Il viaggio di Giorgia Meloni a Nuova Delhi ha riacceso le relazioni diplomatiche tra Italia e India, due Paesi potenzialmente complementari su più fronti, a cominciare da quello economico.

Da una parte, infatti, troviamo un gigante asiatico dotato di un mercato interno immenso e desideroso, al tempo stesso, di consolidare la propria crescita. Dall’altra ecco Roma, pronta a mettere sul tavolo le sue competenze tecnologiche, manifatturiere e industriali.

In una cornice del genere, dove ovviamente non c’è soltanto l’Italia, se il primo ministro indiano Narendra Modi saprà sfruttare le contingenze internazionali favorevoli, e fare leva sulla presidenza indiana del G20, allora il famigerato “miracolo indiano” auspicato dagli analisti nei primi anni Duemila potrebbe, finalmente, prendere forma.

Non è un caso che Meloni, in conferenza stampa accanto al primo ministro Modi, abbia sottolineato un aspetto chiave: “Nell’interscambio abbiamo raggiunto la cifra record di quasi 15 miliardi di euro, raddoppiando in due anni, ma siamo entrambi convinti che ci può fare di più”. Fare di più e meglio: ecco, dunque, il doppio obiettivo intrecciato di Italia e India.

L’Italia in India

Tutti sono attratti dall’India, almeno in questa fase storica. Prima di Meloni, Modi ha accolto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, svariati ministri statunitensi e, da qui alle prossime settimane, potrebbe vedere altri alti funzionari e leader di Stato.

Il premier italiano ha tuttavia ottenuto un risultato eccellente, annunciando la trasformazione del rapporto bilaterale tra Italia e India in un partenariato strategico. Significa che i due Paesi sono amici e che intendono cooperare su più fronti, dal campo industriale a quello scientifico, passando per la ricerca universitaria e il settore della difesa.

Come ha sottolineato il Corriere della Sera, sul territorio indiano ci sono 600 aziende italiane. Ebbene, il loro numero e il loro fatturato può espandersi, sulla scia del suddetto partenariato strategico che, tra le altre cose, dovrebbe addirittura aprire persino ad esercitazioni militari congiunte e ad un addestramento italiano dei corpi scelti indiani.

Occasioni da sfruttare

Dicevamo dell’India desiderosa di svilupparsi. Nella difesa Delhi si è detta pronta ad investire ben 200 miliardi di euro in acquisti e produzione di armamenti.

In attesa che l’Italia concretizzi accordi e intese in questo campo, gli indiani attendono progetti di investimento delle decine di imprese italiane che hanno accompagnato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, in un business forum che ha riunito le aziende dei due Paesi.

Nel confronto tra Tajani e il ministro del Commercio indiano, Piyush Goyal, erano presenti, tra gli altri nomi, Enel, Piaggio, Telecom Sparkle, Italferr, Leonardo, Cassa depositi e prestiti, Maire Tecnimont, Stellantis, Fincantieri, Marelli.

L’India spinge per una cooperazione fondata sull’idrogeno – e sulla possibilità di impiegarlo nella produzione dell’acciaio – per una cooperazione industriale di ampio respiro e su consultazioni in ambito climatico.

Accanto a tutto questo troviamo poi l’adesione di Roma all’Indo-Pacific Oceans Initiative, in chiave scientifico e tecnologico, e l’avvio del programma India-Italy startup Bridge. Le prime pietre sono state poste. L’Italia dovra adesso costruire, mattone dopo mattone, una valida architettuta per accogliere i frutti del partenariato strategico con l’india.

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