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(Dal nostro inviato a Zhukovsky) Il nomignolo, o forse sarebbe il caso di dire il soprannome datogli per il lancio, è “Checkmate”, ovvero “scacco matto”. Si tratta del nuovo caccia monomotore russo, presentato ufficialmente nella giornata di martedì 20 luglio al Maks, il salone internazionale dell’aeronautica e dello spazio che si tiene ogni due anni presso l’aeroporto moscovita di Zhukovsky. Un lancio molto atteso, dopo che nelle scorse settimane erano trapelate le prime indiscrezioni sul nuovo velivolo fabbricato dalla Uac (United Aircraft Corporation), il colosso che racchiude in sé i bureau Mig, Sukhoi, Ilyushin, Tupolev e Yakovlev: praticamente quasi tutti i marchi dei velivoli russi oggi in servizio.

Checkmate è un prodotto Sukhoi, ed il numero 75 rosso dipinto sulla sua fusoliera, come si era visto negli scatti rubati di qualche giorno fa, aveva fugato quasi ogni dubbio in merito, ma con oggi ne abbiamo avuto la certezza. Un lancio squisitamente mediatico quello del Maks: il velivolo è stato presentato dentro un edificio separato dal resto della manifestazione, molto elegantemente dipinto di nero, con un cavallo degli scacchi che campeggiava sulle pareti esterne. Dentro, il velivolo al centro della scena, tra giochi di luci e di fumo – questi ultimi che hanno notevolmente intaccato la qualità delle riprese – il tutto correlato da un’altisonante voce che presentava il nuovo caccia e le sue specificità. Una tensione preparata ad arte da Rostec, la holding che gestisce, tra le altre cose, anche l’export degli armamenti made in Russia: i più attenti avranno sicuramente visto il video accattivante che è stato diffuso nei giorni scorsi che mostrava, più che il velivolo, i suoi possibili acquirenti esteri.

Ecco che quindi è arrivato il giorno tanto atteso, in cui lo stesso presidente Vladimir Putin ha avuto modo di visionare la nuova creazione di Sukhoi. Il caccia pesca a piene mani dalle linee del Su-57, tanto che lo si potrebbe definire come “fratello minore” del Felon (così il nome in codice Nato del velivolo). Le derive verticali, interamente mobili, sono a V, il muso ricorda molto quello del Su-57, ma ovviamente, essendo monomotore, la presa d’aria è totalmente diversa: ad angolo acuto, sotto l’abitacolo, e con una paratia lungo la linea di mezzeria. Il nuovo caccia è stato presentato con una vistosa copertura rossa nel condotto, e avendo avuto modo di osservare l’ugello di scarico, è sembrato che fosse coperto parimenti, ma non sappiamo se il motore è effettivamente presente. A quanto sembra dovrebbe trattarsi della stessa motorizzazione del Felon, quindi lo “Izdelye 30” della Npo Saturn, che però fatica ancora ad arrivare, essendo stato caratterizzato da una gestazione particolarmente lunga e assillata da non pochi problemi.

Il “Checkmate” ha il carrello anteriore disassato verso il lato sinistro del velivolo, particolare degno di nota, e presenta un Flir davanti all’abitacolo di conformazione sferica, così come quello del Su-57: fattore che, ancora una volta, sottolinea la scelta russa di non dare troppo peso alle caratteristiche stealth delle loro macchine. Interessanti anche le estremità alari trapezoidali così come la suite di armamenti che dovrebbe essere in dotazione al nuovo velivolo: oltre ai vari missili aria-aria spicca il vettore da crociera Kh-59MK aria-superficie, per l’attacco antinave, visto anche in mostra statica.

I russi non hanno rilasciato molti dati riguardanti il nuovo caccia: l’aria a Mosca, a causa delle recenti tensioni internazionali, è cambiata rispetto a qualche anno fa ed anche il Maks ne risente. Chi scrive però ha avuto l’opportunità di parlare con un responsabile del bureau Sukhoi, il quale ha riferito che il Checkmate è stato costruito in soli quattro anni e racchiude in sé nuove soluzioni sviluppate sulla scorta dell’esperienza maturata durante il conflitto in Siria.

Il caccia, ha continuato la fonte del bureau, è destinato principalmente all’esportazione – da qui la necessità della motorizzazione singola che permette di abbatterne i costi – ma non disdegnerà nemmeno il “mercato interno” ed è probabile che potrebbe sostituire alcune versioni del Mig-29 ancora in servizio.

Non si tratta quindi del “Mig-41”, mentre molto probabilmente sarà il Lmfs (Liogkiy Mnogofunktsionalniy Frontovoi Samolyet – Aereo di Prima Linea Leggero Multiruolo), sebbene allo stand di Uac si sia visto un modello di questo progetto firmato Mig. Voci di corridoio, captate al Maks, ritengono che potrebbe effettuare il suo primo volo tra uno o due anni, ma l’incognita è sempre una sola: i fondi.

Se infatti dovesse davvero essere il Lmfs – come crediamo – sappiamo che il suo studio è stato finanziato in toto dal bureau Sukhoi senza intervento dello Stato. Il velivolo comunque c’è, e a chi scrive non è sembrato un mock-up, bensì un primo prototipo uscito di fabbrica: nel primo caso sarebbe un modello in grandezza naturale particolarmente ben fatto, e quindi costoso.

Ora solo il tempo ci dirà se questo nuovo velivolo vedrà effettivamente la luce prendendo il volo oppure resterà uno dei tanti prototipi che verranno destinati ai musei. Oggettivamente la Russia, e Sukhoi, potrebbe gettarsi in un mercato che ha fame di velivoli simili – che onestamente è difficile ritenere di quinta generazione – come ha dimostrato il caccia costruito da Corea del Sud in cooperazione con l’Indonesia. Se il prodotto sarà valido e a un prezzo ragionevole, di spazio d’azione ce n’è, e così la Russia potrebbe tornare prepotentemente alla ribalta con un nuovo caccia monomotore che potenzialmente potrebbe avere lo stesso successo del celeberrimo Mig-21, e che mancava dal – fallimentare – Mig-23.

“Scacco matto” quindi, un riferimento, nemmeno troppo velato, all’Occidente, al suo apparato militare e a alla sua industria della difesa.





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