Tra i due litiganti, il terzo rischia di rimetterci le penne. Se Cina e Stati Uniti dovessero davvero porre fine alla guerra commerciale che li oppone da mesi, l’Europa potrebbe pagarne le conseguenze. Il motivo è semplice: in caso di pace, Pechino riprenderebbe gli affari con Washington. Il grosso degli scambi avverrebbe sull’asse sino-americano, lasciando all’eurozona soltanto le briciole. Colpa di una politica frammentata, quella dell’Unione Europea nei confronti della Cina, e mai desiderosa di stringere un legame duraturo con il Paese asiatico. Ecco perché l’Italia deve muoversi in fretta per ottenere quante più concessioni possibili dal governo cinese.
Guerra dei dazi, la pace è vicina
Secondo le ultime indiscrezioni, il presidente cinese Xi Jinping incontrerà Donald Trump il prossimo giugno. Il meeting si svolgerà a Washington e servirà ad archiviare una volta per tutte alla guerra dei dazi. Nel frattempo le delegazioni dei due governi si sono più volte incontrate per avvicinarsi a una sorta di bozza finale. Alla Cina, tra le altre cose, si chiede una maggiore apertura del mercato interno e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Nodi che Pechino ha sempre esitato a sciogliere. Ma il discorso di Xi all’ultimo forum sulla Belt and Road sembrerebbe dimostrare la volontà della Cina di accontentare, in parte, le richieste statunitensi.
L’accordo Usa-Cina una minaccia per l’Europa?
Il nuovo accordo commerciale che metterà d’accordo Pechino e Washington è una bomba a orologeria per l’intera Unione Europea. Il pericolo è tanto grande quanto scriteriati sono gli accordi fra i singoli Stati europei e la Cina. In un contesto simile il Dragone scavalcherebbe l’Unione Europea per trattare i propri affari più appetitosi direttamente con l’ex nemico di sempre: gli Stati Uniti. Questa Europa, alla strategia cinese, serve a ben poco. Giusto come pedina per far capire agli americani che il Dragone ha sempre un piano B. Però è ovvio che fra il mercato americano e quello europeo, Pechino sceglierebbe il primo senza neanche pensarci.
Washington e Pechino: un’alleanza per arginare Berlino
Ma attenzione, perché l’eventuale scelta cinese di orientarsi oltre oceano sarebbe anche e soprattutto una necessità strategica. Gli Stati Uniti al momento non hanno in serbo progetti da opporre a quelli della Cina. La Germania, agli occhi di Pechino il più pericoloso protagonista in Europa, sì. Berlino è ancora la prima potenza industriale mondiale e si sta preparando per il suo piano d’azione: Industria 4.0. Questo, in futuro, rappresenterebbe un fastidio sia a Washington che al Dragone. Ecco perché un’alleanza dei due nemici sarebbe più che mai utile per entrambe le parti.
Cosa deve fare l‘Italia
La Cina ha ingenti riserve – più o meno 3.000 miliardi di dollari – che impiegherebbe volentieri in investimenti in terra statunitense. Dal canto loro gli Stati Uniti potrebbero essere coinvolti addirittura all’interno della Nuova Via della Seta. È questa una delle ipotesi teorizzate da Le Monde Diplomatique. Uno scenario non del tutto improbabile, considerando che Xi Jinping e Trump sono ormai vicini a un cessate le armi. In questo tutto contro tutti l’Italia deve giocare la sua partita da sola e con astuzia. Deve fare in fretta e approfittare al meglio della sua condizione di “privilegiata”. Le combinazioni sono tante e Roma non può lasciarsi cogliere impreparata. Così, anche in caso di matrimonio fra Pechino e Washington, l’Italia avrà già il suo corridoio con la Cina. E potrà infischiarsene della marginalità del resto d’Europa.