Difesa /

Alla vigilia della presentazione della domanda di adesione alla Nato della Finlandia, risulta interessante dare uno sguardo all’organizzazione e alla consistenza delle sue forze armate, per capire anche quanto ne gioverebbe l’Alleanza dal punto di vista difensivo, senza dimenticare che l’ingresso di Helsinki raddoppierebbe istantaneamente il confine che condivide direttamente con la Federazione Russa, soprattutto in un settore, quello artico, che sino a oggi ha visto solo la Norvegia a presidio.

La regione della penisola di Kola, infatti, è sede di importanti basi navali: la Flotta del Nord russa ha le sue sedi tra la baia di Murmansk/Polyarny e Severomorsk (nell’oblast di Arcangelo). Proprio a Polyarny si trova la casa della componente navale della triade nucleare russa: gli Ssbn (sottomarini lanciamissili balistici a propulsione nucleare) qui stanziati, insieme a quelli della Flotta del Pacifico, sono i soli di cui dispone Mosca, non essendo presenti nelle altre flotte del Baltico, Mar Nero e Mar Caspio. Nell’entroterra russo della penisola di Kola ci sono diverse importanti basi aeree e dell’esercito, che servono non solo a difendere i porti di Murmansk e il territorio nazionale, ma anche a dare proiezione strategica per le operazioni nell’Artico, che Mosca, ormai da anni, sta mettendo al centro della sua politica di difesa: i MiG-31, caccia intercettori che, nella versione K, possono anche trasportare il missile balistico ipersonico Kh-47M2 “Kinzhal”, si vedono sempre più spesso negli aeroporti posizionati intorno al Circolo Polare Artico.

La Finlandia, quindi, proprio per la sua prossimità a una regione russa altamente militarizzata e strategica per le operazioni artiche, siano esse terrestri o marittime, rappresenta un valore aggiunto per l’Alleanza Atlantica, e le sue forze armate – che come vedremo hanno una particolare dottrina e mezzi di livello – possono integrarsi facilmente nello strumento difensivo della Nato per via dell’attività di partenariato che Helsinki ha stabilito con Bruxelles nel corso degli anni.



Le forze armate finlandesi possono contare su circa 21500 uomini e donne in servizio attivo, e hanno una riserva, formata da personale che ha svolto il servizio di leva, di circa 900mila unità. L’esercito, organizzato su 8 brigate in tempo di pace, dispone di 239 Mbt (Main Battle Tank) di cui 100 Leopard 2A6 e 139 Leopard 2A4, 212 Ifv (Infantry Fighting Vehicles) e 1101 Apc (Armoured Personnel Carrier) tra ruotati e cingolati, 48 obici semoventi da 155 millimetri e 72 da 122, un totale di 56 Mlrs (Multiple Launch Rocket System), 740 pezzi di artiglieria trainata e più di 1600 mortai nonché di 27 elicotteri (di cui 20 Nh-90). L’aeronautica finlandese (Ilmavoimat) utilizza 62 F/A-18 “Hornet” organizzati su tre stormi, che presto verranno sostituiti da altrettanti cacciabombardieri di quinta generazione F-35A. Si stima che siano in servizio circa 215 Uas (Unmanned Air System) di vario tipo (9 sono gli Ucav MQ-9 “Reaper”) ed Helsinki, da questo punto di vista, ha intenzione di ampliarne la flotta per migliorare la sua capacità di situational awareness, sulla scorta di quanto visto nei conflitti nel Nagorno-Karabakh e in Ucraina, dove i “droni”, anche di tipo commerciale, hanno avuto (e stanno avendo) un ruolo determinante nella condotta delle operazioni terrestri fornendo “un occhio dal cielo” per aiutare il tiro di artiglieria. La marina finlandese (Merivoimat) è di tipo esclusivamente litoraneo, pensata ed equipaggiata per difendere le acque territoriali nel Baltico e per effettuare rapidi attacchi al naviglio nemico in transito. Essa è organizzata su tre squadre composte da unità cacciamine (17 di vario tipo) e da otto pattugliatori veloci da attacco (quattro della classe Hamina e quattro classe Rauma).

La Finlandia, come accennato, è uno dei pochi Paesi europei che ancora vede la presenza del servizio di leva. Esso va da un minimo di 180 giorni a un massimo di 362 ed è aperto su base volontaria alle donne dal 1994. Tutti gli uomini di età superiore ai 18 anni sono soggetti a coscrizione per un periodo di 6, 9 o 12 mesi. Ogni anno vengono addestrati circa 27mila uomini. I coscritti inizialmente ricevono l’addestramento di base, dopodiché vengono assegnati a varie unità per un addestramento speciale. I soldati che sono formati per compiti che non richiedono abilità speciali prestano servizio per 6 mesi, mentre per compiti tecnicamente impegnativi il tempo di servizio è di 9, o in alcuni casi di 12 mesi. Quelli selezionati per far parte dei quadri (sottufficiali o ufficiali) servono 12 mesi. Al termine del servizio, i coscritti entrano a far parte della riserva mantenendo il loro grado e la mansione che hanno svolto durante il periodo di arruolamento.

Questa scelta è dettata da una dottrina fortemente centrata sulla difesa del territorio nazionale, che prevede anche attività addestrativa parziale e molto generica per personale civile volontario. La Finlandia, infatti, utilizza l’esercito per difendere la nazione con una strategia che sfrutta il terreno ricco di foreste e laghi per logorare un eventuale aggressore, invece di tentare di bloccare l’esercito attaccante alla frontiera: qualcosa che è stato messo in pratica durante l’invasione sovietica del 1939.

Il collasso dell’Unione Sovietica nel 1991 non ha eliminato la minaccia militare russa dalle menti dei finlandesi, ma ne ha solo cambiato la percezione. Sebbene il concetto di difesa territoriale totale non sia stato abbandonato, la pianificazione militare si è spostata verso la capacità di prevenire e vanificare un attacco strategico verso le regioni vitali del Paese. La fine della Guerra Fredda ha anche visto la fine della storica neutralità della Finlandia, che ha intessuto rapporti sempre più stretti con l’Alleanza Atlantica conseguenti al riarmo e all’assertività (poi diventata aggressività) russa. Questo ha comportato, ad esempio, la partecipazione alla guerra in Afghanistan e al Nordic Battlegroup nonché la sottoscrizione di partenariati strategici bi e trilaterali con la Svezia, la Norvegia e gli Stati Uniti.

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