Nelle ultime settimane le borse mondiali hanno recuperato buona parte delle perdite di inizio anno, sull’onda dell’euforia provocata dai risultati incoraggianti ottenuti dagli studi sul vaccino per il coronavirus. A segnare le risalite maggiori sono state le borse asiatiche e le società farmaceutiche, sebbene la tendenza sia stata riscontrata un po’ ovunque ed in modo generalizzato. Tuttavia, secondo gli analisti è ancora presto per potersi considerare fuori dal tunnel della sfiducia sugli investimenti, poiché ancora troppe sono le incognite che circondano l’economica mondiale dei prossimi mesi. Tra queste, le stime ancora incerte riguardo alla reale recessione finale del 2020 e soprattutto la paura che, da un momento all’altro, una fatidica seconda ondata di Covid-19 possa generare una situazione alquanto simile a quella vissuta nei mesi scorsi.
I rischi di una seconda ondata
Una nuova ondata importante come quella che ha obbligato l’Europa a chiudersi a riccio nello scorso finire d’inverno potrebbe questa volta essere potenzialmente ancora più fatale per l’economia mondiale. Non solo a causa della sfiducia su tutti quei settori che, empiricamente, si sarebbero dimostrati poco solidi e soprattutto eccessivamente deboli di fronte a crisi mondiali, ma anche per una questione legata all’incertezza che circonderebbe la totalità dei comparti produttivi. E con una nuova serrata che porterebbe ad un nuovo crollo della domanda interna – ed alle conseguenze che già tutti ormai abbiamo conosciuto – questa volta non ci si potrebbe affidare nemmeno sulla certezza degli aiuti pubblici, materialmente impossibili da riproporre in quanto insostenibili.
In questo scenario, dunque, nonostante le borse stiano tirando un sospiro di sollievo la situazione è tutt’altro che rosea, dovendo affrontare ancora una miriade di inconvenienti lungo il percorso. Primo tra tutti, il rischio di imbattersi in un nuovo crollo generalizzato causato dalla pandemia e di riflesso da un nuovo crollo del prezzo del petrolio – per il quale, questa volta, anche i tagli della produzione potrebbero non essere sufficienti.
L’importanza per la finanza della scoperta di un vaccino
La scoperta in ambito scientifico di un vaccino efficace – o di una cura certa – per il Covid-19 potrebbe probabilmente essere l’unica arma in grado di risollevare definitivamente gli indici azionari mondiali. Il suo possesso da parte dei governi permetterebbe infatti di poter evitare il verificarsi di una nuova stagione di lockdown e di conseguenza evitare buona parte di quelle flessioni economiche che hanno caratterizzato il 2020 fino a questo momento.
In assenza di esso – o qualora gli studi si rivelassero condurre a un vicolo cieco – le stesse borse continuano in realtà a cavalcare l’onda delle fluttuazioni di mercato, ben consapevoli di non essere in grado di sopravvivere all’impatto con la spiaggia. E soprattutto, questa preoccupazione contribuisce ulteriormente a rallentare gli investimenti attuali, ritardando una ripresa che in questo momento sarebbe dovuta essere decisamente più marcata.
Brevi eccezioni limitate a qualche titolo azionario a parte, infatti, la ripresa delle borse è avvenuta in modo stranamente lineare e soprattutto molto lentamente, considerando il capitombolo avvenuto nello scorso inverno. Questo particolare, collegato alle difficoltà degli scorsi mesi, è dunque molto importante per capire come davvero, questa volta, gli investitori mondiali siano intenzionati a muoversi con i piedi di piombo. E soprattutto, a restare vigili qualora, ancora una volta, il Covid-19 torni a bussare prepotentemente alle porte dell’intero mondo.