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Anche la Cina deve fare i conti con un crescente numero di aggressioni di vario tipo all’interno della sua controllatissima società. Oltre la Muraglia, negli ultimi anni, si sono registrate numerose molestie sessuali nei confronti delle donne. Questa è la conferma di come, sotto uno spesso strato di ordine, disciplina e controllo sociale, si nascondano pulsioni perverse difficilmente prevenibili dalle decine di milioni di telecamere sparpagliate per le strade del paese e dai controlli capillari delle forze dell’ordine sul territorio. La tendenza in questione è diffusa sui mezzi pubblici, soprattutto durante la stagione estiva quando le donne sostituiscono gli abiti invernali con quelli più leggeri e confrontanti. Il governo, in poche parole, fatica letteralmente a mettere una pezza alle aggressioni a sfondo sessuale che avvengono sui vagoni della metro e tra i sedili degli autobus.

Le molestie sessuali sui mezzi pubblici

I tentativi delle autorità di affrontare il problema delle molestie sessuali sui trasporti pubblici hanno fin qui dato risultati contrastanti. Da un lato Pechino reprime gli aggressori, tanto che per farlo ha pure istituito la Wolf Hunt Squad, una task force speciale di poliziotti incaricati di catturare i molestatori seriali attivi sulla metro di Pechino; dall’altro lato lo Stato non vuole alcuna intromissione da parte della società civile in un affare che deve essere risolto solo e soltanto dal Partito comunista cinese. La paura è che una scintilla del genere possa provocare una sollevazione popolare contro l’intero sistema politico: ecco perché i vari movimenti di protesta femministi che di tanto in tanto si sono sollevati dal basso sono stati subito prontamente repressi.

Le carrozze rosa

Uno dei provvedimenti attuati dalla Cina per combattere le molestie sessuali sui mezzi pubblici ha fatto particolarmente discutere. Come ha riportato il South China Morning Post, Shenzen e Guangzhou, due importanti città meridionali del paese, hanno introdotto carrozze della metro nelle quali le donne hanno la “priorità” su tutti gli altri passeggeri. Funziona così: i treni che passano durante le ore di punta (per intenderci quelle in cui la calca è massima e le persone riempiono completamente i vagoni) sono provvisti di due “carrozze rosa” attaccate alle due estremità. Qui dentro il gentil sesso ha la priorità assoluta; gli uomini possono entrare ma sono incoraggiati a lasciare i posti alle donne. L’obiettivo è riunire le ragazze in appositi vagoni per evitare che i molestatori possano approfittare della confusione per infastidirle. Le femministe hanno però attaccato la politica cinese definendola una forma di segregazione che va a colpire la libertà del genere femminile piuttosto che un tentativo di risolvere il problema delle molestie sessuali. Anche perché, come detto, gli uomini possono comunque entrare nelle carrozze rosa, e quindi in linea teorica potrebbero comunque continuare a infastidire le povere vittime. L’esperimento è riuscito a metà, perché ogni giorno la metropolitana di Shenzen accoglie 5 milioni di passeggeri; quella di Guangzhou 8 milioni. Appare così molto complicato garantire carrozze prioritarie a tutte le donne presenti, che spesso devono occupare anche le altre carrozze.

Donne insoddisfatte

Le molestie sono un problema enorme nella Cina odierna. Un recente sondaggio condotto da un gruppo di femministe a Shenzen su 443 persone ha portato alla luce un risultato sorprendente: il 43% delle donne del campione preso in causa ha dichiarato di essere stata molestata almeno una volta sui trasporti pubblici, a fronte del 6% degli uomini. La Wolf Hunt Squad fa quello che può: nel corso del 2018 ha arrestato 118 uomini cinesi per aver tentato di molestare le passeggere della metro di Pechino. Ma i predatori sessuali sono più del previsto e il governo dovrà presto attuare nuove politiche. Qualche anno fa le autorità consigliarono addirittura alle donne di indossare abiti più pudici e meno scollati. Ma il problema non è stato risolto e le polemiche sono aumentate.