Il 5 aprile scorso Ferrovie dello Stato ha conquistato un traguardo storico inaugurando la prima tratta completamente inclusa nel territorio francese, da Parigi a Lione. Si tratta di un risultato strategico di grande importanza per il gruppo nazionale di trasporto ferroviario e per l’intero sistema-Paese Italia. A meno di un anno dall’annuncio dell’imminente sbarco oltre le Alpi di Fs, il gruppo ha centrato il secondo obiettivo dopo l’inaugurazione di un collegamento tra la capitale francese e Milano, consolidandosi in un mercato estremamente tutelato per gli operatori interni e invertendo, in quest’ottica, un trend pluriennale. C’è un’Italia che vince all’estero e può farlo anche in quel Paese storicamente associato alle scalate economiche ai nostri gioielli di famiglia, la Francia, con il quale in realtà i rapporti economici, industriali, commerciali sono molto complessi.
Il 18 dicembre 2021 il primo viaggio Milano-Parigi ha portato Trenitalia, la partecipata di Fs dedicata al trasporto passeggeri, a diventare l’unico operatore straniero a entrare nel mercato francese dell’Alta Velocità. Nei primi cento giorni di operatività della tratta sono stati circa 150mila i viaggiatori saliti a bordo del convoglio transnazionale con un tasso di riempimento medio dell’87% e una prevalenza di richieste per le tratte internazionali, quelle che legano l’Italia e la Francia, rispetto ai viaggi unicamente interni al territorio francese. Con un collegamento più breve ma interamente interno all’Esagono Fs vuole consolidare la sua presenza in loco.
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Per Fs l’internazionalizzazione è una strategia perseguita da tempo: l’azienda prima dello sbarco in Francia ha consolidato controllo sulla società greca TrainOse, sulla filiale britannica Trenitalia Uk e su Netinera, l’ex Arriva Deutschland, da settembre 2020 al 100% sotto il controllo del gruppo di Piazza della Croce Rossa. Con i 25 miliardi di euro che si trova ad amministrare tramite Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mira a creare sul fronte interno l’altra faccia della medaglia di questa espansione.
Nell’Europa post-Covid l’infrastruttura ferroviaria e i collegamenti ad alta velocità sono destinati a ricoprire un ruolo sempre più strategico. Tanto per il trasporto di persone e merci tra i Paesi del Vecchio Continente quanto per le nuove politiche di rilancio infrastrutturale e sostenibilità ambientale il treno appare uno strumento cruciale. La liberalizzazione del mercato europeo dell’alta velocità ha consentito a gruppi come Fs di sbarcare all’estero, anche in contesti iper-regolamentati come quello francese, e il protagonismo del gruppo Ferrovie dello Stato si è dimostrato strategico.
Dieci viaggi completamente interni al territorio francese e 4.600 posti offerti quotidianamente ai cittadini del Paese segneranno la mossa. In quest’ottica, l’Italia esporta non solo il suo colosso ferroviario, ma anche il modello organizzativo: nell’alta velocità italiana competono un attore nazionale come Trenitalia e il Nuovo Trasporto Viaggiatori che gestisce i vettori Italo. In Francia, la partecipata di Fs sarà invece il concorrente del locale attore pubblico, Sncf. In un confronto che vedrà lo storico Tgv, il train a grande vitesse, vedersela con i vettori costruiti dal tandemi Bombardier-Hitachi Italia messi in campo da Fs.
Il gruppo avente alla testa presidente Nicoletta Giadrossi e l’ad Luigi Ferraris potrà, in particolar modo, ottimizzare la percorrenza sulla tratta Parigi-Lione in cui, complice il terreno in larga parte pianeggiante, il Freccia 1000 potrà reggere una velocità di crociera vicina ai 300 km orari contro i 200 della tratta Milano-Lione. E non finisce qui: entro il 2022 Fs, che dall’anno scorso ha Hitaci come costruttore unico dei Freccia 1000 negli stabilimenti di Pistoia, fornirà 23 treni ad alta velocità alla rete spagnola in un progetto che mira a creare connessioni tra Madrid, Barcellona, Siviglia, Malaga, Cordoba, Valencia, Alicante e Saragozza con il marchio Iryo, controllato da Trenitalia e dalla compagnia aerea locale Air Nostrum. Un altro progetto di internazionalizzazione che andrà guardato con attenzione: la corsa del gruppo ferroviario italiano a partecipazione pubblica traina, in prospettiva, l’industria e l’economia nazionale. Mostrando che c’è ancora un sistema-Paese capace di vincere all’estero anche in settori ritenuti ovunque straregici e di creare campioni di taglia europea. Una lezione per altri settori, dall’energia alle tlc: contro il declinismo l’antidoto è pensare in grande.