Per distruggere un edificio con stile, senza ricorrere a mezzi meccanici, quali rumorose palle da demolizione e ruspe, bisogna individuare i punti critici presenti sulla facciata e lavorare su quelli. Ora: se fuori di metafora l’edificio in questione rappresenta l’attuale ordine globale, il punto critico il Regno Unito e il demolitore la Cina, Pechino ha la possibilità di fare tabula rasa evitando di essere accusato direttamente. Certo, un piano simile richiede pazienza, ma si sa, i cinesi sono abituati a ragionare sul lungo periodo.

Le nuove alleanze di Londra

L’attuale situazione del Regno Unito trasforma l’isola britannica in un soggetto da corteggiare, sedurre, conquistare. L’effetto Brexit ha reciso il debole legame che univa Londra all’Unione Europea, e il governo inglese, adesso, dovrà rimboccarsi le maniche per tessere nuove alleanze economiche libere da ogni vincolo. Dato lo strappo con Bruxelles, difficilmente il Regno Unito continuerà a considerare l’Europa un interlocutore strategico dal punto di vista economico e commerciale. Le alternative sono quattro: isolarsi, puntare tutto sugli Stati Uniti, fare altrettanto con la Cina o tenere un piede in entrambe le scarpe: Pechino da una parte, Washington dall’altra.

L’assist di Pechino

Escludendo la prima e l’ultima ipotesi, il Regno Unito deve scegliere con chi privilegiare le relazioni. Sia l’Aquila americana che il Dragone cinese hanno manifestato interesse nell’assicurarsi i favori del governo britannico. Trump ha visitato il Paese poche settimane fa, mentre notizia freschissima è la mossa della Cina per conquistare la fiducia inglese tramite gli affari. La Cina ha aperto il mercato delle carni bovine agli agricoltori gallesi per la prima volta da 23 anni a questa parte. L’accordo, che fa parte di un’intesa più ampia, è stato descritto dagli inglesi come un’opportunità eccitante, ed è bastato un blitz di due giorni in Galles del vice premier cinese, Hu Chunhua, per ratificare un ricco patto commerciale, che per i produttori di carne gallese potrebbe valere circa 25 milioni di sterline all’anno. Più in generale, secondo alcune stime, i produttori britannici incasseranno circa 230 milioni in cinque anni.

Un fiume di soldi per produttori di carne britannici

La Cina ha dunque riaperto il suo mercato alla carne bovina britannica, che tornerà a coprire i mercati di Pechino e dintorni con regolarità entro la fine dell’anno. Il governo cinese ha infatti revocato un divieto di importazione imposto alla fine degli anni ’90 durante un’epidemia della cosiddetta malattia della mucca pazza. La fine del ban offre ai britannici, gallesi in primis, l’accesso a un mercato sconfinato e affamato di carne. E con il Regno Unito in procinto di salutare l’Unione Europa è un colpo da novanta, il primo passo che potrebbe consentire all’isola di diventare una vera e propria potenza globale, sulla scia dei gloriosi fasti del passato. A guadagnarci sarà anche la Cina, che potrebbe così attirare a sé il Regno Unito, allontanandolo allo stesso tempo dalle mire degli Stati Uniti e dagli ultimi, flebili, legami con Bruxelles.

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