Doveva essere solo una minaccia, un avvertimento per spaventare gli Stati Uniti, invece la Cina fa sul serio. Pechino ha tagliato le esportazioni di terre rare in risposta al trattamento che l’amministrazione Trump ha riservato a Huawei. Più la guerra commerciale peggiora, più il Dragone chiude i rubinetti dai quali sgorgano materiali preziosissimi per Washington e il resto del mondo.

Pechino chiude i rubinetti

Gli ultimi dati riportati dal South China Morning Post sottolineano come da aprile a maggio le esportazioni di terre rare cinesi siano diminuite del 16%, attestandosi intorno alle 3.640 tonnellate rispetto alle 4.329 del mese precedente. È inoltre interessante notare come nei primi cinque mesi del 2019 le spedizioni oltreoceano – quindi anche verso gli Stati Uniti – abbiano fatto registrare un -7,2% in confronto allo stesso lasso di tempo del 2018; per il momento i materiali esportati dalla Cina raggiungono quota 19.265 tonnellate. La strategia del governo cinese per danneggiare gli Stati Uniti è evidente: tagliare le esportazioni di un bene fondamentale per gli interessi americani e usare le proprie scorte di terre rare senza condividerle con nessuno. Washington, fino a pochi mesi fa, era l’importatore numero uno di terre rare dalla Cina; ben il 59% delle importazioni statunitensi, per un valore complessivo di 92 milioni di dollari, proveniva infatti da Pechino.

Una mossa strategica

Perché le terre rare sono così richieste? Per un semplice motivo: questi materiali, 17 elementi dotati di particolari proprietà elettrochimiche e magnetiche, sono impiegati nella costruzione di beni di largo consumo come i display degli schermi piatti (smartphone, tablet, televisori, monitor) ma anche nelle luci a incandescenza e Led. Se fino agli anni ’80 gli Stati Uniti erano dominatori del settore, negli anni a venire la Cina ha messo la freccia per il sorpasso; l’estrazione mineraria cinese era più conveniente a causa sia della manodopera a prezzi ridotti sia di norme ambientali più leggere. Avere il monopolio delle terre rare significa essere in grado di influenzare il settore delle nuove tecnologie, uno dei pilastri fondamentali dell’economia del XXI secolo. Gli Stati Uniti, consigliano da Pechino, dovrebbero forse rivedere la loro strategia e, perché no, magari far terminare la controproducente guerra dei dazi.

La spiegazione cinese: “Solo una politica ambientale”

Nonostante appaia evidente che il calo delle esportazioni sia collegato alla Trade War con Washington, dalla Cina arriva una spiegazione diversa per quanto sta accadendo. “La diminuzione delle spedizioni di terre rare – ha spiegato Cui Fan, un professore dell’Università di Business Internazionale ed Economia cinese – è il risultato di una politica di protezione ambientale e conservazione delle risorse interne. La Cina deve promuovere uno sviluppo di alta qualità”. Eppure in sottofondo torna sempre l’ombra della guerra dei dazi.





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