L’esercito Usa si aspetta di non raggiungere l’obiettivo di arruolare 65mila nuovi soldati quest’anno, poiché il numero di giovani americani idonei a prestare servizio continua a ridursi.
Come riferito dal segretario dell’Us Army Christine Wormuth ai parlamentari durante una recente udienza al Congresso, i nuovi arruolati non raggiungeranno quella cifra. “Stiamo facendo tutto il possibile per avvicinarci, ma non saremo all’altezza”, ha detto ancora.
Si tratta del secondo anno consecutivo in cui si assiste a questa dinamica: l’anno scorso l’esercito ha visto circa 15mila reclute in meno rispetto a quanto preventivato, che nei piani era pari a 60mila nuovi arruolati.
La Guardia nazionale si trova in una condizione peggiore, in quanto si sta assistendo a una fuga dei riservisti part-time e una riduzione dei volontari, il tutto mentre le unità lottano per destreggiarsi tra missioni nazionali e all’estero.
A quanto pare anche la maggior parte delle altre forze armate statunitensi rischia di fallire il proprio obiettivo di reclutamento, ad eccezione della Us Space Force, che però rappresenta il servizio numericamente più piccolo e quello che fa affidamento in gran parte sui trasferimenti dall’Us Air Force per costruire i propri ranghi.
A cosa è dovuto questo drastico calo del reclutamento? I leader dell’esercito affermano che si tratta di una serie di problematiche, tra cui, quella più importante, è rappresentata dall’alta percentuale di americani in età di reclutamento che risulta essere non sufficientemente qualificata per far parte dell’esercito.
L’Us Army ha stimato che solo il 23% circa dei giovani di età compresa tra 17 e 24 anni soddisfa le aspettative della forza armata, con molti candidati che non superano l’esame di ammissione di cultura generale (sul modello del “SAT” delle università Usa) o sono troppo sovrappeso per prestare servizio.
Lo scorso agosto, per cercare di contrastare la tendenza al peggioramento del livello delle possibili reclute, l’esercito statunitense aveva avviato un corso preparatorio per futuri soldati rivolto a coloro che non hanno soddisfatto gli standard fisici minimi o quelli riguardanti la preparazione di cultura generale. A quanto pare questo corso ha permesso di “diplomare” circa 3300 candidati su 4mila che lo hanno frequentato e che, senza di esso, non sarebbero stati ammessi nei ranghi dell’esercito. In questo momento, il corso è impostato per formare circa 12mila candidati all’anno sottolineando il disperato tentativo dell’Us Army di fermare l’emorragia del reclutamento, e sappiamo che anche la Us Navy ha avviato i propri corsi propedeutici all’arruolamento lo scorso marzo.
Gli stessi americani sono però poco entusiasti e affermano che questo programma di preparazione può aiutare a migliorare solo una parte del peggioramento generale del quadro di reclutamento. Gli addetti alla selezione delle forze armate, in particolare quelli dell’esercito, riferiscono infatti che si registrano problemi riguardanti le condizioni di salute generale e mentale dei candidati. La questione non è di poco conto, tanto che l’anno scorso il Pentagono ha lanciato il sistema sanitario militare Genesis, basato su cartelle cliniche digitali, che ha fornito ai militari un accesso senza precedenti al background medico e di salute mentale dei candidati per il reclutamento, in particolare per quelli provenienti da famiglie di militari che hanno ricevuto cure mediche precedenti. In precedenza, i problemi di salute minori venivano in gran parte trascurati durante il processo di arruolamento, poiché eventuali intoppi potevano ritardare il processo di reclutamento di mesi o rendere un candidato non idoneo del tutto.
I leader dell’esercito, tra cui la stessa Wormuth, hanno affermato che non abbasseranno gli standard richiesti per l’arruolamento o l’incarico, nel frattempo, però, la marina Usa è stata più accondiscendente nei confronti dei candidati con punteggi bassi nei test di ammissione e U.S. Air Force e Space Force sono state più indulgenti con i candidati che risultano positivi al consumo di cannabis, poiché, come detto, ogni servizio deve affrontare evidenti difficoltà a trovare il numero sufficiente di personale arruolabile.
Secondo il Center for Disease Control and Prevention, il 22% degli americani di età compresa tra 12 e 19 anni è obeso e tale percentuale aumenta con l’età. Anche i punteggi dei test universitari (Sat e Act) sono diminuiti negli ultimi anni, ma solo in parte per via dell’interruzione delle scuole causata dalla pandemia e per lo scarso accesso a risorse educative di qualità per i bambini provenienti da famiglie a basso reddito.
Questo peraltro è un fenomeno diffuso che travalica i confini statunitensi: anche a queste “longitudini” il livello culturale medio di un giovane tra i 17 e i 20 anni è più basso rispetto a 30 anni fa, ma pur sempre spiccano rispetto a un loro coetaneo statunitense. Il problema quindi sembra essere legato alla qualità generale dell’istruzione, che, a quanto pare, non eccelle nemmeno negli Stati Uniti se pur si debba considerare che la scelta di effettuare la carriera militare partendo dai ranghi inferiori, da soldato semplice, sia effettuata da giovani che non hanno potuto frequentare scuole superiori eccellenti (e care perché private). Una dinamica che, fortunatamente, in Italia ancora non esiste. Un fattore che invece esiste anche da questa parte dell’Atlantico e che ci accomuna con gli Stati Uniti è la maggior percentuale di obesità nei giovani, sintomo di una vita sedentaria e di alimentazione scorretta, quest’ultima anche legata alla maggiore povertà della popolazione (il cibo spazzatura costa meno del cibo sano).
Tornando agli Stati Uniti, poiché i punteggi dei test sono crollati e la percentuale di popolazione obesa è aumentata vertiginosamente nell’ultimo decennio, l’esercito Usa ha richiesto ai soldati di essere più esperti tecnicamente, tanto che adesso viene richiesto anche ai sottufficiali di avere una laurea e buone capacità di scrittura, inoltre l’Army combat fitness test, o Acft, è diventato il test di fitness più completo e difficile di sempre nel tentativo di migliorare le prestazioni fisiche dei soldati.