Nella giornata di lunedì 23 ottobre, una coppia di cacciatorpediniere della Flotta Russa del Pacifico, l'”Admiral Tributs” e l'”Admiral Panteleev” della classe Udaloy, è giunta nel porto indonesiano di Surabaya. La visita di cortesia fa parte di una crociera nella regione dell’Indo-Pacifico disposta dalla flotta russa per cercare di rafforzare i suoi legami bilaterali coi Paesi ivi afferenti.
Durante la permanenza delle navi nel porto indonesiano, si terranno eventi culturali e sportivi congiunti con la partecipazione di marinai provenienti da Russia e Indonesia., mentre nell’ambito del programma culturale sono previste escursioni nella città di Surabaya per i marinai russi.
Lo scalo di un distaccamento di navi della Flotta del Pacifico segue quello dello scorso giugno, quando due corvette, la “Gromkiy” e la “Sovershenny” (della classe Steregushchy) insieme alla nave cisterna “Pechenga” , avevano fatto sosta nel medesimo porto indonesiano mentre erano impegnate in missioni a lungo raggio nella regione dell’Asia-Pacifico. In quella occasione i padroni di casa avevano programmato una serie di eventi culturali per i marinai russi anche per festeggiare il Russia Day (12 giugno). In precedenza, un distaccamento di unità navali di Mosca aveva preso parte all’esercitazione multinazionale Komodo, che si era svolta al largo delle coste dell’Indonesia.
Mosca quindi non rinuncia al tentativo di rafforzare i suoi rapporti bilaterali coi Paesi dell’Indo-Pacifico nonostante le battute d’arresto che le sono arrivate proprio dall’Indonesia o dal Vietnam.
Ad agosto, Giacarta aveva reso noto della stipula di un accordo con Boeing per l’acquisizione di 24 cacciabombardieri F-15EX. Boeing e il ministero della Difesa non hanno fornito dettagli sul valore dell’accordo (si stima 13,9 miliardi di dollari) ma l’F-15EX è la versione migliorata del noto caccia statunitense che vede la presenza di un nuovo sistema di guerra elettronica, una cabina di pilotaggio digitale e i più recenti sistemi di missione e funzionalità software.
L’Indonesia ha aumentato le spese per la difesa negli ultimi anni per rinnovare la propria flotta aerea, che comprende jet F-16 e caccia russi Sukhoi Su-27 e Su-30. Proprio Mosca si era vista sfumare la possibilità di piazzare all’Indonesia 11 nuovi Su-35 proprio per via delle pressioni statunitensi. L’anno scorso, Giacarta ha anche acquistato 42 aerei da combattimento Dassault “Rafale” per 8,1 miliardi di dollari e inoltre ha acquistato 12 Mirage 2000-5 usati in un accordo da 800 milioni di dollari che ha attirato critiche poiché gli aerei erano considerati troppo vecchi.
L’Indonesia è uno dei Paesi della regione del Pacifico Occidentale che ha in essere una diatriba con la Cina per la sovranità sul Mar Cinese Meridionale e ha decisamente ribadito più volte l’inconsistenza delle rivendicazioni cinesi su quello specchio d’acqua, allineandosi a tutti gli altri Paesi di quella particolare area e agli Stati Uniti.
L’amicizia tra Russia e Cina, determinata dallo scoppio del conflitto in Ucraina e dal seguente isolamento da parte occidentale, a quanto pare non ha influito sulla possibilità che ha Mosca di continuare la sua opera di consolidamento dei legami bilaterali nel Pacifico Occidentale, sebbene si debba sottolineare che l’Indonesia abbia votato a favore della risoluzione dell’Onu di marzo 2023 che condannava l’invasione russa dell’Ucraina, così come altri Paesi non allineati come il Brasile, la Cambogia, la Thailandia, l’Argentina e buona parte delle nazioni africane e sudamericane.
L’Indonesia si comporta da Paese non allineato al pari di altri e pertanto non ha una politica totalmente allineata ai desiderata statunitensi. Il caso del rapporto “speciale” tra Giacarta e Pyongyang è emblematico in tal senso, essendo caratterizzato da una comunione di intenti dal sapore antimperialista, ma diluita in salsa indonesiana, che ha permesso più di una volta di ricorrere all’Indonesia per recuperare i rapporti con la Corea del Nord, e che invece ha permesso a Pyongyang di avere un alleato forte in sede Asean (Association of Southeast Asian Nations).
La guerra in Ucraina e la maggiore aggressività cinese nel Pacifico Occidentale ha un po’ alterato l’equidistanza indonesiana, e l’acquisizione degli F-15EX ne è un esempio, ma Giacarta periodicamente “pende” un po’ più verso Washington sebbene sia nostra opinione che l’Indonesia non romperà gli indugi schierandosi apertamente con l’Occidente fintanto che non vedrà deteriorarsi ulteriormente le relazioni che ha con la Cina, che sembrano destinate comunque a non essere rosee in futuro.
Anche per questo l’amicizia tra i due giganti continentali potrebbe portare con sé una carta pregiata alla mano di poker che sta giocando Pechino, proprio per via del sostanziale buon rapporto che intercorre tra Mosca e Giacarta, nonostante i recenti intoppi già analizzati.
La Russia in ogni caso in questo periodo storico deve – per forza – pensare prima a sé stessa e la crociera indopacifica è un tentativo di riconquistare prestigio mostrando bandiera coi principali strumenti atti a farlo: le unità navali da guerra. Non si deve fare l’errore di dare per spacciata Mosca a causa del dissanguamento determinato dal conflitto in Ucraina – che è dimostrabile – in quanto il Paese oltre a essere ricco di risorse continua ad avere appeal presso i Paesi non allineati per questioni legate alla possibilità di acquistare armamenti a un costo inferiore rispetto a quelli occidentali, per questioni legate alle politiche di sicurezza e per quanto riguarda il commercio di materie prime.
La Russia non è affatto sconfitta, e il nuovo legame con la Cina – comunque scomodo per entrambi sebbene per motivi diversi – offre dei vantaggi dal punto di vista commerciale i cui frutti si vedono nell’allargamento dei Brics e nell’ampliamento del partenariato dell’Unione Economica Euro-Asiatica (per l’Iran).
Sebbene questi nuovi partner commerciali siano rappresentati da economie non propriamente forti, ma comunque in alcuni casi dalle buone prospettive (come l’Arabia Saudita), si deve pur considerare, dal punto di vista meramente politico, che esiste un “Terzo Mondo” che sta guardando con sempre maggiore interesse al blocco asiatico rappresentato da Cina, India e Russia, e quindi l’Occidente non può più pensare di imporre una sua primazia a condizioni non concorrenziali.