In Cina potrebbe presto esplodere una bolla speculativa: quella del settore immobiliare. L’allarme arriva da alcuni recenti dati che mostrano come il rischio di un collasso sia da tenere in seria considerazione. Il prezzo delle abitazioni è tornato ad aumentare, con la media del + 10.6% aggiornata allo scorso marzo. Si tratta del più alto valore registrato da aprile 2017 e un valore simile, assicurano gli esperti, comporta due conseguenze. La prima è che la seconda più grande economia del mondo ha reagito dopo un complicato avvio di 2019. La seconda riguarda invece i lauti guadagni figli di un simile balzo in avanti. Ma guadagni di chi? Di privati cittadini che con il trascorrere del tempo – e con la fortuna di aver puntato sui giusti investimenti – hanno visto il valore delle loro seconde e terze case crescere sempre di più.

Fra investimenti e speculazioni

Il fenomeno è semplice quanto pericoloso. Il benessere diffuso ha spinto sempre più cinesi a puntare sul mattone. Le città nel frattempo sono state trasformate dal governo in moderne megalopoli ricche di servizi e infrastrutture. Logico che il valore delle abitazioni sia schizzato alle stelle. Se poi aggiungiamo il fatto che i privati hanno acquistato appartamenti in massa, il gioco è fatto. Dunque, valori alle stelle e guadagni garantiti? Non proprio.

La bolla si gonfia

Il problema è che moltissime case restano vuote. In quel caso, quando la bolla speculativa cresce pericolosamente, il governo entra in soccorso assicurando la salvezza agli investitori con mirate manovre finanziare. Ma anche lo Stato ha di che sfregarsi le mani visto che si stima che il 30% del Pil cinese derivi dall’immobiliare. Da qui la scelta delle autorità di allentare la presa sulle transizioni immobiliari. Insomma, nessuno ha ascoltato il saggio consiglio del premier Li Keqiang: “le case vengono costruite per viverci non per specularci”.

Un segnale da non sottovalutare

Alla fine quello che sembrerebbe un segnale di salute dell’economia potrebbe invece rivelarsi un monito da non sottovalutare. Secondo il Financial Times l’aumento del prezzo delle abitazioni indicherebbe né più né meno che una bolla immobiliare trascurata dal governo. E per alcuni economisti non sarebbe neppure l’unica. Dal momento che nei mesi scorsi la crescita economica cinese è stata più lenta del previsto, Pechino avrebbe deciso di concentrarsi sulla crescita del mercato immobiliare per sopperire al calo dell’export.

Un cane che si morde la coda

La Cina voleva così stimolare la crescita ma ha invece piantato i semi della sua, possibile, prossima crisi. Quando gli investitori accumulano troppi debiti durante un boom economico ci troviamo tecnicamente in quello che viene definito momento Minsky. Il governo ha incoraggiato la domanda di mercato rendendo il credito bancario più accessibile ma ben presto si è accorto dell’errore.

Minaccia e soluzione

La minaccia più grande è la seguente. L’aumento del rapporto debito su reddito aumenta l’esposizione al rischio dell’intero sistema bancario, mentre la speculazione nell’immobiliare alimenta una bolla che costringerà il governo a una stretta creditizia proprio quando invece sarebbe necessaria. La soluzione è quella di utilizzare una politica più prudente nell’erogare credito, oltre che vigilare sul pagamento dei debiti da parte dei creditori.

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