L’imminente entrata a regime sotto la guida di Roberto Baldoni dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) fortemente voluta da Mario Draghi e dal prefetto Franco Gabrielli potrà ampliare notevolmente le prospettive operative del sistema-Paese in materia di sicurezza nazionale. Quella impostata dal governo è una svolta che sana diverse asimmetrie consolidate nella gestione di un asset fattosi sempre più strategico per la tutela del sistema-Paese.

Il cyber è una sfida chiave

Come hanno scritto Paolo Savona e il generale Carlo Jean nel loro saggio Intelligence economica, testo fondamentale per gli studi strategici contemporanei italiani in materia il cyber “può costituire una forma sia autonoma sia ausiliaria di lotta. Ha finalità sia politico-strategiche che economiche. In entrambi i settori, le reti informatiche agiscono come moltiplicatori – e anche come generatori – di potenza economica e militare”. La lezione strategica di diversi casi accaduti nei mesi scorsi negli Usa e in Europa e il recente avvertimento della sanità in Lazio ha posto sotto la luce il valore della cybersicurezza. Recentemente analizzata con attenzione anche dal Copasir, il cui presidente Adolfo Urso è entrato nel merito del dibattito fin dalle prime battute del suo mandato.

In una recente intervista a La Stampa il senatore di Fdi ha ricordato la valenza del cyber in ambito strategico e militare e sottolineato che “la Nato ha stabilito che un attacco cyber potrà essere assimilato a uno missilistico, e se un Paese membro venisse attaccato, potrebbe scattare l’articolo 5 del Trattato, che prevede la mutua assistenza militare”. La partita è oramai irrinunciabile, insomma. E con l’entrata in vigore dell’Acn si potrà finalmente rimettere ordine nel perimetro nazionale di sicurezza nazionale.

Come si amplia la sicurezza nazionale

Prendendo in capo la cyber-defence e l’implementazione del perimetro nazionale di sicurezza cybernetica garantendo la certificazione di software, strumenti informatici, aziende adoperanti un approccio security-by-design per prevenire infiltrazioni e attacchi hacker l’Acn lascerà al Dis e al comparto dei Servizi la cyber-intelligence, ovvero la raccolta informativa.

Questo cambiamento è un ulteriore tassello aggiunto nel quadro della costruzione di un’architettura moderna e efficace di sicurezza nazionale. La quale oltre al chiaro e tradizionale apporto delle forze armate nei domini tradizionale oggi contempera anche un’estensione delle loro prerogative e di quelle del Comparto intelligence a nuove frontiere di competizione. Andando di pari passo con una riorganizzazione dei centri di comando e controllo.

L’Acn avrà anche funzioni legate all’implementazione di investimenti, alla ricerca e alla creazione di start-up, coordinandosi con i Servizi e i restanti apparati. Sul fronte delle forze armate, invece, su iniziativa dell’ex sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo negli ultimi anni è stato completato definitivamente il perimetro del Comando per le Operazioni in Rete (Cor). Il Cor gestierà le capacità cyber della Difesa, al suo interno è stato strutturato un gruppo interforze di specialisti militari, dispiegati nelle Cellule Operative Cibernetiche (COC) con capacità di proiezione all’estero, impiegabili in situazioni di crisi o conflitti aperti.

Anche su un altro dominio fortemente legato al mondo dell’innovazione e della tecnologia, lo spazio, l’Italia ha posto in essere avanzamenti non secondari. Parliamo del Comando operazioni spaziali (Cosstrutturato a settembre 2020 in applicazione della strategia nazionale per l’accesso agli spazi orbitali e che a maggio ha completato la sua prima attività operativa, consentendo il trasferimento del satellite Sicral 1, giunto alla fine della sua vita operativa, su un’orbita cimitero.

Si nota dunque una crescente predisposizione funzionale delle nuove organizzazioni di carattere operativo e strategico. La via è quella delle task force, dei nuclei operativi specializzati, della combinazione tra visione geopolitica e dominio tecnologico. Nell’era della competizione permanente ogni dominio è cruciale per il controllo di spazi strategici e per il posizionamento di un sistema-Paese: come il rapporto del Dis ha recentemente fatto presente, l’esistenza di minacce ibride ad ogni livello per l’Italia impone di considerare il sistema mondo come unico e di non vedere nei confini del Paese un fattore dirimente per la perimetrazione del rischio. Ragione per cui la ciliegina sulla torta di questa nuova presa di consapevolezza della sicurezza nazionale non potrà che essere, in futuro, una rinfrescata alla  Legge 124/2007 che regola le agenzie di intelligence. Processo sostenuto da praticamente l’intero arco parlamentare e per cui sarebbe consigliabile un’evoluzione verso il dualismo tra human intelligence (raccolta informativa) e signal intelligence (azioni concrete per la tutela della sicurezza nazionale). Seguendo l’approccio che già la creazione di entità come Acn, Cor e Cos ha concretizzato.