Sono molteplici gli impatti che il Covid-19 è destinato ad avere sulle economie mondiali, con particolare veemenza per quanto riguarda quelle europee che sono già venute al contatto con l’epidemia. Ma non sono soltanto i danni provocai dall’indotto di una minore circolazione delle persone e di un abbattimento della domanda interna a preoccupare i settori: i maggiori rischi derivano infatti dagli impatti psicologi che perdureranno anche in seguito al superamento di queste settimane difficili.

Mentre infatti una sconfitta dell’epidemia potrebbe sbloccare quasi immediatamente la situazione – almeno per quanto concerne i consumi – molti settori rischiano di subire gli impatti della psicosi ancora per molti mesi, se non anni, a venire. Uno tra questi è sicuramente quello del turismo e di tutti i settori ad esso collegati.

Il turismo è la vera vittima del Covid-19

Come si è già potuto constatare in seguito alle prime disdette pervenute agli operatori del nostro Paese nelle ore immediatamente successive alla scoperta del primo caso di Codogno, l’impatto del Covid-19 sul turismo è stato devastante. E il suo impatto è destinato a durare ancora per molti mesi: non soltanto a causa dei mancati incassi che rischiano di mettere in ginocchio tantissimi operatori, ma anche a causa dell’idea comune che rischia di formarsi nella mente dei viaggiatori mondiali, che per essere modificata necessita di tempi assai più lunghi.

E con il contagio che si diffonde a macchia d’olio in Europa, lo stesso problema sarà esteso a tutti quei Paesi che proprio dal turismo traggono la principale fonte di guadagno: come la Spagna, la Grecia ed il Portogallo. Queste nazioni rappresentano però al tempo anche l’anello debole europeo per quanto riguarda il proprio indebitamento pubblico e le capacità di risposta alle instabilità mondiali, come dimostrato dalla crisi dei debiti sovrani del 2011 ad oggi. E in questo scenario, gli effetti del Covid-19 rischiano di essere ancora più devastanti di quelli creati direttamente dall’infezione che si propaga nella popolazione.

Perché l’Europa patisce di più il Coronavirus?

Mentre la Cina a causa del Covid-19 è stata particolarmente colpita soprattutto nel comparto produttivo, in Europa il rischio è che i settori vengano colpiti a tappeto, anche a causa della maggiore diversificazione dell’economia. Nel Vecchio continente infatti non sono soltanto le produzioni a subire perdite causate da una più bassa domanda, ma anche i viaggi – di svago e di lavoro – e tutto l’indotto dei settori della ricezione alberghiera e della ristorazione rischiano di subire pesanti ripercussioni. E colpire questi ultimi comparti, quasi in tutta la comunità, significa colpire principalmente i piccoli imprenditori, che con maggiore difficoltà saranno messi nelle condizioni di poter ripartire. E come insegna il più basilare manuale di economia aziendale, ogni impresa perduta è un pezzo di storia e di valore della nostra società che non potrà mai più essere recuperato.

Il Sud Europa è un campanello d’allarme

Il rischio di pesanti ripercussioni sul settore del turismo implica un rallentamento della ripartenza dei Paesi colpiti dalla piaga, i quali non riuscirebbero a sopperire alle mancate produzioni proprio nel periodo in cui una forte ripresa sarebbe necessaria per stabilizzare in tempi più rapidi la situazione. E con il Su Europa messo in ginocchio, la stessa Unione europea correrà incontro a gravi difficoltà e sarebbe posta nella condizione di dover aiutare ulteriormente Paesi già pesantemente indebitati, oppure di opporsi ai piani di aiuto dando la spinta definitiva verso il baratro alle economie della regione.

Mentre da un lato la situazione sarà in grado di evidenziare quanto il mutuo soccorso europeo sia valido, dall’altro rischia di minare le certezze ed i pilastri sui quali è fondata la convivenza all’interno dell’Unione europea. Molte domande – che appaiono banali – diventeranno un grosso problema. Il limite del 3% potrà essere sforato ca Spagna, Italia e Portogallo? La Bce potrà comprare i titoli – ancora considerati tossici – della Grecia? E proprio dalla risposta a queste questioni verrà delineata l’immagine dell’Unione europea del prossimo decennio.





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