L’Iran ha presentato un nuovo missile balistico che è stato definito come “ipersonico”. Si tratta del “Fattah”, che secondo gli iraniani è capace di raggiungere una velocità del veicolo di rientro intorno a Mach 13-15 e con una gittata di 1400 chilometri, che lo farebbe rientrare nella categoria di un Mrbm (Medium Range Ballistic Missile). Teheran ha diffuso un video, su Irib News, che mostra un modello del nuovo missile pertanto è possibile fare alcune considerazioni.

Innanzitutto il “Fattah” sembra appartenere, per via del disegno, alla famiglia dei vettori serie Zolfaghar/Fateh, ovvero degli Srbm (Short Range Ballistic Missile), quindi con una gittata inferiore. Dallo “Zolfaghar” sono state sviluppate alcune varianti con gittate diverse: a febbraio 2019 è stata presentata una nuova versione più grande denonimata “Dezful” con una portata fino mille chilometri, mentre a settembre 2020, l’Iran ha presentato ne una nuova versione anti-nave denominata “Zolfaghar-e Basir” avente però una gittata simile. L’Iran ha anche mostrato un terzo missile basato sullo Zolfaghar, il Qasem, con una portata dichiarata fino a 1400 chilometri. Questi vettori derivano dai “Fateh” (110 e 313) e infatti ne ricordano le linee.

Parlando di linee la lunghezza del nuovo “Fattah” sembra essere inferiore a quella degli “Zolfaghar”, ma non è possibile per il momento determinarne il diametro, quindi capire se è maggiore o minore. Lunghezza e diametro di un missile ci permettono di stimarne la gittata, ma se non si tratta di un modello in scala del vero vettore, bensì di un modello dalle dimensioni reali, possiamo supporre che la gittata sia inferiore rispetto a quanto dichiarato.

Il veicolo di rientro mostra le stesse alette stabilizzatrici visti sui missili precedenti ma l’ogiva è leggermente diversa rispetto agli Zolfaghar/Fateh, non presentando vistosi cambi della forma nella parte apicale del cono, e pertanto ricorda più quella del missile “Raad 500”, che rispetto ai precedenti della serie Fateh-313 si ritiene abbia un sistema di guida diverso proprio per via della forma del cono dell’ogiva del veicolo di rientro.

Altro particolare che si è notato sul “Fattah” è l’assenza, alla base del primo stadio, della doppia serie di quattro alette cruciformi che invece sono presenti nei vettori delle serie precedenti, a segnalare forse progressi/nuove necessità nel campo dell’aerodinamica.

A parte i dati rilasciati ufficialmente dall’Iran e le analisi che abbiamo potuto effettuare basandoci sul filmato diffuso e sul raffronto coi missili già in servizio, non possiamo dire molto altro sul “Fattah”.

Per quanto riguarda le considerazioni sulla velocità ipersonica, oggi si parla di missile ipersonico quando, oltre alla capacità di raggiungere velocità superiori a Mach 5, esso sia in grado di manovrare nell’atmosfera in modo significativo, quindi con bruschi cambi di rotta e di altitudine. Questa distinzione si è resa necessaria perché, se si considera solo il fattore velocità come discriminante, anche i classici missili balistici sono considerabili ipersonici in quanto i loro veicoli di rientro possono viaggiare a velocità di molto superiori a Mach 5 quando rientrano in atmosfera: per un missile balistico intercontinentale (Icbm) anche superiori a Mach 17.

Non siamo in grado, per il momento, di valutare questa possibilità per il nuovo “Fattah”, ma dimensioni, caratteristiche e forma del veicolo di rientro ci fanno ritenere che sia molto probabilmente un nuovo Marv (Maneuvrable Reentry Vehicle) ovvero un veicolo di rientro dotato di possibilità di manovrare lungo la sua traiettoria balistica, quindi non di variare bruscamente rotta e quota di volo. Attendiamo però eventuali lanci di prova per poterne avere certezza.

Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc nell’acronimo anglosassone), o pasdaran, hanno in gestione, oltre al programma nucleare iraniano, quello missilistico e nel corso degli anni hanno dimostrato notevoli progressi in questo settore arrivando a produrre, schierare e utilizzare diversi vettori balistici di portata diversa come quelli già elencati. Il problema maggiore, incontrato sino a qualche tempo fa, è rappresentato dal sistema di guida – quindi la precisione – ma la partnership con la Cina potrebbe aver contribuito a migliorarlo. Anche la questione del combustibile sembra essere stata risolta con la produzione diversi vettori a propellente solido, più efficaci e di pronto impiego rispetto a quelli a propellente liquido.

L’arsenale missilistico iraniano è uno dei maggiori al mondo per numero stimato di vettori, e possiamo dire che sia il più grande tra i Paesi della regione mediorientale, motivo per cui, a livello politico, la stipula del trattato Jcpoa sul controllo del programma nucleare iraniano è stata giudicata inadatta al mantenimento della stabilità regionale da Israele, e ha portato alla risoluzione unilaterale dello stesso da parte degli Stati Uniti di Trump. Il Jcpoa, infatti, non prevedeva in alcun modo una qualche forma di controllo/limitazione dell’arsenale missilistico iraniano, che rappresenta lo strumento principale della capacità di deterrenza di Teheran in particolare per quanto riguarda il contrasto alla potenza navale statunitense, da qui l’esigenza per l’Iran di sviluppare maggiormente sistemi missilistici antinave di tipo diverso.

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