Helicopter money, a lungo, è stato per gli economisti un esperimento mentale. Teorizzato dal premio Nobel e padre del monetarismo Milton Friedman nel paper The optimum quantity of money (1969) per illustrare gli effetti dei trasferimenti diretti dalle banche centrali ai cittadini in termini di domanda aggregata e inflazione, nel tempo l’idea ha preso corpo nelle discussioni di politica economica.
Lanciare soldi dagli elicotteri alle persone in strada è l’immagine, a suo modo buffa, con cui si è voluta rendere l’idea di un intervento diretto delle istituzioni monetarie a sostegno dei cittadini in una fase di crisi. Nel dicembre 2008 il manager Eric Lonergan e l’editorialista Martin Wolf proposero sul Financial Times l’helicopter money come alternativa più efficace al quantitative easing in risposta alla Grande Recessione.
Ora, nel pieno della minaccia di recessione globale imposta dalla crisi del coronavirus, misure di helicopter money iniziano a essere messe in pratica nel mondo e a essere discusse anche dai decisori dei Paesi occidentali. Questa volta la prospettiva di rafforzare la liquidità delle imprese e aiutare i cittadini sul fronte dei consumi e del sostegno al reddito attraverso i trasferimenti diretti è già stata implementata in almeno tre scenari: Hong Kong, Macao e Singapore.
L’ex colonia britannica interna alla Cina ha varato un pacchetto da 15 miliardi di dollari per accreditare sul conto di ogni cittadino 1.200 dollari per garantirgli il denaro necessario alle spese d’emergenza nel pieno dell’emergenza Covid-19 e garantire a ogni dettagliante 10mila dollari; Macao mette sul campo 2,2 miliardi di pataca (circa 275 milioni di dollari) per voucher destinati agli acquisti dei cittadini; Singapore ha annunciato che presto ogni cittadino dai 21 anni in su si vedrà accreditato tra i 100 e i 300 dollari sul conto corrente.
In Europa si sono messe in campo politiche di contenimento all’emorragia di tenore non simile, sottolinea La Stampa: “dai 1.500 euro che la Francia darà alle microimprese che abbiano perso almeno il 70% del fatturato a marzo, o ai 600 euro che l’ Italia verserà a partite Iva e co.co.co”, però, le misure del Vecchio Continente non sono universaliste e non garantiscono iniezioni di denaro “a pioggia”.
Gli Stati Uniti, Paese in cui il dibattito sulla helicopter money è più acceso, potrebbero presto scendere in campo con un programma destinato a offuscare tutti gli altri. Donald Trump ha ventilato l’ipotesi di mettere sul terreno 500 miliardi di dollari per finanziare trasferimenti diretti dalle casse statali, attraverso nuove iniziative della Federal Reserve, ai cittadini del Paese, secondo scaglioni legati al nucleo famigliare e al reddito. Ritenendo un taglio fiscale come troppo lento per offrire un supporto la Casa Bianca potrebbe operare una misura del genere. Una misura poco utile, secondo quanto scritto da Mauro Bottarelli su Il Sussidiario, in quanto accompagnata da politiche che rischiano di trasformare la Fed nella “bad bank” di Wall Street attraverso la creazione del Primary Dealers Credit Facility, strumento con cui la banca centrale americana “garantirà prestiti illimitati alle banche, le quali a garanzia potranno rifilare alla Banca centrale titoli azionari, gli stessi che da due settimane si stanno schiantando al suolo e il cui status di hard value collateral è addirittura risibile”.
Questa critica aiuta a capire il principale punto di debolezza delle misure di helicopter money. Pensate come manovre una tantum, esse non garantiscono l’inserimento in una più funzionale politica sistemica, fondamentale per la risposta alla recessione potenzialmente in grado di scatenarsi. Piuttosto, in Occidente, esse rappresenterebbero l’attestazione dei limiti di dieci anni di quantitative easing globale non arrivato alle economie reali e ai redditi dei cittadini. Se tali misure si sovrapporranno a cascate di miliardi finanziari creati dalle banche centrali per continuare le politiche degli ultimi anni, eventuali effetti sui consumi e il reddito dei cittadini si annulleranno con il proseguimento della volatilità finanziaria. L’helicopter money può essere un tampone ma non la soluzione definitiva. Specie se promuovendola i governi cercassero, al contempo, di autoassolversi dalla necessità di porre in essere politiche di investimento, promozione della crescita, creazione di lavoro. Unica reale garanzia per una svolta anti-ciclica.