Non è soltanto il blocco degli Stati che si riconoscono nell’istituzione dell’Ecowas: in Africa anche i Paesi della parte orientale del continente sono intenzionati ad adottare la propria valuta unica internazionale, nell’ottica di favorire gli scambi commerciali e la stabilità della valuta. Ad annunciarlo è Liberat Mfumukeko, segretario generale dell’Eac (Comunità dell’Africa orientale), ai margini dell’ultima discussione relativa al progetto di legge che darebbe il via all’Istituto monetario dell’Africa orientale, come riportato dalla testata della Tanzania DailyNews. Tale istituzione, già precedentemente discussa ed approvata in un vertici tra i leader dei Paesi, garantirebbe la fase di transizione verso la valuta unica e permetterebbe di dare il via alla costruzione dell’apparato necessario a garantire il corretto funzionamento del nuovo valore monetario. La speranza dei Paesi è quella di riuscire ad ottenere una moneta dal prezzo stabile che al tempo stesso renda più semplici gli scambi commerciali, nell’ottica di migliorare le condizioni economiche dei 6 Paesi interessati (Kenya, Sud Sudan, Tanzania, Burundi, Ruanda e Uganda).

Il progetto, parzialmente finanziato con una tranche da 20 milioni di dollari dalla Banca mondiale, sarebbe già in fase di lavorazione. Secondo quanto riportato dai portavoce dell’Eac, la piattaforma utile agli investimenti internazionali, quella relativa alle fatture interne alla comunità ed il sistema di comunicazione bancaria veloce sarebbero già pronte per la prima fase di test, nell’attesa che le ultime procedure burocratiche vengano ultimate. La data prefissata per l’introduzione della nuova valuta è quella del 1° gennaio 2024, dando così il tempo ai Paesi di non farsi cogliere impreparati nella svolta epocale che porterà ad un avvicinamento politico ed economico tra gli Stati dell’Africa orientale.

Esattamente come nel caso dell’Eco dell’Africa occidentale, il principale punto di forza della valuta transnazionale deriva dal suo slegarsi dai singoli Paesi, soffrendo in modo meno marcato dell’instabilità derivante dalla poca credibilità dei governi locali. Al tempo stesso, una minore inflazione ed un ridotto rischio di grossi sbalzi di valore impoverirebbe meno la popolazione durante le contrazioni economiche e garantirebbe maggiormente gli investimenti nell’area anche durante la recessione.

Tuttavia, l’adozione di una valuta internazionale causerebbe il venir meno della possibilità di battere moneta all’occorrenza ed in tempi rapidi, strategia utilizzata dalla maggior parte dei Paesi africani. Ad eccezione infatti del blocco aderente al sistema monetario del franco Cfa e delle valute cui cambio viene garantito dal Rand sudafricano (quali Namibia e Lesotho), quasi tutti i Paesi dell’Africa hanno fatto ricorso almeno una volta alla svalutazione per far fronte ai pagamenti del proprio debito. In assenza di questa possibilità, appare chiaro come la Banca centrale dell’Africa orientale debba escogitare delle strategie idonee a salvaguardare la stabilità delle casse erariali, studiando apposite misure che non mettano però in pericolo il sistema monetario; ed in questo scenario, l’esperienza della Banca centrale europea e l’attenta osservazione per i prossimi quattro anni dell’Ecowas potranno comunque aiutare i banchieri dell’Eac.

Con l’adozione della valuta unica, i Paesi si preparano ad un drastico cambiamento. La gestione del mercato interno ed esterno verranno completamente modificate, dando però un nuovo impulso soprattutto ai commerci ed alle produzioni, essenziali per l’industria locale e necessaria per uno sviluppo durevole nel tempo. La sfida però non è che agli inizi e gli Stati dell’Africa orientale dovranno adesso dimostrare di saper utilizzare appieno i vantaggi del nuovo sistema monetario: senza incappare però in vecchi errori che rischierebbero di trasformare la valuta unica in una bomba ad orologeria.

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