I rapporti cordiali tra Buenos Aires e Pechino sembrano destinati a migliorare dopo l’incontro svoltosi tra i rappresentanti dell’esecutivo argentino e Chen Shiqing, amministratore delegato della compagnia Huawei. Al centro del colloquio ci sono stati temi come la cybersecurity, la protezione dei dati personali e la necessità di potenziare la cooperazione. Guillermo Justo Chaves, capo di gabinetto del Ministero degli Esteri, ha avuto parole di apprezzamento per la tecnologia 5G della Huawei. Secondo Chaves, infatti, la compagnia è un leader mondiale nelle telecomunicazioni ed è essenziale che Argentina e Huawei lavorino insieme. L’Argentina, come altri Paesi, ha deciso di adottare il 5G made in China: una mossa sgradita a Washington, che vede l’espansione della Huawei come ostile agli interessi americani nella regione.
Quali sono i timori di Washington
Gli Stati Uniti temono il ruolo dominante esercitato dalla Cina nell’ambito della tecnologia 5G grazie a compagnie come la Huawei e la ZTE. La corsa per la supremazia tecnologica vede infatti Washington in netto svantaggio: la Casa Bianca non può contare su una grande azienda in grado di fornire l’equipaggiamento necessario per la diffusione della rete ed ha persino pensato di acquistare la svedese Ericsson e la finlandese Nokia, che si trovano in una posizione migliore. L’amministrazione Trump teme, tra l’altro, che società come la Huawei possano essere legalmente obbligate dal governo cinese a fornire i dati di cui entrano in possesso. Le preoccupazioni per la sicurezza sono ancora più rilevanti quando ad essere coinvolta può essere l’America Latina, un retroterra strategico per garantire stabilità e sicurezza a Washington. L’America Latina continua a progredire nell’adozione della tecnologia 4G: un passo necessario per consentire agli operatori di preparare l’esperienza legata al 5G che opera ad una velocità molto maggiore del 4G, è in grado di eliminare i tempi i latenza ma è attiva solo in alcuni mercati, come in Cina, Corea del Sud e Stati Uniti.
Il caso del Brasile
La Huawei può contare su una presenza massiccia nei principali mercati dell’America Latina e ciò le consentirà, con tutta probabilità, di giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo del 5G nei prossimi anni. In Brasile, ad esempio, sei delle sette reti 4G operative sono state costruite dalla Huawei e la compagnia è attiva nel Paese da ben ventuno anni. La costruzione della rete 5G si è però trasformata in una complessa questione geopolitica. L’ambasciatore americano Todd Chapman ha reso noto come Washington sia disposta a fornire supporto finanziario a Brasilia qualora non venga scelta una compagnia cinese. Il presidente Bolsonaro e parte del suo gabinetto hanno dimostrato, in più occasioni, la propria vicinanza a Washington ed il Capo di Stato è probabilmente tentato dal voltare le spalle e Pechino. Il problema, però, è che l’economia brasiliana dipende da quella cinese e la Cina considererà un’eventuale esclusione della Huawei come un atto ostile. Il Brasile è colpito da una gravissima crisi umanitaria scatenata dal Covid e rinunciare al supporto di Pechino potrebbe rivelarsi impossibile.
Cile e Colombia
Il Cile aveva già chiarito, nel 2019, come non intendesse escludere la Huawei nell’ambito dell’introduzione della rete 5G. Rodrigo Yanez Benitez, vice Ministro per il Commercio, aveva descritto l’economia cilena come ” di dimensioni ridotte ed altamente competitiva” e che ciò porta necessariamente ” a non escludere alcun Paese quando si parla di tecnologia”. Gli Stati Uniti di Donald Trump, che avevano già escluso la Huawei dalla propria rete nazionale, avevano invitato gli alleati a fare lo stesso. Un consiglio evidentemente non recepito dall’esecutivo conservatore guidato dal presidente Sebastian Pinera, che aveva già risentito della guerra commerciale tra Pechino e Washington.
Sylvia Constaín, ministro delle Telecomunicazione del governo colombiano, ha reso noto come non ci sia alcun piano per escludere la Huawei o altre compagnie dall’asta sul 5G, che avrebbe dovuto svolgersi alla fine del 2020 o nei primi mesi del 2021. Il ministro aveva poi chiarito come la Colombia stia vagliando ben 40 proposte per lo sviluppo di progetti su piccola scala legati al 5G. Carlos Guillermo Solomon, esponente di alto livello della Huawei per l’America Latina, ha chiarito come Bogotà avrebbe molto da perdere qualora decidesse di porre delle barriere al network 5G della Huawei. Secondo Solomon, infatti, la compagnia è due anni avanti rispetto ai rivali grazie agli investimenti fatti in anticipo.