Lavori in corso nelle Filippine, dove gli Stati Uniti hanno appena avviato i preparativi per potenziare una base navale non distante da Taiwan. La pianificazione del potenziamento e ammodernamento riguarda la base Camilo Osias, nella provincia filippina settentrionale di Cagayan, tra i quattro nuovi siti ai quali l’esercito statunitense può accedere nell’ambito di un accordo di difesa ampliato lo scorso marzo che ha fatto irritare la Cina.

Manila ha chiesto assistenza a Washington per quanto riguarda la riparazione di un porto, o meglio un molo di attracco della suddetta base, oltre che di una pista di decollo del complesso. Secondo quanto riportato da Bloomberg, nell’aeroporto Lal-lo, anch’esso vicino al territorio taiwanese, sono in fase di installazione anche un impianto di stoccaggio del carburante e un centro di comando.

Ufficiali militari di alto rango guidati dall’ammiraglio John Aquilino, capo del comando indo-pacifico degli Stati Uniti, e dal capo delle forze armate filippine, Romeo Brawner Jr, hanno effettuato in loco un’ispezione approfondita.

Gli accordi tra Usa e Filippine

“Non stiamo solo valutando come operare assieme più efficacemente, ma anche le operazioni che condurremo in futuro. Tutti questi fattori dovrebbero entrare in gioco quando decidiamo quali progetti perseguiremo realmente”, ha dichiarato Brawner. Ricordiamo che gli Stati Uniti hanno già stanziato 100 milioni di dollari per l’ammodernamento di siti militari nelle Filippine, in un contesto di crescenti tensioni con la Cina nel Mar Cinese Meridionale.

Dal canto suo, il gigante asiatico si è opposto all’accordo militare tra americani e filippini. L’inviato di Pechino a Manila, Huang Xilian, ha accusato gli Stati Uniti di cercare di “approfittare” dei nuovi siti “per interferire nella situazione attraverso lo Stretto di Taiwan”. Il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. ha provato a raffreddare gli animi assicurando che le basi non verranno utilizzate per “alcuna azione offensiva”.

Mappa di Alberto Bellotto

L’importanza di Manila

Scendendo nei dettagli, il coinvolgimento militare degli Stati Uniti nel suddetto porto, proposto nelle isole Batanes, a meno di 200 chilometri da Taiwan, potrebbe alimentare le tensioni in un momento di crescente attrito tra gli Usa e la Cina.

Il Canale Bashi, tra le Filippine e Taiwan, è infatti considerato un punto di strozzatura critico per le navi che si spostano tra il Pacifico occidentale e il caldissimo Mar Cinese Meridionale, nonché una rotta marittima chiave nel caso di un’invasione cinese a Taiwan. Marilou Cayco, governatore provinciale delle isole Batanes, ha dichiarato alla Reuters di aver chiesto finanziamenti agli Stati Uniti per la costruzione di un “porto alternativo” in loco, che avrebbe dovuto facilitare lo scarico delle merci dalla capitale Manila durante il mare mosso nella stagione dei monsoni.

Nell’ultimo anno, le Filippine hanno quasi raddoppiato il numero delle basi militari alle quali le forze statunitensi possono accedere, apparentemente per assistenza umanitaria. Allo stesso tempo, migliaia di truppe statunitensi presenti nel Paese entrano ed escono per esercitazioni di addestramento congiunte. La Cina ha affermato che tutto questo sta “alimentando il fuoco” delle tensioni regionali.

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