Il recente accordo tra l’Italia e gli Stati Uniti per la partecipazione di Roma al programma Artemis si è preannunciato fin da subito come in grado di generare dividendi notevoli per il mondo scientifico e l’industria strategica italiana. L’Italia, che vanta aziende di assoluto valore nel comparto aerospaziale e, assieme a big come Leonardo e Avio, può vantare una galassia di piccole e medie imprese che presidiano settori di nicchia come il mercato dei satelliti di piccole dimensioni e l’elettronica integrata, punta a valorizzare sul lungo periodo l’ingresso nel progetto a guida statunitense.
Come ricordato su Econopoly, gli investimenti in aerospazio hanno la capacità di mobilitare sviluppi sistemici e risorse tali da comprimere notevolmente i tempi di sviluppo dei progetti favorire celeri ritorni dei capitali investiti per le sempre nuove prospettive che il mercato riserva. La partecipazione italiana a Artemis non fa eccezione. Arruolata nella missione statunitense per tornare sulla Luna entro il 2024, la realtà aerospaziale italiana si è subito fatta trovare pronta. Mentre per il programma Artemis è previsto a breve un ulteriore passaggio istituzionale, dopo la firma della dichiarazione di intenti da parte del sottosegretario Riccardo Fraccaro, che porterà all’adesione agli “Artemis Accords” da parte di tutti i Paesi che vi aderiranno, l’industria si prepara a ricevere ordini e commesse.
L’intesa storica siglata tra Italia e Stati Uniti “ammonta potenzialmente a circa un miliardo di euro per l’industria nazionale”, ha dichiarato in una nota l’ad del colosso della difesa e aerospazio Leonardo, Alessandro Profumo. La direzione dell’intervento italiano seguirà con ogni probabilità la road map indicata dal direttore dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia ai microfoni dell’Ansa. Saccoccia immagina future integrazioni tra il contributo italiano ad Artemis e il Lunar Gateway attualmente in via di sviluppo che vede Roma impegnata nel contesto Esa.
“Per quanto riguarda i moduli abitativi, Space Home è il nome che anche l’industria sta utilizzando da tempo e che evoca l’idea di una casa spaziale come un concetto di focolare domestico caro all’Italia”, ha dichiarato il presidente dell’Asi. “L’altro elemento chiave, al momento soggetto a una gara, è la realizzazione del moduli abitativo del Lunar Lander”, ha aggiunto riferendosi all’erede di “Eagle”, il modulo che operativamente nel 2024 (o negli anni a venire) si poserà sulla superficie selenica. L’industria italiana sfrutterà quindi conoscenze e competenze ben consolidate, sviluppate rifornendo per anni le missioni Usa con tecnologie funzionali a ottimizzare moduli pressurizzati e strutture operative. Mercato privilegiato per futuri accordi con la Nasa anche secondo l’amministratore delegato di Thales Alenia Space, joint venture tra la francese Thales (67%) e l’italiana Leonardo (33%), Massimo Comparini.
L’ex Finmeccanica, tra investimenti diretti e partecipazioni in aziende come Avio, copre oltre i due terzi dell’aerospazio nazionale, genera un volume d’affari di oltre 1 miliardo e mezzo di euro e occupa 5mila addetti; complementare alle sue attività c’è però un’intera galassia di imprese giovani e dinamiche, come Argotec, realtà torinese che, spiega Formiche, “già collabora direttamente con la Nasa sul programma lunare e che ha presentato ad aprile una costellazione di piccoli satelliti (Andromeda) per supportare le telecomunicazioni delle future attività sul satellite naturale”. Da non sottovalutare anche il comparto delle tecnologie di ricerca per il lato scientifico della missione: recentemente la istema idrico composto da tre laghi salati nascosti sotto la calotta di ghiaccio del Polo Sud di Marte è stata garantita dal radar Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionospheric Sounding) sviluppato alla Sapienza di Roma, mentre Leonardo fornirà le trivelle destinate alla missione ExoMars 2022. Le frontiere dell’economia spaziale, se i programmi sono messi a sistema, sono in continua espansione: e in Artemis ci sono tutti i presupposti per vedere l’Italia protagonista ad ogni livello della filiera, dal lato industriale all’esplorazione scientifica.