Le tensioni in aumento tra Stati Uniti e Cina, con l’epicentro globale localizzabile proprio nel Mar Cinese Meridionale. L’incubo di una possibile guerra da combattere contro Pechino sullo sfondo e, a gennaio, la certezza di una tornata elettorale che deciderà quale sarà il prossimo presidente incaricato di gestire una delle situazioni più calde del pianeta. Se, nel maggio 2021, l’Economist dedicava la sua copertina a Taiwan, definendolo “il luogo più pericoloso del pianeta” destando perplessità, oggi si capisce il perché di quella scelta.
Il futuro dell’isola passa attraverso le prossime elezioni presidenziali. Dalle quali potrebbe uscire un nuovo alfiere di Washington nell’Indo-Pacifico, William Lai del Partito democratico progressista (Dpp) al potere, ancor più radicale dell’attuale leader Tsai Ing Wen, oppure un partner fidato, ma più freddo nei rapporti e desideroso di adottare un approccio meno aggressivo nei confronti di Pechino. È quest’ultima l’eventualità che porta dritta alla vittoria di Hou Yu-ih, esponente dei nazionalisti del Kuomintang.
In uno scenario del genere, si stagliano ombre invisibili e silenziose, pronte a carpire segreti politici, informazioni militari, indiscrezioni geopolitiche. Sono gli occhi e le orecchie della Cina, che a quanto pare abbondano a Taipei più di quanto non si possa immaginare. Almeno a giudicare dalle ultime vicende, con diversi ufficiali in servizio ed ex militari delle forze armate taiwanesi sospettati di effettuare spionaggio per conto del Dragone. Il governo dell’isola, non a caso, ha fatto sapere che intensificherà gli sforzi di controspionaggio per limitare l’influenza di Pechino sull’isola.
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Mele marce nell’esercito
Il caso più recente riguarda due figure militari di Taiwan. Un tenente colonnello, noto come Hsiao, che prestava servizio presso il comando dell’aviazione e delle forze speciali dell’esercito taiwanese, è stato arrestato con il sospetto di avere divulgato segreti della Difesa a “forze straniere”, che includono anche le autorità cinesi.
Le indagini sono proseguite negli scorsi giorni nel quartier generale del comando a Taoyuan, nel nord dell’isola, e sono state estese anche a quattro ufficiali in congedo. Il ministero della Difesa taiwanese ha affermato di essere entrato in possesso di “prove tangibili” di attività illegali, e che, “di fronte all’infiltrazione del Partito comunista cinese, le forze nazionali continueranno a promuovere l’educazione al controspionaggio e la sensibilizzazione”.
Nell’ultimo decennio circa, almeno 21 ufficiali taiwanesi, in servizio o in congedo, sono stati condannati per spionaggio per conto della Cina. Il vice segretario generale dell’ufficio presidenziale, Alex Huang, ha affermato che l’incidente sopra descritto è stato “vergognoso” e che per questo sono state richieste indagini approfondite. “Il tradimento dei propri commilitoni e del proprio Paese dovrebbe essere punito severamente dalla legge”, ha tuonato l’alto funzionario di Taipei, aggiungendo che il governo si è attivato per impedire che tali episodi possano ripetersi.
Spie in azione
In una lunga indagine di Reuters si legge che la Cina avrebbe organizzato un’apposita campagna di spionaggio per minare la leadership militare e civile di Taiwan. L’obiettivo di Pechino, hanno spiegato ex ufficiali di Taipei e statunitensi, sarebbe quello di raccogliere dettagli sulla pianificazione della Difesa dell’isola al fine di compromettere l’azione dei suoi leader.
Gli esempi di presunti 007 arruolati dal Dragone sono numerosi. Xie XiZhang per più di 20 anni era solito presentarsi come un uomo d’affari di Hong Kong in visita a Taiwan. Nel 2021, è stato accusato di avere un’altra missione: reclutare spie per la Cina. Nel corso di un viaggio nel 2006, Xie avrebbe incontrato un alto ufficiale della marina taiwanese in pensione, Chang Pei-ning. Chang – che ha respinto le accuse di ogni possibile coinvolgimento ma che è comunque finito in prigione – sarebbe così stato convinto a diventare uno degli agenti del misterioso businessman, con il compito di aiutarlo a penetrare nella leadership militare di Taiwan.
