La febbre dell’Artico è una sfida a tre tra Russia, Cina e Stati Uniti, alle quali si aggiunge l’incognita Canada anche se Ottawa sembra più una proiezione di Washington che non un attore destinato a fare i propri interessi. Le nuove vie del ghiaccio fanno gola a tutti, perché nei pressi del Polo Nord si sono create interessanti rotte commerciali che permetterebbero alle navi cariche di merci di accorciare il tempo delle loro traversate interoceaniche. Nel caso cinese, le imbarcazioni non dovrebbero più partire da uno dei porti situati lungo la costa orientale e deviare verso l’Oceano Indiano, per poi passare dallo Stretto di Malacca e risalire lungo il Canale di Suez; alle navi basterà circumnavigare la penisola coreana e risalire verso nord per approdare direttamente a Rotterdam. Gli Stati Uniti, invece, potrebbero attraversare la Groenlandia e tagliare l’Artico per ritrovarsi a Shanghai, e da lì in tutta l’Asia. Russia e Canada, pur essendo due paesi collocati geograficamente lungo i punti chiave di quella che è già stata definita Via Polare, o Via della Seta Polare, non sembrano essere in grado di resistere alle ombre proiettate nell’Artico da Pechino e Washington.
La nave cinese per espugnare l’Artico
La contesa principale si gioca dunque tra Cina e Stati Uniti. Pechino ha subito colto la palla al balzo e non ha perso tempo. Nel 2018, come anticipato da The Diplomat, la China National Nuclear Corporation (Cnnc), cioè il più grande operatore nucleare del paese e controllato dallo Stato, ha indetto una gara per costruire il primo rompighiaccio a propulsione nucleare della Cina. La Cnnc ha richiesto consulenza tecnica per dare vita al progetto, assieme a servizi di verifica e collaudo. L’obiettivo è quello di creare una nave dotata di una capacità di rottura del ghiaccio tale da poter aprire nuove vie polari navigabili a fini commerciali; l’imbarcazione deve anche essere in grado di condurre attività di ricerca e soccorso. Tra i requisiti richiesti c’è anche il possesso di una “licenza di produzione di armi”. Attualmente la stessa Cncc sta sviluppando un reattore marittimo per un progetto dimostrativo di centrale nucleare galleggiante che dovrebbe essere lanciato entro la fine dell’anno.
Work in progress
Il contratto è stato vinto dalla Shanghai Jiatong University. Lo scorso marzo l’università, insieme alla Cncc e allo Shanghai Nuclear Power Office, ha aperto un istituto di ricerca per le navi a propulsione nucleare e attrezzature marittime. Un’indiscrezione apparsa su un blog cinese, Hanhai Langshan, sottolinea come la nave futura peserà 40 mila tonnellate e avrà una capacità di rompighiaccio a 3 metri, estendibile a 4,5 in fase di spostamento. Al di là delle voci, vale la pena riflettere sulle dimensioni effettive della nave, che se la giocherebbe alla pari con i rompighiaccio russi di prossima generazione. La Cina sta attuando il suo piano ed è pronta a ipotecare la nuova via commerciale del futuro. Resta da capire come (e se) reagiranno Stati Uniti e Russia. Al momento Washington si è limitata ad accusare Pechino di espansionismo. Un po’ poco per opporsi alla potenza dell’imminente nave rompighiaccio a propulsione nucleare cinese.