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Le prime trattative diplomatiche tra la Cina e gli Stati Uniti stanno portando ad una ridiscussione dei dazi tra i due Paesi. Tra le tante richieste che sono state mosse al colosso asiatico, gli Stati Uniti hanno voluto spingere sul comparto agricolo. La Cina si è quindi impegnata ad aumentare le proprie forniture di generi alimentare dagli Usa, passando da 24 miliardi attuali ai 40 dei prossimi anni; con grande soddisfazione da parte del presidente americano Donald Trump. Questa condizione,fondante per giungere ad una ridiscussione totale dei dazi, ha trovato il favore dei ceti politici di entrambi i Paesi. Il problema è sorto però nelle sale dei rappresentanti di categoria, che hanno visto in modo alquanto scettico le cifre sulle quali è fondato l’accordo, intravedendo possibili rischi per il mercato alimentare americano.

La Cina non rispetterà gli accordi

Secondo Dan Basse, rappresentante degli agricoltori di Chicago, le possibilità di intravedere qualcosa di positivo dipende molto dal mix di prodotti che verranno comprati da Pechino. Al momento i dettagli dell’accordo non sono stati resi completamente noti, onde evitare che uscite anzitempo di informazione danneggiassero i mercati finanziari. Tuttavia, il presentimento dei rappresentanti di categoria è che gli acquisti saranno indirizzati soprattutto verso le carni, prodotto molto importato nel mercato cinese. La speranza (condivisa dal partito repubblicano in chiave elettorale) è quella che gli acquisti diano impulso anche all’agricoltura, specialmente del grano e della soia, nell’ottica di potenziare soprattutto il mercato produttivo degli Stati centrali degli Usa.

Secondo gli analisti, le possibilità che la Cina acquisti forniture di prodotti dagli Stati Uniti per 40 miliardi di dollari è del tutto inverosimile, considerando anche la recessione in atto nel mercato cinese. Tale cifra è stata concordata anche in virtù della manovra finanziaria di Pechino, che prevede una crescita del 6% il prossimo anno della propria economia. Le possibilità che ciò avvenga sono però scarse, permanendo i dubbi sulla resa delle produzioni mondiali del 2020.

I rischi di una sovrapproduzione

I dubbi dei rappresentanti di categoria sono legati alla possibilità che gli agricoltori americani producano quantità di merci eccessive rispetto alla reale richiesta del mercato. Se la Cina non comprerà tutte le forniture concordate, l’eccesso di produzione si tradurrà con perdite dovute alla deperibilità dei prodotti che marciranno nei magazzini ed alla deflazione dei prezzi delle merci agricole, danneggiando ulteriormente il settore primario americano. Un rischio molto elevato, soprattutto per il blocco degli Stati centrali degli Usa.

L’accordo concluso con Pechino è quindi una scommessa fortemente voluta da Trump: dalla più totale chiusura al gettarsi bendato tra le braccia di Xi Jinping, sperando tenga fede agli accordi. In caso contrario, il rischio di crisi del mercato agricolo e la conseguente ripercussione elettorale che subirebbe il partito repubblicano sono alle porte: non è detto che questo non sia proprio l’obiettivo del presidente della Cina.

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