L’Indonesia ha dato il via, dal 6 all’8 giugno, l’esercitazione navale multilaterale Komodo. Si tratta di una manovra “non bellica” che mira a “rafforzare le relazioni tra le marine” dei 49 Paesi partecipanti, ha spiegato Jakarta.
La curiosità è tanta, visto e considerando le tensioni che ribollono nella regione dell’Asia-Pacifico e che, tra i partecipanti, troviamo, tra le altre, le marine di Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Giappone, Russia e Corea del Sud. Washington e Pechino hanno inoltre recentemente intensificato le rispettive diplomazie militari nell’area, organizzando, a loro volta, varie esercitazioni militari con alleati e partner intorno a Taiwan, nel Mar Cinese Meridionale e nel Pacifico occidentale.
Nonostante questo, le due potenze rivali hanno inviato navi da guerra per prender parte a Komodo. Nelle ultime ore, hanno gettato l’ancora a Sulawesi 15 navi da guerra, inclusi vascelli di Cina e Russia. La marina militare cinese, in particolare, ha inviato il cacciatorpediniere Zhanjiang e la fregata Xuchang, entrambe equipaggiate con missili guidati.
La marina statunitense ha inviato in esercitazione una nave da combattimento costiera. Queste manovre permetteranno agli Stati Uniti di “unirsi alle nazioni che condividono la stessa mentalità, ai nostri alleati e ai nostri partner per lavorare alla risoluzione di sfide comuni” come la risposta umanitaria e ai disastri, ha fatto sapere Washington.

Le esercitazioni in Indonesia
Le navi della marina americana, cinese e russa si uniranno, dunque, alle esercitazioni nelle acque indonesiane per un addestramento in risposta ai disastri umanitari, in un raro momento di cooperazione incastonato in un periodo di accresciuta competizione globale.
L’Indonesia, che ha gestito in maniera eccellente l’incontro del G20 dello scorso novembre a Bali, organizzato all’ombra dell’offensiva russa in Ucraina, ospiterà fino a giovedì le manovre Komodo nello stretto di Makassar, nelle acque tra Borneo e Sulawesi. L’aspetto più interessante è che all’appuntamento si sono riuniti rivali geopolitici giurati, come la Corea del Nord e del Sud , l’India e il Pakistan e, come detto, Cina e Stati Uniti.
In uno scenario del genere, l’Indonesia ha scelto nuovamente di vestire i panni di mediatore neutrale in una regione segnata da rivendicazioni su mari e territori e caratterizzata da molteplici questioni irrisolte. Paese dichiaratamente neutrale e impegnato in una politica estera “libera e attiva”, Jakarta sembra insomma intenzionata ad esercitare un ruolo internazionale maggiore, in linea con il suo status di più grande economia del sudest asiatico e quarta nazione più popolosa del mondo.
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Occasione di dialogo
Come ha spiegato il South China Morning Post, con la partecipazione di Paesi come Stati Uniti, Cina e altre nazioni, l’esercitazione offrirà una rara opportunità di dialogo, visto che i capi della marina si incontreranno parallelamente alle attività operative in mare. Le esercitazioni di Komodo includeranno salvataggi in mare e risposte alle emergenze umanitarie come i disastri naturali. Accanto alle manovre navali sono in programma anche eventi più leggeri tra cui una parata cittadina, un programma culinario e una mostra marittima.
Alla domanda se le tensioni con la Russia e la Cina potrebbero causare attriti durante l’esercitazione di Komodo, un portavoce della marina degli Stati Uniti ha dichiarato al SCMP che gli Usa rispettano la capacità del governo dell’Indonesia di selezionare i partecipanti nella sua capacità di nazione ospitante. “Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con partner, come l’Indonesia, per garantire che la regione rimanga aperta e accessibile e che i mari e i cieli della regione siano governati e utilizzati secondo il diritto internazionale”, ha aggiunto la fonte.
Il quotidiano cinese Global Times ha invece affermato che la partecipazione di Pechino all’esercitazione mira a promuovere “la comprensione, gli scambi e la comunicazione con le forze armate straniere per salvaguardare la pace e la stabilità tra le crescenti tensioni nell’Asia-Pacifico”.