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La Cina aumenterà le tariffe doganali su 60 miliardi di dollari di prodotti americani a partire da giugno. È questa la prima risposta concreta di Pechino alla decisione di Trump. Il Presidente degli Stati Uniti aveva infatti deciso l’aumento dei dazi su 200 miliardi di merci made in China. Il braccio di ferro prosegue anche se esiste ancora un margine che permetterebbe alle parti di siglare una pace commerciale.

Aumentano i dazi sulle importazioni americane

Per il momento, però, Pechino restituisce il favore a Washington. È vero, la Cina esporta dagli Stati Uniti cinque volte tanto rispetto a quanto non fanno gli americani con i prodotti cinesi. Ma questo primo passo di Pechino indica che Xi Jinping non teme alcuno scontro frontale con il collega Trump. Sulle importazioni statunitensi la Cina aveva già imposto tariffe addizionali, che dal 1 giugno varieranno dal 5% al 25%.

Il braccio di ferro continua

Washington pochi giorni fa aveva aumentato le tariffe su 200 miliardi di dollari di merci cinesi dal 10% al 25%. Una mossa che non è certo piaciuta al governo cinese. La Cina era convinta di giungere in tempi brevi alla risoluzione della guerra commerciale con gli Stati Uniti. Trump ha preferito scegliere un’altra strada.

Una risposta “all’atto unilaterale” di Washington

La Commissione delle tariffe doganali del Consiglio di Stato ha giustificato l’aumento dei dazi sulle importazioni americane come un tentativo di salvaguardare gli interessi della Cina. Pechino ha dovuto adeguare le proprie tariffe aggiuntive “in risposta all’atto unilaterale e al protezionismo commerciale degli Stati Uniti”. La nota istituzionale termina lanciando un avvertimento a Washington. “La Cina – si legge nel documento – spera che gli Stati Uniti tornino sulla giusta strada per trovare un accordo vantaggioso per tutti”.

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