Nessun favoritismo: come era pronosticabile, non ci sarà alcun dividendo speciale per il governo giallorosso in termini di maggiori spazi per deficit o manovra sui conti pubblici in campo europeo, nè l’Unione pare pronta a garantire a Roma un approccio concettualmente diverso dopo la sfumatura della coloritura del governo, dal gialloverde al giallorosso.La permanenza a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte, esperto certificato sul campo di negoziazioni con Bruxelles, appare ora più che mai importante se si pensa che il round di incontri (e scontri) dell’anno scorso potrebbe avere una sua riedizione nei prossimi mesi autunnali.
Lunedì si dovrebbero conoscere le “linee guida” della nota di aggiornamento al Def (Nadef) prioritaria alla presentazione della manovra alla Commissione Ue entro il 20 ottobre. In mezzo, l’audizione di Paolo Gentiloni, designato commissario agli Affari economici, per la conferma al ruolo nell’esecutivo Ue. Secondo Gentiloni la priorità del suo mandato sarà il “pieno uso della flessibilità consentita dalle regole”, ma sulla sua nomina vige il rischio di commissariamento dovuto alla “marcatura ad uomo” da parte del lettone Valdis Dombrovskis, falco del rigore sui conti nominato da Ursula von der Leyen vicepresidente e coordinatore dei commissariati economici.
In preparazione all’audizione di Gentiloni, Dombrovskis ha scritto: “Dobbiamo vigilare sui possibili rischi alla stabilità economica e finanziaria e preservare finanze pubbliche sostenibili. Una politica di bilancio responsabile in questa fase significa anche migliorare le finanze pubbliche e usare lo spazio di bilancio per sostenere investimenti e riforme”. Manca qualsiasi accenno a politiche espansive reali: dunque il governo italiano dovrà penare per ottenere un obiettivo che si avvicini ai desiderata di Conte e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
L’obiettivo di partenza è un deficit al 2,5% con scorporo degli investimenti ambientali (“superdeficit”) dal computo e ampio spazio di manovra dopo il risanamento delle durissime clausole Iva da 23 miliardi. Potremmo aggiungere che una vera manovra coraggiosa non dovrebbe contemplare l’introduzione di nuove clausole di questo tipo, di cui Giulio Tremonti ha spiegato la contestabile origine. Aria fresca per il “re dell’austerità” Dombrovskis. Pronto a rifiutare ogni compromesso al rialzo per l’Italia: le stime della società di consulenza bolognese Prometeia prevedono per i prossimi anni un deficit tra l’1,9% e il 2,1% con il margine di manovra assorbito principalmente dalle aliquote Iva. E il falco Dombrovskis è pronto a chiedere un colpo di mannaia sul deficit di Roma: la strada per il governo giallorosso sarà ampiamente in salita.