Non contente di isolare l’Italia all’interno dell’Unione europea, Francia e Germania hanno deciso di colpire gli interessi italiani anche sulla rotta della Nuova Via della Seta. La mossa di Angela Merkel e di Emmanuel Macron di incontrare Xi Jinping a Parigi insieme a Jean-Claude Juncker è l’ennesimo segnale di quanto siano incrinati i rapporti fra le cancelliere di Parigi e Berlino e quella di Roma. E anche sul fronte cinese, si nota un particolare distacco fra i desideri dell’asse franco-tedesco e quelli dell’Italia, che a questo punto sembra proprio essere diventata l’obiettivo numero uno della strategia della premiata coppia Macron-Merkel
L’Unione europea non ha mai visto di buon occhio il memorandum d’intesa nato dagli accordi fra Italia e Cina. Bruxelles ha fatto filtrare più la propria irritazione per l’iniziativa italiana di firmare singolarmente con Pechino un accordo nell’ambito della Nuova Via della Seta. L’Ue vorrebbe parlare con la Cina con una voce sola, o almeno questo è il mantra che ripetono costantemente in sede europea. E per questo motivo sono rimasti decisamente poco felici della scelta di Palazzo Chigi di proseguir sulla rotta dell’accordo bilaterale.
Ma l’idea è che a Bruxelles, più ce la volontà di parlare a una sola voce con la Cina, interessi frenare l’Italia dalla sua attività diplomatica da “battitore libero”. Il governo giallo-verde, tra legami con Washington, sponde a Mosca e affari con Pechino, rappresenta una vera e propria spina nel fianco per l’Europa a trazione franco-tedesca. Ed è soprattutto per questo motivo che Macron, Merkel e Juncker hanno cercato prima di tagliare i rapporti fra governo italiano e amministrazione Trump, e adesso ci riprovano colpendo il possibile asse Italia-Cina.
Ma questa volta, la mossa di Francia e Germania è più subdola. Perché con Donald Trump è in atto una vera e propria guerra politica e commerciale. Mentre con Xi Jinping e il gigante asiatico il discorso è diverso. Le sfaccettature sono innumerevoli e gli affari di Berlino e Parigi con Pechino sono enormi, addirittura superiori rispetto a quelli consolidati nell’asse Italia-Cina.
E proprio per questo motivo, in concomitanza con la visita del leader cinese a Roma, da Parigi arriva la notizia che cambia il quadro dei rapporti interni all’Europa. Macron ha invitato la Cancelliera tedesca a Parigi (e con lei sarà presente anche il presidente della Commissione europea) per incontrare tutti insieme il presidente cinese. Xi è atteso a Parigi per martedì, ma oggi è arrivata la notizia che il suo viaggio non riguarderà solo i rapporti Cina-Francia, ma anche Cina-Unione europea. Ed è proprio per questo motivo che la mossa dei due leader dell’asse franco-tedesco appare molto scaltra ma anche un vero e proprio sgarbo diplomatico contro l’Italia.
Di fatto, con questa decisione, Macron, Merkel e Juncker certificano tre cose. La prima, che l’asse franco-tedesco funziona a tal punto da poter condurre incontri a tre con il gigante cinese. La seconda, che l’asse franco-tedesco rimane il vero fulcro della politica dell’Unione europea e che i due leader si sono ormai consacrati quali rappresentanti non più solo di Francia e Germania ma anche dell’Europa. Ma certifica anche un terzo fatto: che questa Unione europea vuole mostrare la propria diffidenza (se non ostilità) nei confronti della decisione dell’Italia di agire unilateralmente con la Cina. Ed è rilevante che i due leader abbiano anche voluto anticipare l’incontro prima del summit Ue-Cina che si terrà il 9 aprile. Ed è probabile che anche di questo parlerà il premier Giuseppe Conte nel faccia a faccia che avrà con Macron al Consiglio europeo.
In tutto questo, è chiaro l’intento franco-tedesco anche di lanciare un segnale negati nei confronti dei rapporti fra Italia e Cina. L’immagine che passa con questa mossa di Macron e Merkel, è quella di un’Italia isolata nel suo contesto continentale e priva della forza necessaria per frenare le ambizioni di Francia e Germania. Problemi forse non fondamentali per una superpotenza come la Cina. Ma nell’ottica generale degli equilibri di forza all’interno dell’Ue è chiaro che per l’Italia si tratti dell’ennesimo campanello d’allarme: il sabotaggio della nostra politica estera è sempre dietro l’angolo.