirittura, di costruire 500 ospedali.
Tensione nel governo
La sospensione del Patto di stabilità ha senza ombra di dubbio fatto piacere a Conte che tuttavia, continua come detto a insistere sul Mes, alimentando frizioni in seno alla maggioranza.
Lo stop al Patto è un “ulteriore, importante strumento che tornerà utile a integrare la strategia di risposta europea alle gravi conseguenze sociali ed economiche innescate dall’emergenza sanitaria”, spiega una nota di Palazzo Chigi che riporta la “soddisfazione del premier”. In ogni caso “bisogna continuare a lavorare per arricchire il ventaglio degli strumenti messi in campo in modo da rendere la reazione europea coordinata, forte, tempestiva”. E tra questi strumenti c’è proprio il Mes.
Il Movimento 5 Stelle è già in trincea. I membri della commissione Bilancio alla Camera hanno lanciato un chiaro messaggio a Conte: “Bene lo stop al Patto di Stabilità. Questa è la strada da intraprendere per affrontare la grave emergenza nella quale ci troviamo. Qualsiasi vincolo rappresenterebbe un ostacolo alla ripresa economica italiana ed europea. Non ha pertanto neanche senso discutere di Mes, di cui non abbiamo alcun bisogno e che andrebbe archiviato e superato”.