La U.S. Navy ha ufficialmente stabilito il programma di costruzione per introdurre nella flotta la prossima classe di cacciatorpediniere. Il progetto DDG(X), o PMS 460, è stato lanciato il 4 giugno, dopo che Jay Stefany, assistente segretario ad interim della Marina per la ricerca, lo sviluppo e l’acquisizione, ha approvato formalmente l’istituzione del nuovo ufficio di progettazione.
L’esigenza nasce da una duplice motivazione: da un lato l’U.S. Navy ha dovuto annullare il programma per un nuovo incrociatore, designato CG(X), nel 2010 per una questione legata alla lievitazione dei costi, dall’altro le attuali unità classe Arleigh Burke, la cui versione Flight III è attualmente in costruzione con la prima unità presto consegnata alla flotta, hanno raggiunto il limite di miglioramento e gli eventuali futuri aggiornamenti che vanno oltre l’attuale standard Aegis Baseline 10 con radar AN/SPY-6 dovranno per forza appoggiarsi a un nuovo design che dovrà prevedere uno scafo più grande per avere maggiore spazio, potenza installata e nuovi livelli di capacità di raffreddamento per imbarcare anche armi a energia diretta.
Le prime navi DDG(X) si prevede che arriveranno a partire dal 2032 col primo ordine effettuato nel 2027, pertanto l’ufficio di progettazione in questa prima fase supervisionerà lo sviluppo di una strategia di acquisizione e in seguito sarà responsabile dello sviluppo del pacchetto tecnologico, della costruzione, dei test, nonché dell’introduzione in servizio dei nuovi cacciatorpediniere con relativi piani di sostegno.
L’U.S. Navy, per quanto riguarda i piani dei sistemi “Future Surface Combatant”, ha intrapreso la strada che porterà ad avere una classe di unità con equipaggio di grandi e piccole dimensioni e una senza equipaggio grande e media, tutte attualmente in fase di test o in costruzione ad eccezione della grande unità con equipaggio, come riferisce Defense News.
Dalla documentazione ufficiale del Congresso, apprendiamo che i il programma DDG(X) prevede di dotare la Marina Usa di una classe di cacciatorpediniere missilistici di nuova generazione (definiti DDG) per sostituire i vecchi incrociatori Ticonderoga, di cui sono state costruite 27 unità entrate in servizio tra il 1983 ed il 1994. Il budget iniziale per il nuovo progetto proposto dalla Marina richiede un finanziamento di 121,8 milioni di dollari che andranno in ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda la tempistica dell’approvvigionamento degli Arleigh Burke, invece, il Servizio Navale statunitense prevede che terminerà all’incirca nel momento in cui cominceranno ad arrivare i nuovi DDG(X): la U.S. Navy, nella presentazione del budget per l’anno 2021, ha reso noto che l’ultimo cacciatorpediniere dovrebbe essere acquistato intorno al 2027.
La Marina statunitense ha approvato i requisiti di massima delle nuove unità a dicembre 2020. Il nuovo caccia dovrà avere un nuovo design dello scafo evoluto dagli Arleigh Burke e dagli Zumwalt. un sistema di propulsione integrato di nuova generazione sviluppato proprio a partire dalle esperienze maturate con gli Zumwalt e dai sottomarini lanciamissili balistici di classe Columbia, e inizialmente, sarà equipaggiamento col sistema di combattimento simile a quello installato sulla versione Flight III dei Burke, ovvero con il radar SPY-6 AMDR e il sistema di combattimento Aegis Baseline 10, con spazio sufficiente per incorporare nuovi sistemi man mano che verranno sviluppati radar più potenti.
La U.S. Navy prevede che i DDG(X) saranno più grandi dei Flight III da 9700 tonnellate di dislocamento, ma più piccoli degli Zumwalt da 15700 tonnellate. Il punto medio tra queste due cifre sono 12700 tonnellate, anche se il valore finale potrebbe essere leggermente maggiore o minore. Non è ancora stato specificato il numero totale di unità che si vogliono acquisire: se ne fossero costruite 11 ce ne sarebbe una per ciascuna delle grandi portaerei Usa. L’acquisizione di 22 navi, invece, darebbe la possibilità di sostituire i Ticonderoga in un rapporto di uno a uno. Si pensa comunque di mantenere aperta la linea di produzione dei DDG(X) in modo da sostituire almeno alcuni degli Areligh Burke più vecchi, in quanto è previsto che le unità più anziane della classe vengano ritirate dal servizio a partire dai primi anni del 2030.
Questi dati, così come il nuovo piano trentennale di costruzioni navali della Marina Usa, suggeriscono un potenziale tasso di approvvigionamento di una o due navi all’anno. Per quanto riguarda i costi, stando ai dati risalenti al piano navale dell’amministrazione Trump pubblicato il 9 dicembre 2020, il costo medio di un DDG(X) “chiavi in mano” è stimato oscillare tra i 2,4 e i 2,9 miliardi di dollari, rispetto agli 1,9 miliardi per un Arleigh Burke Flight III. Il Servizio prevede comunque che, come sempre accade, i costi si ridurranno nel corso del programma di acquisizione.
Ai DDG(X) verrà probabilmente richiesto di imbarcare anche i nuovi missili ipersonici o altre armi a lungo raggio che sono troppo grandi per adattarsi ai tubi del sistema di lancio verticale (Vls – Vertical Launch System) Mk 41 attualmente montato sui Burke e Ticonderoga. Per quanto riguarda proprio la dotazione missilistica non sappiamo quanti saranno i pozzi di lancio, ma dovrebbero essere sicuramente più di quelli dei Burke (90/96) e aggirarsi intorno al numero di quelli dei Ticonderoga (122) per fare fronte alla nuova minaccia portata dai cacciatorpediniere cinesi Type 055: unità dal dislocamento di più di 12mila tonnellate con 112 pozzi Vls.
Abbiamo già affermato che i nuovi caccia dovranno ospitare armi a energia diretta, e anche altri strumenti di guerra elettromagnetica che consumano una grande quantità di energia. L’energia prodotta, insieme alla necessaria capacità di raffreddamento, è stato uno dei fattori chiave che ha portato il Pentagono ad optare per le Fremm costruite da Fincantieri per la nuova classe di fregate dell’U.S. Navy, che prendono il nome di classe Constellation. In questo caso di tratta di unità più grandi e meglio armate rispetto alle Lcs, il cui programma di acquisizione è stato sostanzialmente bloccato.
Ci chiediamo, a questo punto, che senso abbia definire ancora cacciatorpediniere una unità dal dislocamento e armamento paragonabile a quello di un incrociatore, facendo al contempo notare come sia definitivamente archiviata la “moda” di dotarsi di piccole unità mediamente armate: la capacità di proiezione di forza oceanica richiede, oggi, di avere un gran numero di vettori missilistici per attacchi in profondità, anche di tipo ipersonico, ed in questo senso i requisiti della U.S. Navy per i DDG(X) riflettono proprio le ultime costruzioni navali cinesi.