I Thaad arriveranno in Corea del Sud. Le autorità sudcoreane hanno completato uno studio di impatto ambientale relativo all’installazione dell’unità di difesa missilistica Terminal High-Altitude Area Defense da parte delle forze armate statunitensi in quel di Seongju, a 214 chilometri a sud-est di Seul. Il sistema di radar anti missile made in Usa era stato, in realtà, installato più di sei anni fa sul sito di un vecchio campo da golf, nel cuore del Paese asiatico – durante un aumento dell’attività missilistica della Corea del Nord – ma il suo lancio completo era stato bloccato da un’analisi ambientale locale, innescata dai timori dei residenti dell’area dove sarebbe dovuto entrare in funzione il dispositivo.
Adesso quell’ostacolo non c’è più, come ha sottolineato il Wall Street Journal, e il percorso per il definitivo dispiegamento del Thaad torna a prendere quota. E torna a farlo in un momento molto particolare, carico di tensioni, non solo tra Stati Uniti e Cina ma anche tra Seul e Pechino. Come se non bastasse, la Repubblica Popolare Cinese, così come Russia e Corea del Nord, sono da sempre contrarie al dispiegamento dell’unità di difesa missilistica, che la considerano una minaccia alle rispettive sicurezze nazionali.
Sarà adesso interessante capire quale sarà la loro posizione, visto che la revisione dello studio sull’ipotetico impatto ambientale del Thaad ha stabilito che i rischi per salute dei cittadini posti dalle onde elettromagnetiche della batteria sono insignificanti. E che, molto presto, la Corea del Sud potrà contare su questo strumento.

L’ultima svolta sul Thaad
Il sistema Thaad è progettato per abbattere i missili nordcoreani a corto e medio raggio, anche se adottano una traiettoria discendente. Le capacità radar del sistema hanno inoltre anche una portata più ampia rispetto alle altre difese missilistiche in Corea del Sud, consentendo loro di raggiungere teoricamente Cina e Russia. A meno di ulteriori ostacoli o ripensamenti, l’implementazione completa del dispositivo è prevista per il prossimo anno.
A proposito del suo pieno dispiegamento, questo comporta anche la costruzione di strutture di supporto permanenti per ospitare soldati e hardware, come ha spiegato Go Myong-Hyun, membro dell’Asan Institute for Policy Studies, un think tank con sede a Seul.
La revisione ambientale, adesso superata con esito positivo, era iniziata durante l’amministrazione del presidente progressista Moon Jae-in, predecessore dell’attuale leader conservatore Yoon Suk-yeol. Moon era addirittura entrato in carica poche settimane dopo l’insediamento dei Thaad, nel maggio 2017, chiedendosi se il vecchio governo avesse cercato un feedback pubblico sufficiente prima di accettare di ospitare il sistema antimissile.
A quel tempo, inoltre, i Thaad avevano provocato l’ira della Cina. Pechino avrebbe, più o meno direttamente, orchestrato una campagna di ritorsioni economiche contro Seul, gran parte della quale in corso ancora oggi. Nello specifico, il sentimento anti Thaad dei consumatori cinesi ha influenzato tutto, dai rivenditori di prodotti sudcoreani alle auto made in Korea passando attraverso l’organizzazione di eventi legati al mondo del K-Pop. Allo stesso tempo, il turismo cinese in Corea del Sud era (ed è) crollato. Moon alla fine è riuscito riallacciare, almeno in parte, i legami con la Cina, grazie alla consapevolezza che i sudcoreani non avrebbero perseguito ulteriori schieramenti di Thaad.
- L’alleanza 2.0 tra Russia e Corea del Nord
- Cosa sappiamo delle armi nordcoreane inviate alla Russia
- Il ruolo delle immagini satellitari Usa nella guerra di propaganda
Tensioni in arrivo
Il completamento del suddetto studio apre ora le porte al pieno schieramento operativo della batteria Thaad, che, come detto, si trova a Seongju dal 2017 sulla base di una autorizzazione “temporanea”. Il presidente Yoon preme per la “normalizzazione” del Thaad, ritenuto da Pechino un elemento del cosiddetto “ombrello nucleare” statunitense, e questo potrebbe portare a nuove tensioni tra i due Paesi.
Entrato in carica poco più di un anno fa, Yoon ha incentrato la sua politica estera su una più stretta collaborazione con gli Stati Uniti e ha immaginato un rapporto con la Cina basato sul rispetto reciproco. Pechino e Seul, per molti aspetti, hanno bisogno l’uno dell’altro, visto che la Cina è il principale partner commerciale della Corea del Sud, e che le industrie sudcoreane di tecnologia avanzata servono al Dragone.
Qualsiasi reazione della Cina in merito a un pieno dispiegamento dei Thaad dovrà però essere misurata, poiché esercitare una forte pressione economica su Seul potrebbe spingere l’amministrazione Yoon ancora di più verso gli Usa.