L’Occidente continua ad armare Kiev. Nella giornata di ieri, mercoledì 24 maggio, il dipartimento di Stato statunitense ha approvato la vendita di nuovi sistemi anti-missilistici Nasams all’Ucraina, per un valore di 285 milioni di dollari. La Defense Security Cooperation Agency (Dsca), agenzia del Pentagono incaricata a fornire assistenza al trasferimento di equipaggiamento e servizi militari agli alleati degli Stati Uniti, ha pubblicato una dichiarazione nella quale ha manifestato il suo sostegno alla manovra. Nello specifico la Dsca ha rimarcato come l’Ucraina necessiti di migliorare le proprie capacitĂ difensive nei confronti di attacchi missilistici russi, pertanto questo trasferimento aiuterĂ Kiev a difendere le proprie infrastrutture e soprattutto la propria popolazione civile. La vendita non determinerĂ l’alterazione della bilancia militare nella regione, nĂ© tantomeno una riduzione della prontezza combattiva degli Stati Uniti. Essa risulterĂ invece funzionale al perseguimento degli obiettivi di politica estera e di sicurezza nazionale statunitense, migliorando le capacitĂ difensive di un partner essenziale per la sicurezza e il progresso economico europeo.
La procedura di invio di equipaggiamento militare americano ai partner degli Stati Uniti è in gran parte delegata al ramo esecutivo, in particolar modo al Bureau of Political-Military Affairs del dipartimento di Stato. Ai sensi dall’Arms Control Export Act l’esecutivo è quindi tenuto a notificare al Congresso la vendita, le due camere hanno la possibilità di approvare una risoluzione per respingere o modificare i termini della vendita stessa. Il Presidente ha tuttavia l’autorità di porre il veto, o in alternativa notificare la presenza di uno stato di emergenza per superare l’opposizione del Congresso. Considerando l’attuale stato di guerra che affligge l’Ucraina, risulta largamente improbabile che le camere rigettino la proposta.

Cosa sono i Nasams
Una batteria Nasams (National Advanced Surface-to-Air Missile System) è composta da quattro unità di lancio ciascuna dotata di tre lanciatori in grado di trasportare sei missili Aim-120 Amraan, un radar An/Mpq-64F1 Improved Sentinel, un centro di controllo e un veicolo Msp500 electro optical camera. I missili Amraan dispongono di un range di 30 km e il radar può individuare bersagli fino a 120 km. Il primo vantaggio dei Nasams consiste nell’enorme flessibilità : i lanciatori e i radar del Nasams possono infatti essere dislocati ad una distanza di 20 km dalla stazione di controllo del fuoco, garantendo quindi una copertura su un’area molto elevata.
Il secondo grande vantaggio di tali sistemi consiste nell’elevatissima disponibilità dei missili Amraan da esso impiegati. Tali sistemi sono montati su gran numero di aeromobili occidentali come missili aria-aria e i Nasams non richiedono una differente variante, potendo impiegare la versione base del missile stesso. Ciò significa che le nazioni occidentali dispongono di un inventario pressoché illimitato di esso, riducendo al minimo le probabilità che l’Ucraina rimanga senza una difesa anti-aerea. In secondo luogo gli Amraan presentano un costo estremamente ridotto (circa un milione ad unità ), pertanto il loro impiego presenta un rapporto costi benefici estremamente favorevole.

Gli effetti sulla guerra
La vendita dei sistemi Nasams all’Ucraina rappresenta un ulteriore passo verso la transizione dell’esercito di Kiev da una una forza dotata prettamente di equipaggiamento sovietico in un esercito avente un inventario costituito da armamento occidentale, dotato di ampia interoperabilità con le forze Nato. Ciò indica come gli Stati Uniti si stiano preparando non solo ad un conflitto potenzialmente lungo, ma anche alla fase successiva alla sua conclusione, durante la quale sarà necessario riarmare l’esercito ucraino con funzioni di deterrenza verso una nuova possibile aggressione.
Contestualmente l’afflusso di ulteriori sistemi consentirà di aumentare notevolmente la copertura anti aerea sul territorio nazionale ucraino, riducendo ulteriormente le capacità offensive russe. A partire dagli ultimi mesi del 2022 la Federazione russa ha infatti avviato una massiccia campagna di attacchi missilistici diretti verso le città ucraine e verso il sistema energetico del paese. I raid hanno provocato numerose vittime civili, pur rivelandosi in ultima analisi fallimentari, in virtù della minore ampiezza della curva dei danni russi rispetto alla curva delle riparazioni ucraine, nonché all’intersezione tra il processo di decrescita delle capacità di produzione missilistiche russe, gravemente danneggiate dalle sanzioni e la costante crescita delle capacità anti missilistiche ucraine derivanti dalle consegne dei partner occidentali. Ciò non ha tuttavia distolto la Russia dal proseguire tali attacchi, con grave danno per la popolazione civile.
Allo stato attuale risultano impiegate poche batterie di Nasams, il cui utilizzo ha avuto sinora un enorme successo. Le forze ucraine hanno dichiarato come tali sistemi abbiano abbattuto 100 missili e droni russi in pochi mesi, mostrando un impressionante tasso di accuratezza. L’arrivo di altri sistemi contribuirà non solo a ridurre le capacità russe di danneggiare gli impianti produttivi e il sistema energetico ucraino, ma anche di ridurre le perdite tra i civili, spesso obbiettivo deliberato delle armi di Mosca.