Le operazioni per il dispiegamento di armi tattiche nucleari russe in Bielorussia sembrerebbero essere ufficialmente iniziate.
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, come riportato dall’agenzia di Stato bielorussa Belta, ha dichiarato di avere ringraziato il presidente russo Vladimir Putin quando quest’ultimo “ha detto che era stata presa la decisione di stazionare armi nucleari tattiche in Bielorussia”. Mentre a Minsk, i due ministri della Difesa, il russo Sergei Shoigu e il bielorusso Viktor Khrenin, hanno firmato i documenti per lo stoccaggio delle armi nucleari tattiche in Bielorussia, in un deposito speciale identificato nel corso di questi mesi di preparativi. Non si tratta, ha ribadito il governo russo, di un trasferimento della gestione e del controllo di queste testate, che restano nel pieno ed esclusivo potere dei comandi russi.
Bielorussia e Russia sempre piĂą unite
In attesa della conferma del trasferimento effettivo di queste armi nucleari, Lukashenko e Putin inviano diversi segnali. Da un lato una conferma della sovrapposizione tra gli interessi russi e bielorussi, ormai in rapporto di protettorato al punto che si parla di un ulteriore rafforzamento dell’unione di Minsk e Mosca anche sul piano militare.
Dall’altro lato, si torna a utilizzare, in una fase molto complessa della guerra sia da parte russa che ucraina, dello spettro nucleare come strumento di pressione nei confronti dell’Ucraina e dei suoi alleati. Insieme a questi segnali, c’è poi un’ulteriore chiave di lettura, e che riguarda la condizione della Bielorussia e l’eventuale suo coinvolgimento nella guerra di Mosca contro Kiev.

Lo scenario polacco: una rivolta in Bielorussia
L’annuncio di Mosca e Minsk arriva infatti in un momento molto delicato per il Paese dove saranno dispiegate queste armi nucleari tattiche.
Il viceministro polacco della Difesa, il generale Waldemar Skrzypczak, ha rilasciato delle dichiarazioni molto particolari a Polsat news paventando la possibilitĂ di una imminente “rivolta” contro Lukashenko. Rivolta che, a detta di Skrzypczak, potrebbe essere realizzata dai bielorussi integrati nell’esercito di Kiev “se la controffensiva ucraina avrĂ successo”. “Prepariamoci perchĂ© succederĂ . Dobbiamo essere pronti ad appoggiare queste unitĂ , che porteranno avanti operazioni contro Lukashenko. Abbiamo ragioni per appoggiarli come facciamo con gli ucraini”, ha affermato il viceministro polacco.

Lukashenko non smentisce Skrzypczak
Le dichiarazioni hanno scatenato l’immediata reazione russa, con il portavoce del presidente, Dmitry Peskov che ha accusato la Polonia di parlare apertamente “della sua intenzione di interferire direttamente, anche con la forza, negli affari interni di uno Stato vicino”. Ma interessanti sono state soprattutto le parole espresse da Minks, visto che, come riportato da Adnkronos, Lukashenko ha confermato quanto detto da Varsavia. “Lo sappiamo da molto tempo e ci stiamo preparando”, ha detto il presidente bielorusso in riferimento alla possibile rivolta, “sappiamo chi sono, sappiamo dove sono e conosciamo i loro nomi. Siamo preparati. Fateli entrare“. Parole che tutto sono fuorchĂ© una smentita di quanto affermato da Skrzypczak, ma che confermano come la Bielorussia continui a essere o sentirsi al centro della guerra. Adesso anche con le armi nucleari tattiche russe sul proprio territorio.