L’estate è appena iniziata e, prima di accogliere l’autunno, dovranno passare altri mesi. Sembra un’eternità, eppure il tempo stringe. Perché tra pochi mesi i paletti del Patto di Stabilità torneranno regolarmente a limitare le spese dei vari Paesi dell’Ue. Lo ha spiegato alla perfezione Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea. “L’applicazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di Stabilità in queste circostanze è giustificata, ma il Fiscal Board ha detto che la cosa debba essere rivalutata al più tardi a primavera 2021” ha spiegato il falco lituano, perché “questo è conforme a quanto pensa la Commissione Ue”. Il vicepresidente ha inoltre confermato che il Fiscal Board, il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche, ha chiesto all’esecutivo Ue di rivalutare l’applicazione delle norme del Patto al più tardi dalla primavera 2021.

“Non abbiamo fissato una data specifica per disattivare la clausola generale perché c’è troppa incertezza attualmente. Dovremo tornare su questa questione in autunno, con le previsioni del ciclo economico che magari ci daranno qualche indicazione. A quel punto potremo prendere una decisione o al più tardi entro primavera 2021″, ha concluso lo stesso Dombrovskis.

Il ritorno del Patto di Stabilità

Detto altrimenti, Dombrovskis ha fatto capire che, se nei mesi scorsi è stato giusto attivare la clausola di salvaguardia del Patto, è altrettanto importante tornare alla normalità riprendendo le regole “congelate”. Due sono i periodi da cerchiare sul calendario con la matita rossa: l’autunno o la primavera. Da cosa dipenderà la scelta di Bruxelles? “La condizione per applicare la clausola generale di salvaguardia”, ha sottolineato Dombrovskis “è chiara: una recessione seria nell’Eurozona o nell’Ue nel suo complesso. Questo è il parametro che monitoriamo”.

In ogni caso, sarà data importanza, con ogni probabilità, anche alla situazione della pandemia e ai segnali economici che arriveranno dai Paesi membri dell’Ue. Dello stesso avviso anche Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo. “Presto dovremo ritirare ciò che voleva essere temporaneo”, ha dichiarato Centeno, come riferisce l’agenzia Ansa. “Però sarà necessario un ritorno graduale” perché “in un contesto di incertezza e ripresa disomogenea una stretta sui bilanci prematura può minare gli sforzi del passato”.

Lo spauracchio dell’Italia

Alla luce delle dichiarazioni di Dombrovskis e Centeno, due sono le domande da porsi. La prima: una volta che il Patto di Stabilità sarà tornato operativo, dobbiamo prepararci alla Troika? La seconda: cosa faranno quei Paesi il cui debito pubblico è schizzato alle stelle? Difficile dirlo, anche se c’è già chi pensa ai piani di intervento di Bruxelles rivolti ai governi in crisi economica.

Se così fosse, per l’Italia sarebbero guai seri, visto che, nel corso del 2020, il debito pubblico nostrano ammonterà al 160% del PIL. Detto altrimenti, il rischio più grande che può correre Roma è quello di finire con un cappio legato al collo. Preparato accuratamente dai burocrati dell’Europa, gli stessi che avevano promesso mari e monti per aiutare i Paesi membri a superare la crisi economica provocata dalla pandemia di Covid.

Nel frattempo, riferisce Adnkronos, il ministro dell’Economia italiana, Roberto Gualtieri, ha così parlato in merito al Patto di Stabilità: “Ritornare a una meccanica applicazione delle regole del Patto di Stabilità nel 2021 non appare in linea con le previsioni attuali. Il governo italiano presenterà una propria strategia di medio periodo della politica di bilancio. Come sempre detto, il nostro obiettivo è mettere il debito su un sentiero discendente”, ha aggiunto il ministro.