Questo sarebbe stato soltanto un piccolo tassello di un mosaico enorme: un giro di spie tra ufficiali militari in servizio e non. Gli ufficiali taiwanesi e le loro famiglie sarebbero stati attratti dalle offerte di Xie di viaggi all’estero completamente pagati, da migliaia di dollari in pagamenti in contanti e da regali come sciarpe di seta e cinture per le loro mogli. Nel giugno 2019, gli agenti del controspionaggio si sono mossi contro la rete di Xie interrompendo il meccanismo. Non sappiamo tuttavia che fine abbia fatto il businessman di Hong Kong, sparito nel nulla.
La stessa Reuters ha inoltre sottolineato come la Cina si sia attivata per organizzare una campagna per compromettere gli alti funzionari (militari e civili) dell’isola, corrodere la volontà di Taipei di combattere, estrarre dettagli sulle armi ad alta tecnologia e ottenere informazioni sulla pianificazione della Difesa.
Pechino sarebbe persino riuscita a penetrare nella squadra di sicurezza assegnata per proteggere il presidente Tsai Ing-wen. Un ufficiale di sicurezza presidenziale in pensione e un tenente colonnello della polizia militare presso l’unità incaricata di proteggere l’attuale leader hanno visto le loro condanne esser confermate nel 2021, nello specifico per aver fatto trapelare informazioni sensibili sulla sicurezza della stessa Tsai ad un’agenzia di intelligence cinese.
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Informazioni preziose
Per Taiwan non è facile estirpare ogni erbaccia dal proprio giardino. E questo è un problema enorme, nel caso di una possibile guerra. Secondo analisti militari taiwanesi e statunitensi, infatti, spie ben piazzate nei ranghi dell’esercito taiwanese potrebbero offrire un vantaggio inestimabile alla Cina se le due parti entrassero in conflitto.
“La Cina sta conducendo uno sforzo di infiltrazione molto mirato verso Taiwan”, ha dichiarato qualche anno fa il tenente comandante della marina taiwanese in pensione Lu Li-shih. I casi di spionaggio, ha spiegato, dimostrano che Pechino ha compromesso quasi tutti i ranghi, compresi i generali di alto livello, nonostante le intense campagne di educazione interna nell’avvertimento militare dei pericoli degli sforzi di spionaggio del Dragone.
Del resto, lo spionaggio è stato a lungo un’arma potente per il Partito Comunista Cinese. Nella guerra civile cinese, agenti e simpatizzanti comunisti hanno svolto un ruolo chiave nello sconfiggere le forze del Kuomintang, al governo, sotto Chiang Kai-shek, costringendolo a ritirarsi a Taiwan. In alcuni casi, intere formazioni nazionaliste furono persuase a cambiare schieramento e ad unirsi tra le fila di Mao Zedong.
Certo, poter contare su spie a Taipei potrebbe facilitare il compito di una ipotetica decapitazione della leadership dell’isola. Per gli invasori, la conoscenza anticipata di piani difensivi, codici di comunicazione, siti di armi e posizioni delle truppe compenserebbe alcune difficoltà logistiche e militari, mentre gli ufficiali sleali potrebbero anche rifiutarsi di combattere, deviare le loro truppe o disertare verso gli aggressori.
Alcuni veterani militari taiwanesi temono che i ripetuti casi di spionaggio renderanno gli Stati Uniti, il principale alleato dei taiwanesi, sempre meno disposti a condividere armi avanzate o informazioni sensibili per paura che questi segreti possano finire nelle mani di Pechino. Nel frattempo, l’amministrazione Biden ha incrementato l’invio di armi a Taipei. Nella speranza che qualcuno non fosse a conoscenza in anticipo dei piani di Washington.