Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), ovvero il più grande produttore di semiconduttori di Taiwan e del mondo, è pronto ad aprire nuovi stabilimenti strategici oltre i confini nazionali. In particolare, l’azienda ha preso in considerazione l’idea di costruire un secondo impianto in Giappone e sta valutando la possibilità di inaugurarne un primo in Europa.

Il motivo di una simile mossa è presto detto: rispondere alle richieste dei clienti, sempre più affamati di semiconduttori, e rendere la propria catena di fornitura geograficamente più diversificata, e dunque impermeabile alle tensioni con la Cina.

“In Europa stiamo collaborando con clienti e partner per valutare la possibilità di costruire una fabbrica specializzata incentrata su tecnologie specifiche per il settore automobilistico, in base alla domanda dei clienti e al livello di sostegno delle autorità locali”, ha dichiarato CC Wei, CEO di TSMC. La società sta anche valutando la possibilità di costruire una seconda fabbrica in Giappone, “a condizione che la domanda dei clienti e il livello di sostegno del governo abbiano senso”, ha aggiunto Wei.

Il colosso taiwanese, che produce circa il 90% dei chip super avanzati del pianeta, ha già aumentato i suoi investimenti negli Stati Uniti. Nel 2022, ha sottolineato la Cnn, la società ha annunciato di star costruendo una seconda fabbrica di semiconduttori in Arizona e aumentando i suoi investimenti da 12 a 40 miliardi di dollari.

I nuovi impianti di TSMC

La spinta all’espansione di TSMC arriva nel momento in cui il produttore di semiconduttori prevede che l’industria globale dei chip, esclusi i chip di memoria, diminuirà del 4% per tutto il 2023. 

In merito ai nuovi impianti dell’azienda, secondo quanto riportato da Nikkei Asian Review, la società sarebbe in trattative avanzate con fornitori chiave per la creazione del suo primo potenziale impianto europeo nella città tedesca di Dresda, in una mossa che consentirebbe al colosso taiwanese di capitalizzare la domanda in forte espansione proveniente dall’auto della regione industria.

L’azienda taiwanese dovrebbe inoltre inviare un team di alti dirigenti in Germania all’inizio del 2023 per discutere il livello di sostegno del governo tedesco per il potenziale impianto, nonché la capacità della catena di approvvigionamento locale di soddisfare le sue esigenze.

La decisione di costruire l’impianto sarebbe un grande impulso per l’Unione Europea, che sta correndo per ridurre la sua dipendenza dall’importazione di semiconduttori dall’Asia. Bruxelles all’inizio di quest’anno ha approvato 43 miliardi di euro di sovvenzioni nel tentativo di attirare i produttori di chip in Europa.

Un asset strategico per Taipei

TSMC è considerato un asset strategico a Taiwan. Rifornisce i principali giganti della tecnologia, tra cui Apple e Qualcomm. Produce, come detto, i componenti fondamentali per il buon funzionamento di qualsiasi cosa, dagli smartphone alle lavatrici.

La società è preziosa per l’economia globale ma anche per la stessa Taipei, al punto che l’azienda è considerata essere uno “scudo di silicio” per l’isola contro una potenziale invasione militare da parte di Pechino. Detto altrimenti, e secondo questa teoria, finché TSMC continuerà a sfornare chip la Cina non si azzarderà ad attaccare l’isola.

Se la presenza di questo colosso a Taiwan rappresenta un forte incentivo per la difesa occidentale di Taipei, la sua espansione internazionale potrebbe causare disagio al governo taiwanese. Il rischio, infatti, è che TSMC possa portare con sé, all’estero, la sua tecnologia più avanzata, privando Taiwan di uno dei suoi asset chiave, riducendo le opportunità di lavoro a livello locale. C’è il timore, inoltre, che una minore presenza dell’azienda possa esporre l’isola a maggiori pressioni da parte di Pechino.

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