Le nuove frontiere dell’innovazione stanno spingendo l’economia globale verso un livello crescente di complessità e interdipendenza. Si parla molto spesso di “quarta rivoluzione industriale”, ma la realtà è molto più complessa di una semplice formula. In sostanza, negli ultimi anni si è enormemente intensificata l’importanza dell’economia della conoscenza basata sul controllo, la gestione e la distribuzione dei flussi di dati e sull’interdipendenza informatica degli oggetti d’uso comune (internet of things).

Siamo a un passo oltre il digitale: si stima che nell’ultimo biennio il mondo abbia prodotto una quantità di dati maggiore di quella che l’umanità abbia mai prodotto in tutta la sua storia precedente. I dati, “petrolio del XXI secolo” secondo l’Economistacquisiscono rilevanza in funzione della capacità dei sistemi politici ed economici di ordinare la loro gestione a un fine strategico.

Per competere nell’economia mondiale, attualmente, risulta necessaria una grande capacità di ottimizzare i flussi di dati che informano delle caratteristiche dei vari sistemi (dalla supply chain di una materia prima alle fluttuazioni di un dato titolo), di controllarne i flussi attraverso l’infrastruttura che ne permette il fluire e di analizzarne i contenuti per costruire modelli di simulazione coerenti, ma soprattutto una coerente politica di difesa dei sistemi di gestione e di analisi da attacchi esterni. Il tema della cybersecurity è tornato d’attualità di recente, quando la Francia ha voltato le spalle a Google per puntare sul motore di ricerca “autarchico” Qwant proprio per ragioni securitarie.

Di seguito si proverà a offrire una panoramica il più completa possibile dei principali sistemi che stanno influenzando l’economia dei dati e, al tempo stesso, delle loro implicazioni securitarie. In un contesto tanto complesso e in continuo mutamento, un certo grado di sistematizzazione risulta essenziale.

La rivoluzione dell’intelligenza artificiale

“Nel business è necessario prendere delle decisioni efficaci e in breve tempo. Se alla capacità di analisi dell’uomo si aggiunge una macchina in grado di vagliare una grande quantità di informazioni per far prendere alla persona la decisione giusta, e casi precedenti utili, questo semplifica e migliora il lavoro. Inoltre capitalizza il valore della conoscenza acquisita da altri, altrove, che in caso contrario andrebbe persa”. Così Alessandro Curioni, uno dei massimi esperti italiani di intelligenza artificiale, ha parlato all’Agi del nuovo ruolo assunto dall’Ai nell’economia contemporanea.

Curioni, del centro di ricerca IBM di Zurigo, ha aggiunto che “l’intelligenza artificiale ci consente di dare un senso a una quantità immensa di dati in modo efficace. Lo sviluppo di una tecnologia che abbia capacità computazionali come quelle che stiamo sperimentando ci dà la possibilità di fare una quantità di calcoli enorme e di trovare soluzioni a molti problemi. E’ un’evoluzione quasi necessaria dell’informatica, se si pensa che la quantità di dati che abbiamo oggi a disposizione è immensa, ed è cresciuta in modo esponenziale”.

In questo contesto si è sviluppata un’importante filiera di attività di ricerca basata sulla costruzione di modelli di simulazione capaci di digerire enormi moli di informazioni per contribuire alla definizione di azioni strategiche di natura commerciale o di politica economica. Secondo Curioni, i tre principi guida che devono seguire gli operatori nel settore sono “affidabilità, trasparenza, reliability”. La sfida principale, in materia di Ai, è legata proprio alla tutela delle informazioni sensibili dagli attacchi informatici. Non è un caso che Cina e Stati Uniti siano all’avanguardia nella ricerca sulle implicazioni militari dell’Ai.

Blockchain, oltre la bolla del bitcoin

L’insolita fluttuazione del bitcoin, la criptovaluta che nel 2017 ha conosciuto una vera e propria fiammata nei rendimenti, ha dato notorietà mediatica al termine “blockchain”, da molti erroneamente sovrapposta al bitcoin. In realtà, la situazione è molto complessa.

Come scrive il più importante portale italiano in materia, “la Blockchain è un grande database per la gestione di transazioni crittografate su una rete decentralizzata di tipo peer-to-peer decentralizzato che dà il nome a una nuova piattaforma tecnologica, che permette di ridefinire e reimpostare il modo in cui creiamo, otteniamo e scambiamo valore”, attraverso un processo che unisce sistemi distribuiti, crittografia avanzata e teoria dei giochi.

Essa si configura come “un registro pubblico per la gestione di dati correlati alle transazioni presenti nei blocchi e gestite tramite crittografia dai partecipanti alla rete che  verificano, approvano e successivamente registrano tutti i blocchi con tutti i dati di ciascuna transazione su tutti i nodi”.

La stessa “informazione” è dunque presente su tutti i nodi e pertanto diventa immodificabile se non attraverso una operazione che richiede la approvazione della maggioranza dei nodi della rete e che in ogni caso non modificherà lo storia di quella stessa informazione.

Sono numerose le aziende che optano per creare dei registri basati su blockchain consultabili solo internamente o dai partner. Un nuovo sistema basato sulla trasparenza può rendere più fluido lo svolgimento del monitoraggio dei processi a tutti i livelli e per tutte le persone ed entità coinvolte. Tra i big europei, si segnala Carrefour che ha aperto, nel marzo scorso all’utilizzo della tecnologia blockchain per coprire e rendere trasparenti i passaggi della filiera produttiva dei suoi prodotti.

In futuro lo sviluppo delle “cinghie di trasmissione” tra economia blockchain e economia reale sarà fondamentale per ottimizzare il rendimento dei dati che si accumulano nella filiera. L’internet delle cose è un esempio di uscita in emersione della blockchain, ma ad esso si possono aggiungere anche la concessione di valore legale agli Smart Contract firmati digitalmente. L’Italia, in vista 2019, ha allo studio importanti provvedimenti che apriranno la strada alla tecnologia blockchain e al suo utilizzo nell’economia del sistema Paese.

Implicazioni securitarie

Mondi come l’intelligenza artificiale e la blockchain impongono agli attori che intendono padroneggiarli riflessioni securitarie di notevole importanza, specie in una fase in cui l’infrastruttura digitale è al centro di numerosi contenziosi geopolitici, prima fra tutte la sfida commerciale tra Cina e Usa, come dimostrato dal recente scontro sul ruolo di Huawei fuori dall’Impero di Mezzo. L’ascesa della comunicazione 5G appare destinata a fornire il terreno di competizione su cui le potenze dell’Ai e della blockchain si confronteranno in futuro.

Intelligenza artificiale, blockchain, 5G: il mondo dei dati è in fibrillazione, e risulta fondamentale per Stati e istituzioni economiche pensare a sistemi di difesa dalle potenziali minacce (furti di dati, attacchi hacker, danni alle infrastrutture strategiche) che possono essere portate a un sistema immateriale solo sulla carta. In questo campo, risulterà crescente il ruolo di analisi e pianificazione dei servizi di intelligence, come segnalato da Aldo Giannuli nel suo ultimo saggio Come i servizi segreti stanno cambiando il mondo.

“La notizia grezza”, secondo Giannuli, “ha un valore cognitivo molto povero, quello che conta è la notizia elaborata”, la cui costruzione diventa compito dei servizi informativi pubblici e privati a cui è deputata la strutturazione di “archivi, elaboratori, programmi, modelli di simulazione” e la custodia della sicurezza dei dati vitali per l’organizzazione di riferimento. Oggetto del contendere di un mondo di confine, apparentemente virtuale ma capace di produrre effetti decisamente concreti.

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