Riuscire a cavarsela da sola in ogni situazione: è questo il nuovo mantra sposato dalla Cina nel bel mezzo della guerra commerciale contro gli Stati Uniti. Il pericolo che l’escalation delle tariffe arrivi a un punto di non ritorno è così forte che il governo cinese ha iniziato a lavorare per prevenire eventuali ricadute economiche. Così il concetto di autarchia potrebbe presto essere applicato ai settori più disparati: dall’agroalimentare alle nuove tecnologie, dall’industria fino all’approvvigionamento energetico.

Autarchia energetica

L’ultima notizia arriva proprio dal ramo energetico, dove la Cina ha intenzione di premere il pulsante del pilota automatico per proseguire con le proprie gambe. La situazione geopolitica mondiale non è delle più tranquille quindi, per non restare senza scorte, Pechino si sta preparando per l’approvvigionamento di petrolio a breve termine. Non solo: il Dragone intende gestire la sicurezza energetica del Paese senza più dipendere da nessuno. Le parole di Fu Chengyu, presidente di China Petrochemical Group Co (Sinopec) sono chiare e limpide: “La questione della sicurezza energetica della Cina deve essere risolta dalla Cina stessa, così da evitare rischi a breve termine”.

Eludere i rischi

E di rischi, per la Cina, ce ne sono tantissimi, a cominciare dalla frizione economica con Washington. Un altro esempio concreto: Pechino si rifornisce di petrolio e altre risorse energetiche da Paesi che da un giorno all’altro, in seguito a pressioni statunitensi, potrebbero chiudere i rubinetti. Come fare, dunque, a praticare un’autarchia energetica? Due sono gli step da seguire. Il primo: rifornirsi di petrolio a breve termine per scongiurare ogni rischio imminente. Il secondo passo riguarda una strategia a lungo termine. In circa 15 anni la Cina dovrà raggiungere la piena autosufficienza energetica basilare. Ancor più nel dettaglio, oltre l’80% dell’energia cinese dovrà essere prodotta dalla stessa Cina.

Dipendere da sé stessi

Per fare un passo simile servono politiche ben precise e collaudate. Fu Chengyu ne consiglia alcune, fra cui l’intensificazione dello sviluppo delle energie rinnovabili, che fungono da traino a veicoli elettrici e senza conducenti. Da non sottovalutare poi lo sviluppo di gas ad argille e gli investimenti nel settore dei sistemi a carbone pulito. Intanto la Cina si è già mossa per ridurre la dipendenza dalle esportazioni straniere di beni agroalimentari e ha iniziato a lavorare su un proprio sistema operativo che prenderà il posto di Android sui dispositivi Huawei. Il prossimo passo, l’autarchia energetica, è il più ambizioso ma anche il più importante da compiere.





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