La guerra in Ucraina ha preso forma come un conflitto simmetrico, ma a causa dell’evidente disparità di forze in campo, ha assunto anche le caratteristiche di una guerriglia condotta da gruppi di regolari dell’esercito ucraino e di milizie volontarie che colpiscono con attacchi fulminei le punte di lancia dell’avanzata russa e le loro colonne di rifornimento, cercando, quanto più possibile, di non restare ingaggiate nei combattimenti.
Gli strumenti principali utilizzati dalle formazioni ucraine in questi attacchi sono gli Atgm (Anti Tank Ground Missile): missili anticarro concepiti per l’impiego da parte della fanteria – o montati su veicoli leggeri e meno leggeri – anche di nuova generazione, quando forniti da alcuni alleati occidentali di Kiev. Stiamo parlando degli NLAW svedesi e dei Javelin statunitensi.
L’NLAW, entrato in servizio nel 2009, è un’arma anticarro monouso leggera di nuova generazione la cui designazione svedese è Pansarvarnsrobot 57 o RB-57. Si tratta di un missile anticarro a corto raggio armato con una potente testata anticarro ad alto esplosivo (HEAT) da 150 mm progettata per mettere fuori combattimento i principali carri armati russi a breve distanza. Il tiro controcarro può essere effettuato in due modalità: diretto oppure dall’alto, per ovviare alla corazzatura reattiva degli Mbt (Main Battle Tank) moderni andando cioè a colpire il carro nel suo punto più vulnerabile: la torretta. In questo caso la sua testata HEAT inclinata verso il basso perfora la sottile armatura superiore anche se è ricoperta di Explosive Reactive Armor (ERA).
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CAUSALE: Reportage Ucraina
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La sua portata è modesta, arrivando a colpire bersagli fissi posti a un massimo di 600 metri di distanza, mentre è efficace contro veicoli in movimento fino a 400 metri. Risulta che i missili più recenti hanno un software di guida aggiornato e possono ingaggiare bersagli fissi sino a una distanza di poco superiore agli 800 metri. Questi Atgm sono stati forniti all’Ucraina in grande numero dal Regno Uniti, sia nelle settimane precedenti il conflitto che durante.
I Javelin, o FGM-148, sono entrati in servizio nel 1996 e attualmente sono considerati uno dei più avanzati sistemi di missili guidati anticarro portatili al mondo insieme agli Spike israeliani. Possono distruggere qualsiasi Mbt attualmente in servizio e sono in grado di colpire anche elicotteri in volo a bassa quota. Il missile è spalleggiabile ma può anche essere installato su treppiede e utilizza la tecnologia fire and forget (lancia e dimentica). Il Javelin è stato montato anche sui veicoli da combattimento Bradley M3 in sostituzione dei TOW. Per lanciare un Javelin occorrono due persone, al contrario del più semplice NLAW, e il corpo del sistema di lancio, la Command Launch Unit (CLU) è riutilizzabile, mentre il tubo di lancio è monouso. Può funzionare di notte e con qualsiasi condizione atmosferica. Anche il Javelin, come l’Atgm di fabbricazione svedese, ha modalità di attacco doppia. La sua gittata massima è di 2500 metri ma recentemente il produttore, Raytheon, ha sviluppato una versione con una portata di 4750.
Russian army T-90A tank After being attacked by Ukrainian forces with an ATGM FGM-148 Javelin. #Ukraine #Russia #war pic.twitter.com/B7aV4bV0HK
— World's Military Forces (@Military9Army) March 4, 2022
Gli ucraini, oltre a questi sistemi occidentali (a cui vanno aggiunti un centinaio di svedesi M2 Carl Gustav donati dal Canada), hanno potuto contare anche sul locale Stugna-P/Skif di moderna concezione, e su scorte ereditate dall’Unione Sovietica (poi Russia) che comprendono 9K115 Metis e Metis-M, 9M113 Konkurs e 9K111 Fagot.
Un utilizzo così intensivo di sistemi Atgm non è mai avvenuto in un conflitto simmetrico: in Siria, dove gli Atgm in mano agli insurgent sono stati utilizzati spesso contro gli Mbt di Damasco, ci trovavamo davanti a un conflitto di tipo asimmetrico, e comunque il numero di questi sistemi impiegati era molto diverso.
La combinazione NLAW/Javelin e piccoli gruppi mobili di fanteria, è riuscita, in più di una occasione, a mettere in difficoltà le truppe russe avanzanti e soprattutto questi sistemi hanno dimostrato la loro letalità nonostante i provvedimenti presi dai russi per evitare di subire perdite.
Successful Ukrainian ATGM attack on the front of a Russian tank. Ammunition exploded launching the turret off. pic.twitter.com/pgueTSXbkL
— OSINTtechnical (@Osinttechnical) March 4, 2022
Dal fronte riceviamo immagini e filmati di Mbt e veicoli corazzati di Mosca colpiti dall’alto o in modo diretto, e per quanto riguarda i tank, le gabbie saldate sulla torretta come protezione aggiuntiva per cercare di evitare i colpi dal settore superiore portati da NLAW e Javelin, si sono rivelate, in più di un’occasione inefficaci.
Sebbene, a conflitto in corso, sia forse prematuro trarre conclusioni, possiamo comunque fare le prime valutazioni su quanto abbiamo assistito. Le forze corazzate e meccanizzate russe sono state obbligate a utilizzare per la maggior parte delle operazioni il reticolo stradale, per una questione legata alla logistica che si è allungata sul fronte nord e orientale, e meno su quello meridionale, ragion per cui l’avanzata in quest’ultimo è stata più efficace. Gli ucraini hanno inizialmente commesso alcuni errori tattici, come quello di non distruggere i ponti nelle regioni che circondano la Crimea, ma presto hanno provveduto a minarli e farli saltare un po’ ovunque lungo le direttrici dell’avanzata russa. La tattica di guerriglia con Atgm invece, come dicevamo, ha dato i suoi frutti, sebbene la marea dei mezzi russi, che in queste ore stanno affluendo in gran numero, si ritiene che avrà la meglio.
La vulnerabilità dei mezzi corazzati agli attacchi dall’alto portati dalla nuova generazione di Atgm è ampiamente dimostrabile, pertanto occorrerà una rivalutazione delle tattiche delle unità corazzate e meccanizzate, ma riteniamo che gli stessi Mbt dovranno essere riprogettati, nonostante sia palese che la Russia abbia usato in questa operazione militare carri la cui progettazione risale agli anni ’70 e ’80 (i pochi T-14 Armata sono stati tenuti nei depositi). In particolare la vulnerabilità del settore superiore di un tank è qualcosa che va affrontato seriamente, e non con soluzioni improvvisate come le gabbie viste sui mezzi russi, che oltre a essere inefficaci, appesantiscono ulteriormente il veicolo.