Un piano per avviare la produzione congiunta di armi tra Stati Uniti e Taiwan. L’amministrazione dem guidata da Joe Biden sta valutando se e come effettuare questo importante cambio di passo. Che, in caso di fumata bianca, non solo incrementerebbe la capacità produttiva bellica statunitense, ma accelererebbe il trasferimento di strumenti militari verso Taipei e, al contempo, rafforzerebbe la deterrenza dell’isola nei confronti della Cina.
Con Xi Jinping destinato a restare leader della Repubblica Popolare Cinese per molti altri anni, di sicuro almeno per il prossimo quinquennio, Washington è convinta che Pechino cercherà in tutti i modi di perseguire la riunificazione con Taiwan, anche a costo di usare la forza. “Negli ultimi anni c’è stato un cambiamento nell’approccio da Pechino verso Taiwan. Lo status quo non è più accettabile e la Cina è determinata a perseguire la riunificazione in tempi molto più rapidi”, ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken in un evento del 17 ottobre in California.
Secondo quanto riportato dall’Asian Nikkei Review, che ha citato una fonte con conoscenza diretta della questione, sarebbero iniziate le discussioni preliminari relative alla suddetta produzione militare congiunta Usa-Taiwan. Se le parti dovessero raggiungere l’intesa, è probabile che le società di difesa statunitensi possano fornire al partner asiatico la tecnologia necessaria per fabbricare armi sul territorio di Taipei. In alternativa, le stesse aziende Usa potrebbero produrre queste armi negli Stati Uniti utilizzando parti di fabbricazione taiwanese. Il dialogo potrebbe andare avanti per tutto il 2023.
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Discussioni in corso
In generale, Taiwan non ha coprodotto armi americane di nessun tipo. Al contrario, i missili in possesso di Taipei, come Hsiung Feng II e III, sono sì missili taiwanesi – sviluppati, per la cronaca, dal National Chung-Shan Institute of Science and Technology – ma sono prodotti impiegando alcune tecnologie statunitensi. Come se non bastasse, fino a questo momento gli Stati Uniti erano sempre stati cauti in merito alla produzione congiunta di armi con Taiwan, e per un motivo ben preciso: il rischio della fuga di informazioni riservate.
“Gli Stati Uniti stanno esaminando tutte le opzioni sul tavolo per garantire che il rapido trasferimento delle capacità di difesa a Taiwan possa avvenire con la stessa rapidità. Coerentemente con il Taiwan Relations Act abbiamo reso disponibili servizi e articoli di difesa per garantire la sicurezza di Taiwan e la rapida fornitura di queste tecnologie che riteniamo siano essenziali per la sicurezza di Taiwan”, ha affermato il vice portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Vedant Patel.
Ci sono però almeno tre nodi da sciogliere. Accanto al dilemma sicurezza (la possibile fuga di informazioni riservate) e alla possibile reazione della Cina, c’è da considerare un aspetto burocratico. In genere, trascorrono molti anni, anche 10, dal momento in cui il governo degli Stati Uniti approvano una vendita di armi al completamento effettivo della loro consegna.
A secco di armi
Gli Stati Uniti, intanto, potrebbero non riuscire più a soddisfare la domanda globale di armamenti. Come più volte spiegato, il rapido aumento delle forniture consegnate all’Ucraina ha letteralmente prosciugato i magazzini bellici statunitensi. Gli inventari di Stinger, un sistema mobile di difesa aerea, e di HIMARS, sistemi di artiglieria ad alta mobilità, prodotti rispettivamente dai colossi della Difesa Usa Raytheon Technologies e Lockheed Martin, risultano essere limitati.
In tutto questo Taiwan aveva pianificato di ricevere lo Stinger entro marzo 2026 ma, di questo passo, la consegna potrebbe slittare a data da destinarsi. Gli Himarsi dovrebbero invece approdare a Taipei nel 2027, mentre i sistemi missilistici antinave Harpoon nel 2028.
Nikkei, intanto, ha spiegato che il governo Usa non ha completato la consegna verso Taiwan di almeno 10 vendite di armi approvate nel luglio 2019 dal valore di 13 miliardi di dollari. Da questo punto di vista, la coproduzione di armamenti tra Stati Uniti e Taiwan potrebbe essere fondamentale per superare gli ostacoli elencati. Ma anche per convincere l’isola ad aumentare le spese per la propria difesa.