Secondo le ultime stime degli economisti tedeschi, la Germania tornerà ad avere un bilancio federale in rosso, non riuscendo a confermare il trend di crescita degli ultimi anni. In particolare, l’anno critico è stato valutato nel 2021, periodo in cui le spese pubbliche in materia di salvaguardia ambientale e il rallentamento del’economia tedesca dovrebbero portare ad una perdita netta di 1.7 miliardi di euro. Il cosiddetto Black Zero dovrebbe limitarsi ad una contrazione assimilabile ad un quasi pareggio di bilancio. Tuttavia l’inversione della rotta dei bilanci pubblici potrebbe crescere negli anni successivi, considerando gli aumenti di spesa che continueranno a non trovare adeguate coperture provenienti dal Fisco federale.

La locomotiva tedesca necessita di manutenzione?

La Germania, locomotiva trainante dell’Unione europea soprattutto dall’inizio del nuovo millennio, non riesce a superare la crisi endemica dei mercati globali. Se queste difficoltà vengono riscontrate persino dal colosso tedesco, che ne sarà delle economie più deboli dell’Unione? Non bisogna dimenticarsi inoltre che perdite significative, nonostante non siano ancora valutabili, proverranno dal comparto bancario, che soprattutto negli ultimi anni si è visto sfiduciato dagli investitori per le gravi lacune legali interne. Uno scenario nero per Berlino, che rischia di perdere la propria credibilità a livello internazionale.

Dal lato politico, le incertezze degli ultimi mesi non stanno giocando a favore né dei mercati finanziari né dell’economia reale del Paese. L’impossibilità di prevedere le riforme future ha lasciato in fase di stallo gli investimenti, che non hanno adeguatamente conferito liquidità alla struttura economica della Germania. Elemento questo che dovrebbe convincere gli alti palazzi di Berlino a trovare una soluzione efficiente nel più breve lasso di tempo possibile, per non perdere ulteriormente la fiducia dei grandi investitori internazionali.

Il Pil continuerà comunque a crescere

Secondo le stime, il Pil tedesco subirà in ogni caso un aumento nel prossimo biennio: +0,5% nel 2020 e +1,1% nel 2021. Tuttavia, il dato risulta inferiore all’incremento intrinseco del mercato dettato dall’inflazione monetaria, elemento che presuppone quindi una decrescita della produzione e del salario reale dei lavoratori. In sintesi, sebbene i dati rimangano nominalmente in territorio positivo non sono da considerarsi favorevoli per l’economia di Berlino.

Le speranze tedesche si fondano nella possibile ripresa del mercato globale del prossimo anno, magari grazie alle diminuzioni dei dazi internazionali soprattutto di matrice americana. Una ripresa generalizzata aiuterebbe il settore produttivo del Paese, soprattutto del filone manifatturiero, che potrebbe incidere in modo positivo sui dati evidenziati. Nonostante ciò, le attuali aspettative riposte nell’economia dalla Germania sembrano essere troppo sopravvalutate rispetto a quelli che saranno i reali rendimento del mercato. In uno scenario nel quale la politica tedesca, se interessata a mantenere la propria posizione di rilievo in Unione europea senza farsi scavalcare da Parigi, deve darsi il più velocemente possibile una mossa.





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