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Pier Carlo Padoan sarà il prossimo presidente di Unicredit. La seconda banca italiana per dimensioni ha scelto l’ex ministro dell’Economia e deputato del Pd eletto nel collegio di Siena per guidare i suoi uffici nei prossimi anni. Padoan, che ha contestualmente annunciato la volontà di lasciare Montecitorio, sarà dunque chiamato a affiancare l’amministratore delegato scelto per il triennio 2021-2023, con ogni probabilità il confermato Jean Pierre Mustier, nelle future scelte strategiche del gruppo. Un presidente di estrazione tecnico-politica risulta più complementare a Mustier rispetto a un presidente proveniente dal mondo bancario, e dunque a Piazza Gae Aulenti Padoan appare la figura dirigenziale più adatta per il periodo post-pandemico, in cui Unicredit appare destinata a aumentare il suo dualismo con Intesa San Paolo.

Ca’ dei Sass è sugli scudi: l’acquisizione di Ubi e la partnership con Euronext e Cdp sul dossier Borsa Italiana hanno proiettato Intesa ai vertici del mondo bancario europeo. Ma Piazza Gae Aulenti non vuole essere da meno. Ma per farlo dovrà prima gestire due importanti dossier: lo smaltimento della quota interna di crediti deteriorati e la pianificazione di una sana e coerente crescita dimensionale. E in un certo senso Padoan può portare una sponda in entrambi i settori.

Lato crediti deteriorati, Padoan ha affrontato da Ministro del governo Renzi e dell’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni la tempesta finanziaria che ha travolto le banche toscane e venete e condotto a termine l’applicazione della procedura di risoluzione culminata nello sdoganamento del bail-in. A dire il vero, Padoan e Renzi in particolare furono molto criticati per aver anticipato i bail-in e non essersi battuti contro la decisione della Commissione di impedire l’intervento del Fondo interbancario di tutela depositi, equiparato a aiuto di Stato, che poi la Corte di giustizia europeo ha ritenuto potesse essere ammissibile. Particolarmente dura, nella primavera del 2019, fu l’affondo di Corrado Sforza Fogliani, presidente dell’Associazione nazionale delle banche popolari, secondo cui la decisione della Commissione europea provocò la risoluzione di ben quattro banche (Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti) con 100mila azionisti e 12mila obbligazionisti messi in ginocchio senza che il governo si opponesse. Padoan, che le norme aggiornate sulle crisi bancarie ha contribuito a scriverle, appare comunque a Unicredit una garanzia per evitare problemi con la gestione futura dei crediti deteriorati.

Sul fronte dell’aumento dimensionale di Unicredit, si parla nelle ultime settimane del fatto che la banca basata a Milano possa contribuire a risolvere il dossier di Monte dei Paschi di Siena, prossima a tornare privata, acquisendola dallo Stato. L’ex ministro è uno dei maggiori conoscitori del caso Mps, “avendone curato prima il tentativo di salvataggio privato e poi la nazionalizzazione”, come nota Il Sole 24 Ore. “Ora potrebbe trovarsi a gestirne la privatizzazione dal lato del compratore”. Premessa di una mossa del genere, secondo diversi analisti, sarebbe destinata ad essere la quotazione sul listino di Francoforte del 50% di una sub-holding pronta a incamerare le attività estere di Unicredit. Come scrive Affari Italiani, anche “gli esegeti delle vicende bancarie italiane, fra cui anche i vertici del maggiore sindacato dei bancari, la Fabi, leggono nella mossa un avvicinamento di Piazza Gae Aulenti a Palazzo Sansedoni”.

Padoan è il secondo esponente del Pd, nonchè il secondo architetto della politica economica di Matteo Renzi, a entrare nel mondo della finanza in poche settimane. Recentemente, l’ex responsabile economico del Nazareno, Filippo Taddei, era stato nominato per un ruolo da economista senior a Goldman Sachs; il meccanismo delle “porte girevoli”, in questo contesto, è ulteriormente accentuato dal fatto che l’ex ministro ricopre un ruolo da deputato e che Unicredit, chiamandolo alla sua guida, lo ha pescato direttamente dalle istituzioni politiche. Le strutture della finanza europee stanno, in questo senso, tendendo ad “americanizzarsi” e servirà in futuro valutare l’impatto che questi passaggi avranno nel trasferimento di informazioni sensibili e strategiche dalle istituzioni ai palazzi della finanza. Quel che è certo è che Padoan, nei prossimi anni, sarà un attivo protagonista delle dinamiche bancarie italiane: ma la sfida di Unicredit a Intesa, che parte con maggiore slancio, non sarà facile.

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