La partita dell’intelligence ai confini russo-ucraini è già iniziata. Anzi, si può dire che tutto quanto si sa, oggigiorno, del braccio di ferro che vede Mosca da un lato e Kiev, col sostegno statunitense, dall’altro è legato a quanto le intelligence vogliono far filtrare circa la partita a scacchi in atto.
L’intelligence ha il compito di prevedere nel caos, filtrare la nebbia di guerra, fungere da ghiandola pineale di Stati e apparati, regolandone il ritmo tra “sonno” (momenti di quiescienza) e veglia (momenti di azione). E dunque Russia, Ucraina e Usa hanno già iniziato i loro complessi giochi di spie su un teatro caldo come mai lo era stato in passato.
- Questione ucraina e crisi del gas, il doppio blackout europeo
- Perché si parla di una crisi tra Ucraina e Russia
- La crisi ucraina rischia di provocare nuove ondate migratorie verso l’Italia
La Russia muove le cyber-truppe
La Russia sta giocando su diversi tavoli usando l’arma della cyber security come potente nuovo strumento negoziale, ha già mobilitato le sue forze di cyber intelligence: tra il 13 e il 14 gennaio scorsi il blackout sistemico di diversi siti istituzionali ucraini, ha mostrato come potrebbe strutturarsi il giorno zero di un’invasione russa. La quale sarebbe preceduta necessariamente da un attacco volto a accecare l’infrastruttura digitale del Paese limitrofo. Il sito web del Ministero degli Esteri di Kiev, di quello dei veterani di guerra, del ministero dell’Istruzione e della scienza e del ministero delle politiche agrarie hanno visto l’offensiva sostanziarsi in un blocco totale accompagnato da un messaggio in polacco, russo e ucraino: “abbiate paura» perché la vostra privacy è stata violata e “tutti i dati personali sono stati resi pubblici”.
Secondo la dottrina della guerra senza limiti Mosca si muove mostrando i muscoli su settori ben precisi come quello del cyber, ma al tempo stesso alternando, con sagacia, hard power e tatto. Non si tratta della prima offensiva cyber russa all’Ucraina: nel 2014 fu attaccata la Commissione Elettorale Centrale, nel 2015 la rete di distribuzione elettrica di Kiev fu bloccata per diverse ore, nel 2017 un software distruttivo chiamato NotPetya ha sfruttato gli spazi nei programmi fiscali del governo ucraino, mandando in blackout diversi settori dell’economia per i timori di una fuga massiccia di dati. Al centro di queste azioni Sandworm, unità di hacker strettamente legata al Gru, l’intelligence militare russa. Ma del resto, con ambiguità, Mosca ha anche dato prova di voler collaborare arrestando, come ricorda Cybersecurity360, diversi membri del gruppo di hacker REvil ricercati dagli Usa. Il gruppo rappresenta “una delle bande ransomware più famose in Russia ed è stato accusato di grandi attacchi l’anno scorso negli Stati Uniti che hanno interrotto le operazioni di un importante fornitore di carne, per il quale ha ottenuto un pagamento di riscatto di 11 milioni di dollari, e un altro attacco che ha colpito circa 1.500 imprese”.
La Cia si rafforza a Kiev
Questa è l’intelligence, un mondo complesso e caleidoscopico dove il confine tra alleanze e rivalità è sfumato e il conflitto è permanente. Lo sanno bene gli Usa che hanno già da tempo fatto avanzare i loro servizi segreti piazzando agenti della Cia a Kiev. Il 2 dicembre, attraverso il Fondo europeo per la pace (Epf), il Consiglio europeo ha concesso 31 milioni di euro in aiuti alla difesa ucraina in 36 mesi, molti dei quali rientreranno in un programma di investimento sulla cybersicurezza che vede Kiev, assieme a Georgia, Moldova e Mali, in un ristretto gruppo di Paesi assistiti. Questi fondi serviranno a organizzare le “cyber-truppe” ucraine con il sostegno della Cia e dei suoi specialisti operanti in via Volodymyrska a Kiev, sede dei servizi ucraini, in applicazione dell’Intelligence Autorization Act firmato da Barack Obama nel 2014, in cui la cooperazione ucraino-americana in tema di servizi segreti era fortemente incentivata. “La Cyber Unit Technologies (Cut) ucraina che si occupa sia dell’aspetto offensivo che difensivo è registrata a Tallin, in Estonia, sede guarda caso del Centro di eccellenza cooperativo di difesa informatica della Nato”, nota Giuseppe Gagliano su Il Sussidiario.
- Dov’è posizionato l’esercito russo ai confini con l’Ucraina
- Gli otto motivi per i quali la Russia potrebbe invadere l’Ucraina
- L’esercito ucraino: una forza da non sottovalutare
- Cosa succede in Donbass
Gagliano, tra i massimi esperti di intelligence italiani, sottolinea inoltre che è da valutare il ruolo svolto da Dai Global, società di consulenza strategica americana, nel gestire il programma di potenziamento cyber ucraino e che ha stretti rapporti con “l’’Information Systems Security Partners (Issp), con sede a Cipro, guidato dall’ucraino Roman Sologub”, avente “familiarità con i tipi di guerra ibrida praticati da Mosca in quanto ha una vasta presenza in Ucraina, Georgia e Kazakistan”. Un intreccio tra agenzie pubbliche, imprese e forze armate blinda l’asse di intelligence ucraino-americano, nel perfetto stile del partenariato pubblico-privato perseguito dagli Usa. L’avanzata di Mosca si troverebbe a dover contrastare una controffensiva informativa ben preparata.
L’Ucraina e l’infowar
E gli ucraini, dal canto loro, come partecipano al “grande gioco” delle spie, al torneo delle ombre al confine orientale? Come fonte di prima mano delle informazioni che diventano dati e oggetto di studio per gli analisti assieme ai rilievi satellitari sui movimenti delle forze russe al confine, ma non solo. Cercando di stanare presunti sabotatori russi nelle sue forze armate e nei suoi apparati, dichiarando, come fatto negli scorsi giorni, di aver smantellato organizzazioni di quinte colonne fedeli a Mosca. E gestendo l’infowar interna, con il benestare del presidente Volodymr Zelensky. La voce del presunto tentativo di golpe che avrebbe dovuto andare in scena a inizio dicembre con la partecipazione nelle fasi preparative dell’oligarca miliardario Rinat Akhmetov, originario di Donetsk nel Donbass e feroce rivale del capo di Stato di Kiev, ne è un plastico esempio. I ripetuti allarmi di un’imminente invasione, che cercano di compattare il fronte dei sostenitori di Kiev, ne sono conferma. Nella nebbia di guerra Kiev si muove con le risorse che ha a disposizione, che sono ridotte ma fondate sulla conoscenza di fatti di prima mano. A testimonianza dell’importanza fondamentale dell’intelligence: permettere l’interpretazione di fatti secondo la disposizione delle chiavi di lettura fornite ai decisori politici. Orientandone le scelte con l’analisi e l’interpretazione, spesso compiuta a caldo, delle conseguenze. Come l’aumento delle tensioni di questi ultimi tempi conferma.