Secondo quanto riportato dalla testata francese Le Monde, c’è la possibilità che dietro il programma di riforma pensionistica voluta dall’Eliseo ci siano le volontà del colosso privato americano BlackRock, specializzato nelle gestione di fondi pensionistici. La società, che gestisce i risparmi non solo delle casse private mondiali ma anche delle casse previdenziali pubbliche, è guidata, nella sua branca francese, dalla figura di Jean-Francois Cirelli, nome noto alla politica parigina. Già alto consigliere sotto la presidenza Chirac, le sue proposte furono fondamentali per la riforma pensionistica francese del 2003 e la sua figura è stata di conseguenza legata anche all’attuale riforma fortemente voluta da Emmanuel Macron e dall’esecutivo di Edouard Philippe. Nonostante non sembrino esserci legami personali, il suo nome potrebbe essere stato proposto ai funzionari francesi, anche in virtù delle precedenti collaborazioni: gettando l’ombra di un interesse privato dietro alla manovra previdenziale della Francia.
Cirelli si dice estraneo
Nonostante le sue posizioni siano vicine a quelle della proposta di legge sulle pensioni, il presidente della branca francese di BlackRock ha ribadito più volte la sua estraneità alla vicenda. Tuttavia, le sue parole sono state ritenute dagli osservatori francesi poco attendibili, considerando anche il peso della sua posizione nel panorama economico della Francia. Come mai, però, l’Eliseo si sarebbe fatto influenzare dalla società americana sulle questioni relative alla previdenza sociale?
La società americana è uno dei più grandi investitori francesi, detenendo quote rilevanti di 18 delle 40 società del CAC40, l’indice azionario per eccellenza di Parigi. Oltre alle questioni legate alla forza capitale, BlackRock possiede uno tra i personali più preparati sulle questioni macroeconomiche: al punto che il Ceo della branca americana venne assoldato da Barack Obama per analizzare la crisi finanziaria del 2008 successiva a quella dei mutui subprime del 2007.
La possibile pedina di scambio
Con la contrazione delle produzioni del 2019, gli investimenti nei mercati europei non si sono rivelati profittevoli come quelli attuati nelle borse asiatiche o negli indici americani (soprattutto nel tecnologico Nasdaq). Ragion per cui una larga parte delle grosse cordate d’investimento hanno preferito spostare i propri interessi altrove: soluzione che avrebbe potuto attuare anche BlackRock. La Francia ha in deposito un valore di 200 miliardi di euro nelle casse della società di investimenti (come riportato sempre da Le Monde), ma una guerra commerciale tra lo Stato europeo e il colosso americano danneggerebbe principalmente l’economia di Parigi. Infatti, il patrimonio francese non è che una goccia nei quasi 7mila miliardi di dollari che gestisce ogni anno il fondo d’investimento; motivo per cui la Francia ha ceduto e si è impegnata ad aumentare a 300 miliardi di euro i depositi presso la società americana. In cambio, la società di investimenti è rimasta prepotentemente nel mercato azionario di Parigi, nonostante le minori aspettative di guadagno future.
Per poter tenere fede ai patti, Parigi ha però bisogno di incrementare il proprio gettito dall’apparato previdenziale e, per farlo, una riforma delle pensioni era e rimane l’unica strada percorribile. In questo scenario, poco importa se il 5 gennaio si è segnato il traguardo di un mese dall’inizio delle proteste: la riforma deve essere portata a casa, costi quel che costi, per il bene del mercato francese. Ennesima conferma di come la finanza globale controlli il mondo della politica e di come la Francia, sebbene non rientri nei Paesi a rischio, possieda ben più di un problema a livello di stabilità macroeconomica.