Se la Cina non interverrĂ nel dossier nordcoreano, aiutando la comunitĂ internazionale a gestire il programma nucleare di Pyongyang, allora lo faranno gli Stati Uniti agendo insieme ai loro partner locali. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha spiegato di aver informato Pechino che Washington vuole l’aiuto del governo cinese per conseguire la denuclearizzazione della penisola coreana. Nel caso in cui Xi Jinping si astenesse dal fornire un’adeguata sponda, l’amministrazione Biden sarebbe pronta a rafforzare la partnership con Giappone e Corea del Sud.
Dall’Aspen Security Forum, in Colorado, rivolgendosi alla Repubblica Popolare Cinese Blinken è stato chiarissimo: “Crediamo che abbiate un’influenza unica (nei confronti della Corea del Nord, ndr) e speriamo che la utilizzerete per ottenere una migliore cooperazione da parte del governo nordcoreano. Se non potete o se non lo farete, allora dovremo continuare a fare passi che non sono diretti alla Cina, ma che alla Cina probabilmente non piaceranno”.
Questi passi comprendono, per la cronaca, il miglioramento delle difese militari congiunte tra Washington, Seoul e Tokyo, nonché un lavoro di approfondimento ancora più intenso tra le parti, in una doppia mossa che potrebbe scatenare le ire del Dragone.
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Il messaggio di Blinken
La situazione è complessa. Da un lato, la Cina continua a criticare le alleanze difensive di Washington in Asia orientale, considerandole tentativi di monitorare o contenere l’esercito cinese; dall’altro Seul e Tokyo risentono dei test militari di Pyongyang, che a volte si svolgono vicino al loro spazio aereo, e non intendono certo privarsi dell’ombrello statunitense. In mezzo troviamo gli Stati Uniti, per i quali è ormai diventata una faccenda rilevante fare in modo di mantenere la presenza nell’Indo-Pacifico, proprio per frenare la continua ascesa cinese nella regione.
I commenti di Blinken, che ha in questo modo cercato di mettere pressione su Pechino, hanno tra l’altro seguito la vicenda del soldato Travis King, un soldato americano che – pare volontariamente – avrebbe deciso di sconfinare in Corea del Nord durante un tour effettuato lungo il confine tra le due Coree (qui la storia completa). L’alto funzionario ha detto di non avere aggiornamenti su dove si trovi King, ma che “ci sono certamente preoccupazioni” che possa essere sottoposto a torture.
Le leve di Pechino
Al netto del significato delle parole di Blinken, la Cina può davvero contribuire a fermare l’avanzata nucleare di Pyongyang? Probabilmente no. In ogni caso, Joe Biden lo scorso novembre, a margine del G20 di Bali, spiegava in conferenza stampa di aver chiesto al suo omologo cinese, Xi Jinping, di convincere la Corea del Nord a non condurre il suo settimo test nucleare. Certo, aveva sottolineato lo stesso Biden, non era chiaro se Pechino avesse le capacitĂ per farlo.
Da mesi sia la Corea del Sud che gli Stati Uniti avvertono che il Nord avrebbe terminato tutti i preparativi tecnici per effettuare un nuovo test. Nel frattempo, Kim Jong Un si sta limitando ad effettuare i soliti test missilistici, che stanno tuttavia diventando sempre piĂą fonte di preoccupazione visti i loro continui miglioramenti. L’ultimo lancio risale al 22 luglio, con diversi missili da crociera lanciati nel Mar Giallo, tra la Cina e la penisola coreana.