I droni cinesi, per lo più della tipologia Wing Loong e Cai Hong “Rainbow”, hanno da tempo conquistato una discreta rilevanza nelle aree a cavallo tra Africa e Medio Oriente, dall’Egitto alla Nigeria, dallo Yemen alla Libia passando per gli Emirati Arabi Uniti. I velivoli senza pilota realizzati dal Dragone sono adesso pronti a raddoppiare il loro spazio d’azione.

Già, perché Pechino sarebbe riuscita a sviluppare un motore a reazione per droni a basso costo che potrebbe aprire la strada alla produzione di prodotti all’avanguardia ed economici, oltre a ridefinire le strategie globali nell’utilizzo degli Uav negli scenari di guerra.

Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, una nuova generazione di droni ad alta velocità e di lunga autonomia, rigorosamente low cost, è entrata in servizio militare in Cina. Lo scorso 19 ottobre, l’Accademia cinese delle scienze ha presentato il progetto in maniera dettagliata.

Nel corso dell’evento, l’ingegnere fisico termico Zhu Junqiang ha affermato che le forze armate del Paese hanno adottato un nuovo motore per i droni, in grado di consumare quasi quasi un terzo in meno di carburante rispetto agli attuali motori a due alberi in uso. Come se non bastasse, grazie al 70% in meno di componenti meccanici, anche i costi di manutenzione dei veicoli subiranno un deciso calo.

La sfida della Cina

La svolta tecnologica sopra descritta, dunque, dovrebbe consentire all’Esercito popolare di liberazione (Pla) cinese di procurarsi motori per droni a reazione a meno di un quinto del prezzo internazionale. Questa mossa rappresenta sì un’innovazione militare degna di nota, ma è anche una vera e propria sfida che Pechino ha lanciato agli Stati Uniti.

Producendo Uav a basso costo, infatti, il Dragone potrebbe innescare una corsa agli armamenti dei droni nel momento in cui gli Usa stanno avviando il loro programma per incrementare la produzione interna di questi jolly militari.

Un drone militare ad alta velocità alimentato da un motore a reazione è solitamente classificato come un bene di alto valore. Il drone RQ-4 Global Hawk prodotto da Northrop Grumman, ad esempio, è alimentato da un motore turbofan AE3007 fornito da Rolls-Royce alla bella cifra di 4 milioni di dollari per unità. Il risultato è che gli Stati Uniti, pur avendo un budget militare maggiore rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo messi insieme, possono attualmente permettersi solo 42 Global Hawk, che costano circa 130 milioni di dollari ciascuno.

Ebbene, la Cina ha visto un’opportunità in questi costi elevati. Il fatto che il Dragone avrà la capacità di schierare più droni con prestazioni migliori, ma ad un costo molto più basso, significa che l’esercito cinese avrà modo di avviare, come anticipato, una corsa agli armamenti che imporrà un significativo onere finanziario agli Stati Uniti.

La guerra dei droni

Sul fronte droni, i programmi in fase di rodaggio degli Usa sono due: Valkyrie e Replicator. Per quanto riguarda quest’ultimo, Washington sta lavorando ad un massiccio programma di droni che consentirebbe all’esercito statunitense di localizzare e colpire 1.000 obiettivi in appena 24 ore, mediante l’impiego di “droni economici”. Il dipartimento della Difesa intende insomma creare migliaia di veicoli aerei senza pilota economici – da qui al 2025 – per contrastare la Cina con una “massa” di droni.

L’Xq-58q Valkyrie dell’Air Force – e qui arriviamo al secondo programma – è un drone alimentato da un motore a razzo, può volare per una distanza pari alla larghezza della Cina, ha un design furtivo ed è in grado di trasportare missili capaci di colpire bersagli nemici ben oltre il suo raggio visivo.

Il Valkyrie è un prototipo di quello che l’esercito Usa spera possa presto diventare un complemento aggiuntivo della sua flotta di aerei da combattimento tradizionali. In tal caso, i piloti umani potrebbero fare affidamento ad uno sciame di robot altamente intelligenti da schierare in battaglia. La Cina, pronta a rispondere colpo su colpo, sarà in grado di trascinare i suoi rivali alla bancarotta in una nuova corsa agli armamenti con Uav ultra economici?

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