Sparare contro i soldati russi muovendo la levetta di un joystick. È l’ultima intuizione delle forze armate di Kiev, che dalla scorsa settimana hanno iniziato ad adoperare sul campo di battaglia la console da gaming portatile “Steam Deck”, prodotta dall’americana Valve, per controllare da remoto le torrette mitragliatrici automatizzate “Shabyla” (Saber), così chiamate dall’azienda ucraina Global Dynamics e acquistate tramite una raccolta fondi online. Già nel 2015 i militari ucraini avevano lanciato una campagna di crowdfunding sul sito www.peoplesproject.com, attivo dallo scoppio della crisi in Crimea e nell’Ucraina orientale nel 2014, con il target di 12mila dollari, oggi ampiamente raggiunto, che nel frattempo ha permesso all’esercito di comprare 10 modelli di queste “sciabole”.
Come funzionano le torrette “sciabola” controllate a distanza
Le torrette funzionano sia in combattimento, sia come sentinelle nei checkpoint per individuare i velivoli senza pilota che volano a bassa quota. Ai lati di esse vengono installate delle armi automatiche (kalashnikov e altri fucili d’assalto più pesanti) le quali, telecomandate con dei pulsanti, possono sparare colpi in rapida successione con una gittata di 500 metri.
Attraverso Steam Deck l’operatore fa poi partire i colpi a distanza, evitando così di finire nel mirino del fuoco nemico grazie anche a una webcam visualizzata in streaming sullo schermo touch screen del dispositivo. Il soldato, nascosto in trincea, è come se si trovasse immerso all’interno di un videogioco sparatutto in prima persona.

Quali vantaggi ha usare queste armi con un controller
I vantaggi di questa opzione sono molteplici. “È capitato che i soldati si ferissero perché si trovavano sopra i veicoli blindati e, pur essendo in qualche modo protetti, il loro petto e la loro testa erano esposti. Questo congegno salverà delle vite perché i militari non saranno esposti al fuoco”, spiegano i combattenti nel video dimostrativo pubblicato sui social in cui a venire caricata è una tradizionale mitragliatrice sovietica Pulemyot Kalashnikova (Pkt).
Un altro beneficio è il costo irrisorio, se confrontato alle carissime apparecchiature in commercio difficili da reperire a prezzi accessibili nel mercato internazionale delle armi: 399 dollari per ciascuna unità. La novità però è l’impiego inconsueto del piccolo computer, ideato come piattaforma per videogame. I soldati ucraini, invece, hanno deciso di sfruttare tutte le potenzialità del sistema open-source SteamOs basato su Linux.
Il monitor del device proietta in tempo reale l’immagine della telecamera appoggiata sulla torretta e consente di identificare il bersaglio. Una volta mirato l’obiettivo con le frecce direzionali o il trackpad, è sufficiente un tocco per sparare. Sistemi d’arma analoghi sono stati sviluppati da Corea del Sud e Israele.
Quando gli eserciti si ispirano ai videogiochi
Non è comunque la prima volta che l’arte della guerra si intreccia col mondo videoludico. Nei sottomarini nucleari della marina Usa ad esempio non è raro imbattersi nei controller della Xbox 360. Si tratta di una soluzione alternativa e più economica che consente di puntare con precisione il periscopio elettronico dei sottomarini della classe Virginia. Il joypad brevettato da Microsoft è stato scelto anche da Boeing per il suo cannone laser Helmd, presto in dotazione all’esercito americano.
Il conflitto in corso si conferma dunque un grande laboratorio che sta accelerando il processo di innovazione bellica. Dopo i droni, protagonisti indiscussi dello scontro che si è materializzato perfino sulla cupola del Cremlino, dall’Ucraina arriva l’ennesimo esempio di tecnologia duale, pensata in origine per scopi civili, ma facilmente adattabile alle esigenze militari degli Stati. L’opposto di Internet e del suo antenato Arpanet.
Foto in copertina di Tro Media