Non ci sarà soltanto il Covid-19 tra le cause del crollo dei mercati globali: anche il mancato accordo sulla riduzione delle produzioni di greggio tra le forze dell’Opec+ rischia di diventare un vero e proprio terremoto sulle borse mondiali. E se già l’apertura di questa mattina delle borse asiatiche avevano evidenziato come questa settimana sarebbe stata nel segno dell’incertezza, gli sconvolgimenti azionari della giornata hanno dato risposta – purtroppo – alle preoccupazioni degli operatori di borsa. Non soltanto l’Europa: tutti i mercati globali rischiano adesso di subire il traino dei tracolli europei, in quella che rischia di essere ricordata nei prossimi anni come la settimana nera delle borse mondiali.

Il tracollo del petrolio è un disastro finanziario

È troppo presto ancora per poter stabilire se il tracollo dei mercati fosse contemplato o sperato dalla mossa di mosca di rifiutare il taglio sulle produzioni: l’unica cosa certa è che la sua repentina perdita di valore è stata uno tsunami sul mondo finanziario. Arrivato al minimo di 31.29 dollari al barile nella prima mattina, la sua momentanea risalita non è bastata a dare controtendenza ai dati di mercato: soprattutto per la paura che esso potesse crollare nuovamente, come pare essere delineato dai trend della giornata.

Adesso i mercati temono quindi un grigio futuro dettato dall’incertezza sul valore del greggio, non adeguatamente stabilizzato dagli accordi di produzioni internazionali. Il mancato accordo dell’Opec+, come preannunciato, si configura dunque come una chiara guerra economica, intenta a sfruttare tutte le complicanze che subiranno nei prossimi giorni i mercati azionari: con il petrolio che non subiva una perdita di queste dimensioni dalla scoppio della Crisi del Golfo.

La caduta a picco del prezzo del petrolio crea infatti una forte sfiducia verso tutta la filiera, che scoraggia gli investimenti e si ripercuote verso tutti quei settori che sono direttamente collegati al commercio ed alla lavorazione del greggio e dei prodotti finiti. Ed in questo scenario, le prospettive infelice dei prossimi mesi non possono che contribuire al rischio di una ulteriore contrazione del valore dei titoli azionari.

La risposta dei mercati

Con i mercati europei – dati IlSole24Ore – che al giro di boa di mezzogiorno si sono trovati in una perdita compresa tra i 5 ed i 10 punti percentuali – con Milano bandiera nera anche a causa dell’ingresso nella zona rossa per il coronavirus – gli scenari dei prossimi giorni sono raccapriccianti. Il rischio è quello che il trend così iniziato porti alla distruzione di buona parte del valore degli indici azionari, ripercuotendosi sugli investitori che non si erano lasciati spaventare dalle grigie prospettive internazionali.

Risultati analoghi sono stati portati a casa dalle borse asiatiche, mentre quelle americane sembrano al momento in grado di limitare parzialmente le perdite anche grazie alla maggiore distanza sia dal mancato accordo petrolifero. Tuttavia, i prospetti delle borse appaiono attualmente sulle montagne russe, col rischio di incappare in una nuova picchiata in grado di bruciare ulteriori miliardi di investimenti.

Il prezzo del petrolio potrebbe scendere ancora

Come già sottolineato dagli analisti nelle scorse settimane, il prezzo del petrolio potrebbe scendere sotto il valore critico di 30 dollari al barile, rivelandosi disastroso per la tenuta dei mercati azionari. Tuttavia, mentre lo scenario iniziale avrebbe lasciato intendere un calo meno drastico e soprattutto spalmato nel tempo, il tracollo in doppia cifra si è rivelato ancora più invasivo, generando la paura tra gli investitori.

In questo scenario però le possibilità che il prezzo continui a calare nelle prossime settimane prima di stabilizzarsi sono molto elevate, soprattutto a causa delle chiusure russe alle trattative sul numero della produzione e per l’impossibilità del mercato concorrenziale di agire in assenza dell’accordo con Mosca. La sensazione che traspare, tuttavia, è che sia in atto una vera e propria sfida internazionale destinata a durare per più giorni, sin tanto che qualcuno non inizierà a cedere. Ed in questa prospettiva, né Mosca, né Riad e neppure Washington sono intenzionate a farsi cogliere impreparate: con l’Europa e l’Asia orientale impotenti spettatori di una guerra finanziaria tra i colossi mondiali.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.